È arrivata su Netflix Skam Italia 6, la serie cult per e sugli adolescenti (ma non solo), prodotta da Rosario e Maddalena Rinaldo per Cross Productions, e portata ed adattata in Italia da Ludovico Bessegato, ideatore e showrunner. Nuovamente diretta da Tiziano Russo, con Ludovico Bessegato, Alice Urciuolo e Elisa Zagaria alla sceneggiatura, è giunta al sesto capitolo, nonché secondo original dopo il distacco dalle quattro stagioni del franchise norvegese da cui è tratta.
Come da consuetudine, Skam muove le fila delle sue storie partendo da un protagonista di stagione e da un suo problema principale, che diventa occasione importante per parlare di un tema essenziale da scardinare. A rappresentare questo paradigma, il personaggio interpretato da Nicole Rossi, ovvero Asia, conosciuta nella quinta stagione come la carismatica rappresentante del collettivo Rebelde composto di amici impegnati tra politica e sociale. Scopriremo presto che dietro la maschera che si è creata, con i compagni e la famiglia, Asia è in realtà fragile quanto i suoi coetanei, a cui spesso invece fa da guida.
Interlocutore principale delle vicende di Asia, un altro nuovo personaggio, Giulio (Andrea Palma), appena arrivato, misteriosamente, quasi a fine anno scolastico e desideroso di entrare a far parte dei Rebelde, e di avvicinarsi alla ragazza, legata ad una relazione a distanza con Beniamino detto Ben (Leo Rivosecchi). Fatta eccezione per l'Elia di Francesco Centorame, protagonista essenziale della quinta stagione, che avevamo lasciato appagato dalla sua storia d'amore con Viola (Lea Gavino) e, qualche altra piccola apparizione, funzionale per sbrogliare qualche nodo di trama, i "vecchi" membri del cast come Beatrice Bruschi (Sana), Federico Cesari (Martino), Rocco Fasano (Niccolò), Martina Lelio (Federica), Ludovica Martino (Eva), Greta Ragusa (Silvia), Pietro Turano (FIlippo) e Nicholas Zerbini (Luchino) lasciano definitivamente il campo al nuovo gruppo, lasciando che funzionalmente, la sesta stagione diventi quasi a tutti gli effetti, un reboot.
Skam 6: It's a perfect world , I'm the perfect girl
Dunque, se si abbandona la nostalgia per quelle quattro stagioni, quel gruppo, quegli amici, quelle dinamiche e si abbracciano delle nuove personalità, tra difficoltà e avventure, allora Skam 6 non deluderà. Anzi, come è già accaduto, il rapporto che questa serie instaura con lo spettatore, complici nuovi sfide da affrontare, è di empatia, calore, comprensione, identificazione. Chi è adolescente, si ritroverà nuovamente nelle dinamiche; chi lo è stato, anche se ormai qualche tempo fa, ricorderà intensamente certi attimi. Come detto, Skam 6 si accinge a raccontare Asia partendo dal carisma con cui ci era stata presentata nella quinta stagione. Un'attivista, antifascista, femminista. Eccola che ci apre le porte della sua casa, mostrando i vari elementi che ci serviranno per comprenderla un po' di più, e accompagnarla nel percorso dei 10 episodi. È in una relazione a distanza, da 8 mesi, con Beniamino alias Ben, in anno studio negli Stati Uniti. È una solitaria, ha una sorella stella del tennis (Chiara Ferrara) su cui sono puntati i riflettori familiari, e ha una cagnolina, Serena, con cui vive quasi in simbiosi.
Man mano che scorrono i primi episodi, scopriamo il disagio di Asia, il suo Skam per citare il significato norvegese della parola, "vergogna" e sulle note di Darkest Hour di Sedavliza che canta "it's a perfect world, I'm the perfect girl" comprendiamo ciò che la protagonista capirà ben più in là: non può controllare tutto della sua vita e nella sua vita. Ciò che Skam è sempre stato imbattibile a fare è raccontare il disagio relazionale, per usare le parole del regista Tiziano Russo, sentimento universale al di là del mondo teen. Se nella vita reale un problema, specialmente quando è mentale non si manifesta certo con una spia al led che si accende, Skam rappresenta chiaramente una consapevolezza fondamenta: chiedere aiuto è un gesto fondamentale, ma è anche il più difficile che c'è. Del resto, Skam 5 e Skam 6 non si sono insinuati sotto pelle come i loro predecessori ma non perdono colpi nel mettere in scena l'intensità, la gradualità e la difficoltà di certi passaggi di vita.
