Il titolo italiano fa leva sulla cosiddetta città dell'amore, effettivamente meta turistica visitata da milioni di innamorati e rappresentativa proprio per quei suoi luoghi simbolo entrati nell'immaginario comune, dalla Torre Eiffel al quartiere di Montmartre, dal Moulin Rouge agli Champs Elysees, dall'Arco di Trionfo a molti altri posti iconici celebrati da decine e decine di pellicole, basti pensare in tempi relativamente recenti a Il favoloso mondo di Amélie (2001) o al Woody Allen di Midnight in Paris (2011).
Il titolo originale invece, come vi raccontiamo in questa recensione di Sognando Parigi, era un più significativo Her Pen Pal, non certo casuale: la trama infatti vede al centro del triangolo romantico degli amici di penna, un uomo e una donna, che non si vedevano da molti anni e si ritrovano proprio nella capitale francese per un'occasione speciale...
Fino al fatidico sì
Occasione speciale che è il matrimonio di due giovani sposi, Tracy e Mike, che per celebrare le loro nozze hanno deciso proprio di recarsi in terra d'Oltralpe. Un evento la cui organizzazione è affidata alla comune amica Victoria, la quale poco dopo il suo arrivo scopre che al lieto evento è invitato anche Cameron, un suo ex con il quale aveva avuto una relazione durata ben dodici anni e che ora si sta frequentando con un'altra donna. Su consiglio delle sue amiche, nel tentativo di superare lo shock derivante da questo incontro inaspettato che l'ha gettata nel subbuglio, Victoria contatta Jacques, un suo amico di penna di quando era ragazzina. I due si vedono dopo così tanto tempo e tra loro sembra poter scoccare la definitiva scintilla, ma la presenza ingombrante di Cameron e alcuni imprevisti che rischiano di scombinare il matrimonio sembrano complicare le cose.
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Una ricetta confezionata
Sin dal prologo, con sorrisi forzati e un'espressività caricaturale nonché l'artificiosità di dialoghi e ambientazioni, Sognando Parigi non nasconde la sua essenza da produzione televisiva per il piccolo schermo americano, da sempre foriero di titoli a tema dedicati a un target specifico, prevalentemente femminile e senza troppe pretese. Certo, rispetto ad altre ha il vantaggio non da poco di poter contare sul fascino del contesto, con tutti i monumenti citati in apertura che fanno capolino in più occasioni per accompagnare le diatribe sentimentali degli stralunati protagonisti. Protagonisti che non si mettono mai effettivamente in gioco, giacché ingabbiati nelle fitte maglie di una sceneggiatura che non propone colpi di scena o strade narrative che possano dare almeno l'apparenza di un epilogo diverso: già dopo i primi minuti lo spettatore si farà già un'idea di come gli eventi potranno evolvere e facilmente avrà intuito il reale epilogo.
Chi si rivede
Il film è anche l'occasione per i fan della serie musical-medievale Gavaland di rivedere due dei protagonisti condividere nuovamente il set: parliamo proprio di coloro che interpretano i personaggi principali, ovvero l'australiana Mallory Jansen - anche Madame Hydra in Agents of S.H.I.E.L.D. - e Joshua Sasse, le cui abilità canore sono state sfruttate anche nella recente, sfortunata, Monarch. Un cast leggermente più pimpante e carismatico della media, che però frana appunto nei confronti di un quadro generale dove non ci sono sorprese di sorta, tra forzate citazioni a capolavori come Sabrina (1954) e Casablanca (1942) - Victoria è appassionata di classici della Hollywood che fu - e discorsoni banali e intrisi di smielata retorica sul vero significato dell'amore.
Conclusioni
Un'organizzatrice di matrimoni, la cosiddetta wedding planner, si ritrova nella capitale francese per preparare nel migliore dei modi le nozze di una sua amica, quando scopre che tra gli invitati vi è un suo storico ex, ora fidanzato con un'altra donna. Decide allora di contattare un suo amico di penna di gioventù, con conseguenze inaspettate... Inaspettate forse per lei, non certo per il pubblico, pronto ad assistere in Sognando Parigi all'ennesima fiera della banalità, con un lieto fine già scritto e una serie di situazioni romantiche, tra gelosie, litigi e innamoramenti, destinate a uno specifico target di pubblico. Rispetto ad altre produzioni omologhe, qui c'è il fascino della città degli innamorati, ma nulla più.
Perché ci piace
- Un cast di protagonisti sopra la (bassa) media delle produzioni a tema.
- Parigi è sempre Parigi.
Cosa non va
- Sceneggiatura scontata, scritta con lo stampino.
- Figure di contorno poco ispirate e una retorica stantia.
- La produzione per il mercato televisivo lascia il segno.