La bellezza e la fatica dell'amore si fondono in Sorry Angel, nuovo dramma sentimentale diretto da Christophe Honoré. Un valzer di incontri, sentimenti e personaggi ruota attorno a Jacques Tondelli (l'ottimo Pierre Deladonchamps, già protagonista de Lo sconosciuto del lago), scrittore di successo il cui cognome omaggia il nostro Pier Vittorio Tondelli. Dopo aver vissuto un'esistenza all'insegna della ricerca dell'amore, Jacques sembra averlo trovato al crepuscolo dell'esistenza, quando l'AIDS comincia a consumarlo minando ogni futura prospettiva di felicità.
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Jacques, affascinante, spavaldo e tormentato, riflette alcuni lati della personalità di Christophe Honoré. L'altro suo alter ego è Arthur (Vincent Lacoste), giovane studente bretone vitale e fiducioso che sogna di fare il regista. Jacques lo incontra in un cinema semivuoto nel corso di un viaggio di lavoro a Reims, dove stanno mettendo in scena una sua pièce teatrale, e la scintilla scatta immediata. Sia Jacques che Arthur si innamorano dell'immagine che si sono fatti dell'altro. A unirli è un'attrazione irresistibile, sia fisica che intellettuale, che però potrebbe concretizzarsi quando il tempo sta per scadere.
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Amici, amanti
La leggerezza che Christophe Honoré imprime nella materia filmica gli permette di affrontare temi come la malattia, la solitudine, la paura della morte e l'accettazione di sé senza indugiare in patetismi. Sorry Angel è un queer romance che scorre veloce nonostante la durata superi le due ore grazie alla galleria di personaggi tridimensionali tratteggiata con brillanti tocchi che popola il film. Grazie all'interpretazione dell'affascinante Pierre Deladonchamps, Jacques trasuda magnetismo. Non è difficile capire perché lo scrittore rappresenti il fulcro attorno a cui ruotano ex fidanzati in punto di morte, vicini di casa solitari, amiche che gli hanno permesso di diventare padre, amanti occasionali e semplici ammiratori. Lo charme di Jacques gli permette di celare le sue angosce dietro un sorriso e un abito elegante, rendendo partecipi del calvario che sta vivendo solo gli amici più intimi.
Sorry Angel si configura come un patchwork di scene di vita quotidiana, una parte delle quali ci conduce in Bretagna, dove Arthur conduce una duplice esistenza portando avanti il rapporto con la sensuale fidanzata a cui cela le frequentazioni notturne, tra cinema e parcheggi semideserti, alla ricerca di altri omosessuali. Il film è ambientato nel 1993. A indicarlo è il poster dell'Orlando con Isabelle Huppert appeso fuori da un teatro di Parigi, o l'uso della hit Pump Up the Volume in una scena vivace. Scelta, questa, legata al vissuto di Honoré, che ha voluto ricostruire un frammento del suo passato quando, studente universitario ventitreenne, veniva a patti con la propria identità sessuale e con la passione per il cinema, ma funzionale al racconto. Bastano le prime sequenze del film per ricordare quanto fosse più complicata la ricerca del sesso o dell'amore, per gli omosessuali, prima dell'avvento di cellulari e app dedicate.
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Il rumore della vita
Oltre al tono, che alterna dramma a momenti buffi, commoventi, patetici e irresistibilmente ironici, proprio come la vita, ad avvincere lo spettatore è la struttura stessa di Sorry Angel, che avanza per blocchi in cui si alternano la vita di Jacques a Parigi a quella di Arthur a Reims. Da principio i due personaggi sembrano completamente slegati l'uno dall'altro e i continui salti geografici e temporali possono confondere lo spettatore. Man mano che la narrazione procede, però, il regista anticipa l'incontro fatale giocando con sottili simmetrie. Honoré tratteggia con grazia i suoi personaggi, accompagnandoli con sguardo affettuoso e partecipe tra gioie e drammi, e riserva attenzione anche alle figure esterne rapporto tra Jacques e Arthur. Alcune delle sequenze più gustose del film chiamano in causa lo schivo Mathieu (l'irresistibile Denis Podalydès), vicino di casa di Jacques coinvolto, suo malgrado, nel caos sentimentale dello scrittore.
Il rispetto e l'onestà nei confronti delle figure da lui create sta soprattutto nella rappresentazione del sesso e della nudità. A differenza di tante pellicole a tematica gay dove le scene di sesso sembrano prese di peso da fantasie porno, in Sorry Angel l'intimità tra i personaggi si declina nella complicità, nella ricerca di consolazione o di semplice compagnia, senza paura di mostrare anche le défaillance a letto. Come accade nella vita. Prima di essere un film a tematica omosessuale, sottogenere categorizzato per comodità critica, Sorry Angel è soprattutto una bella storia d'amore. E l'amore è ciò che ci rende umani con tutti i nostri difetti. Ogni tanto il cinema fa bene a ricordarcelo.
Movieplayer.it
3.5/5