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Il perdono
Si presenta apparentemente come un sottotema di Skam 6 ma è forse ancora più forte e duro da affrontare del problema che affligge il percorso di Asia: il perdono. La capacità di perdonare che arriva come superpotere una volta accettata e interiorizzata l'idea che una persona possa cambiare, viene messa sotto i riflettori grazie alla scesa in campo del personaggio di Giulio. Un grande punto interrogativo sulla testa di ogni spettatore che si trova di fronte a questioni etiche, morali, o di giustizia universale. E Skam, il perdono, lo affronta con la naturale ingenuità dell'adolescenza così come guarda al peso degli errori, un macigno sulle spalle di un ragazzo, che negli anni della pre-adolescenza ha sbagliato ed ha pagato. Fondamentale in Skam è sempre il gruppo ad aiutare e supportare, ed è attraverso lo stesso gruppo che la serie Netflix considera l'atto del perdonare, affidandolo il concetto ad un portavoce inaspettato, Munny (Yothin Clavenzani). L'unico in grado di spostare lo sguardo di tutti sulla persona che Giulio è adesso, e non in relazione alle azioni passate, percepite come imperdonabili.
Il nuovo Skam? Sempre nel segno delle feste
Chi conosce Skam Italia, sa benissimo che non si può fare a meno delle feste. Che siano organizzate in qualche scantinato, alla casa al lago di Bracciano, al mare a Fregene o in locali famosi di Roma, come il Monk. Durante le feste, tutto cambia pur restando identico a sé. In questa sesta stagione, una festa diventa l'occasione giusta per fare un definitivo passaggio di consegne. Ovvero, il compleanno a sorpresa di Elia, personaggio punto di congiunzione tra il vecchio cast di Skam e il nuovo. Un momento che segna il momento dei saluti. Non è un addio ma una linea di demarcazione più chiara per rassicurarci sul fatto che sì, la vecchia squadra c'è ancora, ma osserva i nuovi dagli spalti della saggezza universitaria, e forse con uno sguardo adulto.
È per questa ragione che Skam 6 si può considerare come un vero e proprio reboot, a differenza della stagione 5 che faceva da ponte. Elaborato il tutto, possiamo già fantasticare su chi possa essere il protagonista di una stagione 7, perché si è aperto un nuovo mondo e c'è ancora un anno di liceo da fare per i Rebelde. Li abbiamo riabbracciati, ora e li salutiamo nella nuova formazione, sempre brindando per la futura rinascita di Asia. Sulla spiaggia ancora deserta, poi, risuona una canzone che parla a tutte le adolescenze. Quale? La sigla di Ufo Robot, un brano che, destinato a tornare e ritornare tra mode e riscoperte del passato, ci ricorda che in fondo, una piccola parte di noi, ha ancora ed avrà per sempre, 16 anni.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione della sesta stagione di Skam, definendola come la prima di un vero e proprio reboot che saluta il vecchio cast e abbraccia il nuovo con un passaggio di consegne capitanato dalla protagonista di stagione, Asia, interpretata da Nicole Rossi. Non ha la freschezza della novità o della malinconia delle prime quattro stagioni ma Skam, anche in questa sua seconda stagione original, non si batte quando si tratta di raccontare i giovani ed i loro dilemmi che risuonano anche nell’età adulta. Aspettiamo la stagione 7 che già si sente nell’aria.
Perché ci piace
- Ha una protagonista intensa che non ruba la scena ma la guida
- Tratta temi come il perdono e il disagio relazionale oltre al disturbo alimentare con attenzione e precisione.
- Anche la nuova squadra di Skam sa di famiglia.
Cosa non va
- Non rimane sotto pelle come era stato per le prime 4 stagioni.
- Dispiace non vedere i vecchi personaggi.