"L'estate è come una truffa che ti fa vedere le cose più belle di come sono". C'è della verità nella frase che ascoltiamo nel nuovo film disponibile in streaming dal 13 luglio su Netflix. Nella recensione di Sotto il sole di Amalfi, che segue di due anni, un po' sequel un po' spin-off, Sotto il sole di Riccione, parleremo anche di questo. Ma, nella storia scritta ancora una volta da quello specialista del cinema vacanziero che è Enrico Vanzina (insieme a Caterina Salvadori e Ciro Zecca), la parola "vedere" acquista un senso tutto particolare. Perché il protagonista è un ragazzo non vedente, e tutto il senso del film, per lui ma anche per gli altri personaggi, è proprio il vedere, il non vedere, il vedere oltre: oltre le immagini, oltre le apparenze, cioè l'aspetto fisico, il look, l'immagine che ci arriva dai social media. Non è proprio una cosa da dare per scontata in un film "balneare", che è un film piacevole da seguire, con un ottimo cast, e fa anche pensare un po'. Dagli YouNuts la regia è passata all'esordiente Martina Pastori, mentre oggetto e sceneggiatura sono dello stesso team di Sotto il sole di Riccione.
Bentornati Vincenzo e Camilla
Un po' sequel, un po' spin-off, dicevamo. Perché Sotto il Sole di Amalfi sceglie di seguire le storie di alcuni dei personaggi di Sotto il sole di Riccione e di portarli, un anno dopo, in un'altra vacanza. Così ritroviamo Vincenzo (Lorenzo Zurzolo) e Camilla (Ludovica Martino), innamorati e ormai coppia fissa. Camilla torna dal Canada dopo un anno di studi e può rivedere Vincenzo: la nuova vacanza potrebbe essere la prova per una futura convivenza Camilla è tornata in Italia in compagnia di Nathalie (Kyshan Wilson), una ragazza canadese molto insicura. Con Vincenzo c'è l'amico Furio (Davide Calgaro), un ragazzo impacciato che tenta di conquistare le donne senza criterio. Ci sono anche Irene (Isabella Ferrari), la madre di Vincenzo, sempre iperprotettiva, e Lucio (Luca Ward), con cui ormai fa coppia fissa, che decide di deviare dalla vacanza pervista in Sicilia e portare Irene ad Amalfi.
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L'evoluzione del cinema balneare
Vedere un film come Sotto il sole di Amalfi fa capire bene come si sia evoluto il cinema "balneare" italiano. Se, negli anni Ottanta, un film come Sapore di mare, dei Vanzina, diventato con il tempo un cult, aveva una sua poesia, una tenerezza di fondo, il genere poi si è velocemente spostato verso una deriva più puramente comica, più volgare, più scollacciata, da Rimini Rimini a tutto quello che è seguito. Ora, con film come Sotto il sole di Riccione e Sotto il sole di Amalfi, ma anche con una serie televisiva come Summertime, questo filone del cinema prova a tornare un po' alla delicatezza degli esordi. Ma non si tratta di tornare proprio a quel Sapore di mare. Lì i protagonisti erano comunque interpretati da attori comici, o inclini alla commedia, ed erano personaggi comunque più adulti, più fatti e finiti. Un film come Sotto il sole di Amalfi, invece, riporta quel genere all'adolescenza, a personaggi ancora in formazione, insicuri, indecisi su cosa fare nella vita e in amore. È un po' il mondo del teen drama delle serie TV, a cui di solito erano demandate queste storie, che irrompe nel cinema balneare, solitamente appannaggio di personaggi più maturi, che ovviamente ci sono anche qui, ma sono di contorno. Ed è bello che a interpretare la madre di Vincenzo ci sia Isabella Ferrari, che di quel cinema balneare era una giovane protagonista (così come in Sotto il sole di Riccione c'era Andrea Roncato).
Lorenzo Zurzolo e Ludovica Martino, belli e credibili
Il mondo dei teen drama delle serie TV, quindi, diventa cinema. E non è un caso che i due protagonisti principali arrivino da lì. Lorenzo Zurzolo, che fa Vincenzo, ci aveva colpito molto in Baby, la serie TV dedicata alle Baby Squillo dei Parioli, dove aveva un ruolo piuttosto dark. Qui ci mostra altre sfumature, e un volto come il suo per la commedia sentimentale è perfetto. E, dopo aver recitato anche in Morrison di Federico Zampaglione, dimostra di poter fare di tutto. Così come Ludovica Martino che arriva da una serie come SKAM Italia ma che abbiamo visto anche in film come Security e La svolta. E in cui, ogni volta, non ci stancheremo mai di dirlo, mette in scena quella che è la qualità più importante per un attore: la credibilità. Ludovica Martino riesce a rendere credibile ogni suo personaggio, senza mai andare sopra le righe, con la sua naturalezza. Com'è naturale, e mai costruita, la sua bellezza.
"Vedere" le persone per quello che sono
Per il resto, Sotto il sole di Amalfi punta su delle figure archetipiche per questo tipo di film. Il simpatico che con le donne non ci sa fare (il Furio di Davide Calgaro), la scontrosa che nasconde un segreto (la Nathalie di Kyshan Wilson, un volto davvero interessante), la bella e irraggiungibile, il bello superficiale, che si rivelerà diverso, gli adulti irrisolti. Quello che è interessante è che in un film come questo si parli di accettazione del proprio corpo, e di una disabilità come la cecità, parlandone in modo franco, senza ipocrisie ma anche senza indulgenza. Se fossimo stati in un film balneare di qualche anno fa, probabilmente avremmo trovato solo personaggi di finti non vedenti, e al centro di una farsa. Sono piccoli segnali di un'attenzione e di una sensibilità nuova. E alla fine il personaggio simbolo della Under The Sun Collection, come la chiama Netflix, è proprio Vincenzo. Lui non vede, e quindi prende le persone, e le ama, per quello che sono. E invita gli altri a fare lo stesso. È qualcosa che, nell'epoca dell'apparenza e dei social media, dovremmo fare tutti.
Conclusioni
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Sotto il sole di Amalfi, scegliere come protagonista un ragazzo non vedente non è proprio una cosa da dare per scontata in un film "balneare". Il film è l'evoluzione di quel cinema aggiornata ai nostri tempi, un film piacevole da seguire, con un ottimo cast. E che fa anche pensare un po'.
Perché ci piace
- La scelta di incentrare il sequel su Vincenzo, personaggio non vedente, che dà un senso a tutto il film.
- I due attori protagonisti, Lorenzo Zurzolo e Ludovica Martino, sono belli e credibili.
- Il film è un'evoluzione del cinema balneare alla sensibilità dei nostri tempi.
Cosa non va
- I personaggi, in ogni caso, rappresentano degli stereotipi tipici di questo cinema...
- ... e non tutti sono approfonditi come i protagonisti.