Che fosse un predestinato lo si può intuire facilmente guardando la sua filmografia. A soli 23 anni, Donald Glover fu reclutato da Tina Fey come sceneggiatore di 30 Rock, una delle comedy più geniali e meglio scritte degli ultimi decenni, e subito dopo fu uno dei protagonisti del divertentissimo, e a tratti rivoluzionario, Community. Fu proprio il tono ironico e metatelevisivo della serie cult di Dan Harmon a renderlo popolarissimo, soprattutto tra i giovani, e a dare vita nel 2010 ad una campagna web da parte dei fan a supporto di una sua candidatura per interpretare il nuovo Peter Parker in The Amazing Spider-Man.
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Il ruolo, come sappiamo, finì ad Andrew Garfield ma Glover si prese la sua rivincita vedendo arrivare l'anno dopo, nei fumetti Marvel, il personaggio di Miles Morales, uno Spider-man afro-americano evidentemente ispirato anche all'attore. La sua carriera al cinema e al TV sembrava essere sul punto di esplodere e fu per questo che, quando nel 2014 decise di abbandonare lo show NBC ormai alla quinta stagione per dedicarsi al rap ed altri progetti più personali, furono in molti a storcere il naso.
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L'America secondo Donald Glover
Quattro anni dopo, possiamo dire con certezza che Glover era perfettamente consapevole di quel che stava facendo e che non solo, come vedremo dopo, la sua carriera cinematografica non ha subito alcun rallentamento, anzi, ma anche quella musicale, con l'alter ego Childish Gambino, sta andando assolutamente a gonfie vele. Rilasciato poco più di una settimana fa in contemporanea con una performance al Saturday Night Live, il suo singolo This is America è attualmente primo nella classifica di Billboard, grazie anche ad uno strepitoso video musicale che solo su YouTube ha già raggiunto e superato le 130 milioni di visualizzazioni. Inutile dire che se non l'avete ancora visto, questo è il momento per farlo.
Così come la canzone stessa, il video racconta in modo crudo e visionario il tema della diffusione delle armi negli USA - e anche molto altro. Lo fa tenendo in primo piano Glover che balla in modo grottesco (richiamando il personaggio teatrale, caricaturale e razzista di quasi due secoli fa, Jim Crow) e lasciando sullo sfondo scene di violenza e oppressione ricche di allegorie. Il risultato è tanto potente quanto è chiaro il suo significato, ma soprattutto è un nuovo tassello che si va ad aggiungere alla rivoluzione black che in qualche modo sta avvenendo nel mondo dell'intrattenimento statunitense. E se per il cinema vengono subito in mente titoli come Black Panther e Scappa - Get Out (citato in modo diretto nel finale del video), per quanto riguarda la TV non si può che pensare a quel gioiello che è Atlanta. E sapete chi sono i due principali artefici della serie della FX? Lo stesso Glover e il suo compagno di avventure Hiro Murai, regista di This is America.
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La rivoluzione di Atlanta
La seconda sensazionale stagione di Atlanta si è appena chiusa negli USA ma proprio oggi, 17 maggio, si appresta ad arrivare in Italia su Fox. E non potrebbe esserci momento migliore per scoprire il genio di Donald Glover e quanto sia effettivamente importante il suo lavoro nell'attuale panorama televisivo. Se già la prima stagione ci aveva stupito e sorpreso oltre ogni aspettativa, con i nuovi episodi la coppia Glover/Murai conferma quanto di ottimo era già stato fatto, alzando continuamente l'asticella. Non solo in termini di qualità, ma anche di impatto sociale e politico.
Atlanta prende in prestito il modello seinfeldiano dello show sul nulla, eppure rende ogni suo episodio rilevante più di qualsiasi altro show attualmente in TV. Ogni episodio di Atlanta rappresenta una sorpresa, perché non segue schemi, ma continuamente riesce a proporre ai suo spettatori qualcosa di diverso e inaspettato. Tanto nei temi che nel tono. E lo fa mantenendo a livelli altissimi tanto in fatto di recitazione che regia e sceneggiatura, sia che stia raccontando la fine di una relazione o di un incontro grottesco con una specie di Michael Jackson bianco (ma interpretato dallo stesso Glover, quasi irriconoscibile sotto il pesante trucco) o di una banalissima visita dal barbiere di fiducia. Ma la vera prova della già grande maturità di Glover e dei suoi soci è che nonostante i tanti elogi ricevuti, nonostante i tanti tocchi di genio presenti, Atlanta 2 è una stagione ancora più coesa e riuscita della precedente.
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Con Lando Calrissian anche Star Wars scopre il black power
Se Atlanta rimane comunque il modo migliore per capire l'arte di Glover e la sua importanza, l'arrivo nei cinema di Solo: A Star Wars Story permetterà a tutti i fan quantomeno di riconoscerne il suo indiscutibile carisma. Il personaggio di Lando nella saga è chiaramente secondario rispetto ai vari Luke/Leia/Han, ma il suo impatto sui giovani spettatori di colore - tra cui figura l'attore in questione ovviamente - possiamo solo immaginarlo. Il nuovo Lando è semplicemente perfetto e l'interpretazione di Glover non fa mai rimpiangere Billy Dee Williams, ma è proprio il personaggio stesso che adesso, nel 2018, sembra avere uno spessore ed un'importanza incredibilmente superiore. Forse perfino superiore a quella di Han Solo.
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Per questo non stupisce il recente annuncio da parte della Lucasfilm di voler realizzare, a breve, un nuovo spinoff dedicato a Lando. Perché il cinema è oggi alla ricerca di protagonisti di colore che siano complessi e tridimensionali, ed ha bisogno di attori che non solo riescano ad incarnarli alla perfezione ma che possano diventare essi stessi delle icone (extra)cinematografiche. Le carriere delle star sono spesso segnate oltre che dal talento anche dalla casualità e dalla fortuna. Dall'essere la persona giusta nel posto giusto al momento giusto. Donald Glover in questo momento è tutto questo, e non possiamo che augurargli di continuare a crescere. E soprattutto di continuare a stupirci.