Rose è cresciuta e nonostante la misteriosa scomparsa del padre, il cui destino è tutt'ora ignoto, risulta essere ancora una volta elemento determinante nella lotta tra l'umanità e gli invasori extraterrestri. Lei stessa dotata di superpoteri e per metà aliena, è la sola che può sperare di risolvere la situazione anche se nel suo recente passato vi è qualcosa che l'ha traumatizzata profondamente e per la quale cova un profondo senso di colpa.
Come vi raccontiamo nella recensione di Skylines, la tenace e combattiva protagonista è ricercata dall'esercito, che intende usare le sue straordinarie capacità per una missione disperata, dal cui esito potrebbero dipendere le sorti del mondo intero. Con un team capeggiato dall'esperto generale Radford, sua vecchia conoscenza, e di nuovo in coppia con il fratello adottivo Trent - vivente in un corpo alieno - Rose si dirigerà a bordo di una gigantesca astronave verso il pianeta del "nemico", ma finirà per scoprire una verità sconcertante che potrebbe cambiare il futuro dell'intera galassia.
Distruttori di mondi
Come potete intuire dalla sinossi ci troviamo davanti a una narrazione già consolidata e alcuni di voi sapranno che Skylines è a tutti gli effetti il terzo episodio di una saga fantascientifica - con un nuovo capitolo in arrivo, annunciato per il 2025 - che è nata oltre un decennio fa con il primo Skyline (2010). Un film, il capostipite, molto diverso dai successivi, che puntava principalmente le proprie carte su un'atmosfera tensiva e quasi horror nelle dinamiche relative all'invasione aliena, seguendo uno schema abbastanza classico pur con un budget relativamente limitato. Già con il precedente Beyond Skyline (2017) vi era stato un netto cambio di rotta, con le dinamiche action a prendere il sopravvento fin dalla genesi dell'operazione, a cominciare da quelle scelte di casting che vedevano tra gli altri Frank Grillo e Iko Uwais nei ruoli principali. Questo nuovo tassello ne è una diretta continuazione, con il personaggio di Rose qui cresciuto - precocemente data la sua natura ibrida - e pronto a una nuova (dis)avventura atta a esplorare la mitologia della relativa lore.
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Essere o non essere
Proprio sulla dualità che circonda la protagonista - una solida e convincente Lindsey Morgan - si innestano le varie suggestioni narrative: non è la sola figura a soffrire di "crisi di identità" e la spalla di Trent, fungente anche da bizzarro elemento comico, sottolinea ulteriormente le varie sfaccettature di una sceneggiatura che esplora un apprezzabile range psicologico, pur senza andare troppo per il sottile a livello di situazioni. Perché Skylines è un b-movie a tutti gli effetti, nel miglior senso del termine. I godibili effetti speciali e l'estetica particolare dei costumi - sorta di mix tra gli alieni di Independence Day (1996) e suggestioni alla Mass Effect - vanno di pari passo con una storia piacevolmente grezza ed elementare, con personaggi volutamente caricaturali e basati su consolidati stereotipi. Il tutto condito da un'anima action assai avvincente, tra arti marziali, scontri con armi da fuoco e poteri sovrannaturali di sorta.
Vecchio e nuovo
La parte del leone a livello coreografico la fa, pur con un minutaggio assai ridotto - giusto un cameo - l'attore indonesiano Yayan Ruhian, sodale del già citato Uwais e ritornante dallo scorso episodio, impegnato su suolo terrestre in uno scontro impari. La vicenda infatti è ambientata principalmente sul mondo alieno ma si concede anche una sottotrama avente luogo sul nostro pianeta, dove spicca anche la partecipazione di Rhona Mitra e di un signor caratterista del calibro di James Cosmo. Skylines è una gradevole baraonda, un baraccone degli eccessi che richiama a un immaginario sci-fi dal taglio videoludico, con la squadra di forze speciali il più eterogenea possibile alle prese con una missione impossibile, su un suolo ostile e ignoto in cui il pericolo può nascondersi dietro ogni angolo, incluse creature aliene che rimandano alle loro omologhe di Pitch Black (2000). Facile infatti scovare citazioni più o meno esibite/volute qua e là, sia a livello di design che di svolgimento del racconto, tanto che la visione pur nelle sue esasperate ingenuità sa intrattenere con gusto per quasi due ore.
Conclusioni
Umana per metà aliena, la coraggiosa e tormentata protagonista prende parte a una disperata missione su una landa extraterrestre, nel tentativo di rintracciare qualcosa che potrebbe condurre a una potenziale salvezza per il nostro pianeta. Quello che scoprirà metterà in pericolo non soltanto il suo team, ma il mondo intero. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Skylines, il terzo capitolo della saga segue le linee guida del suo diretto predecessore, proponendo una sana action/sci-fi di serie B all'insegna di un grezzo e godibile divertimento di genere. Un film senza mezze misure, tecnicamente più che discreto e con un cast di facce giuste al posto giusto, sia nei ruoli principali che secondari, che intrattiene con la necessaria sfacciataggine il relativo target di riferimento.
Perché ci piace
- Lindsey Morgan guida un cast azzeccato, privo di note stonate.
- Una gestione action/sci-fi piacevolmente classica, sia a livello di messa in scena che di narrazione.
- Esteticamente apprezzabile pur senza un budget faraonico a disposizione.
Cosa non va
- L'anima da b-movie potrebbe non piacere a tutti, soprattutto a chi rimpiange le atmosfere più cupe e intimiste del primo Skyline.