Dopo gli episodi preparatori che ci hanno riportato tra il gruppo di adolescenti creato per l'Italia dalla penna di Ludovico Bessegato, in questa recensione del finale di Skam 5, completiamo il nostro sguardo sulla quinta stagione e prima originale per il team di Cross Productions e Netflix. 10 episodi che si diramano, come da consuetudine per la serie tratta dal format norvegese di Julie Andem, da un personaggio principale, il protagonista di stagione, i cui problemi e disagi diventano il punto di partenza per i temi da trattare e attraversare. Il prescelto da Tiziano Russo, il regista e da Ludovico Bessegato, co-sceneggiatore insieme ad Alice Urcioli è Elia, il diciannovenne schivo interpretato da Francesco Centorame. Come già ricordato nelle precedenti recensioni, Elia è stato bocciato e non ha quindi concluso il suo percorso liceale insieme ai suoi compagni che rappresentano anche il resto del cast storico di Skam. Rimasto indietro al vecchio mondo, mentre gli altri sono proiettati in avanti, Elia è non solo in stand by ma sfugge sempre più le relazioni, specialmente quelle sentimentali. Con il terzo episodio, l'arcano viene svelato: la ragione per la quale il ragazzo si è guadagnato la cattiva reputazione di superficiale, soprattutto con le ragazze, è una condizione chiamata Ipoplasia penenia che porta ad avere un pene di dimensioni inferiori alla media. Disagio fisico e mentale dunque e scelta rischiosa e innovativa per il team creativo guidato da Bessegato. Serviva un tema forte per giustificare una stagione originale e soprattutto la ripresa di una serie che si era distinta per eccellenza, chiudendo, teoricamente, in bellezza con una splendida quarta stagione. Skam 5 ritrova, soprattutto negli episodi finali, nuovamente la sua magia e tocca un argomento inesplorato, entrandoci a piccoli passi, rendendolo anche detonatore per un'analisi approfondita di alcuni mali, peggiorati negli ultimi anni, dal body shaming alla mascolinità tossica. Il percorso di Elia si interseca poi con quello di varie new entry ad arricchire il cast, prima fra tutti, Viola (Lea Gavino), colei che riuscirà a guadagnarsi la fiducia del ragazzo e la cui storyline permette alla serie anche di affrontare dibattiti sempre aperti come quello sulle molestie. A fine recensione dei primi due episodi di Skam 5, ci chiedevamo se fosse valsa la pena di continuare. Completata la visione, per il gran finale, rispondiamo che sì, questo sguardo intimo sul cammino di Elia andava fatto e farà bene a tante persone.
Lo sguardo maschile sul body shaming
Skam non è mai stata una serie pudica ma allo stesso tempo ha sempre guardato all'intimità dei suoi personaggi con delicatezza, sbirciando quanto basta per testimoniare senza invadere. La macchina da presa guidata dalla regia di Tiziano Russo si posa spesso sul viso di Elia, nella tristezza e malinconia con cui fissa il vuoto, guarda in alto o sospira. Consulta i forum per cercare soluzioni al suo problema, prova creme e intrugli e amaramente rinuncia all'ennesima possibilità di un incontro con Viola o le altre prima di lei. Il cinema e la TV ci hanno da sempre abituato a vedere le donne in situazioni come quella di Elia. Alla discriminazione sul corpo, il cosidetto body shaming sono in percentuale più soggette le ragazze, le adolescenti. L'approccio alla questione dal punto di vista maschile mostra l'universalità della sofferenza, quando il proprio corpo non si conforma alla cosiddetta normalità e permette anche di sfatare qua e là, qualche mito di troppo sulla sessualità maschile e femminile.
Amici e spazio emotivo
Chi segue Skam dalla prima stagione, attende con palpiti da teenager quegli intensi momenti di gruppo dove ad una confessione segue esattamente la reazione che speravi con tutto te stesso che ci fosse. Il coming out di Martino nella seconda stagione rimarrà per sempre impresso nella mente per la tenerezza e la naturalezza con cui Giovanni lo rassicurava, accettava e dimostrava che non cambiava niente, che siamo tutti tanto meravigliosamente diversi quanto maledettamente uguali. Gli episodi finali della quinta stagione mettono a segno un altro di questi momenti, quello in cui Elia semplicemente non ce la fa più a tenersi tutto quel dolore dentro e chiama in raccolta i suoi amici. E loro sono lì, attorno a lui, soprattutto le ragazze, a creare quello spazio emotivo di cui Bessegato e il cast hanno tanto tessuto le lodi. Quel luogo della mente e del cuore dove vedi la luce alla fine del tunnel, senti che se ci sono persone così nella tua vita, forse anche là fuori ci sarà qualcuno per cui quel difetto, quella condizione di presunta anormalità non sarà più un ostacolo. Ad averceli, amici così.
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Il mostro dei bulli
A differenza delle serie statunitensi che al momento della rivelazione e della divulgazione del segreto, fanno seguire il caos, Skam 5, anche quando vede Elia nell'occhio del ciclone social, sommerso da bullismo e derisione per il suo difetto sbandierato ai quattro venti, non fa mai clamore. Condensa il vociare in un amaro silenzio che ovviamente ci parla più di mille parole. Con l'impegno di corpo malandato e mente, Elia decide di affrontare il mostro dei bulli , di spiattellare loro in faccia con chirurgica serenità tutta la loro pochezza d'animo. Così facendo, fa un piccolo grande passo verso la libertà dal giudizio, primo tassello di un cammino di accettazione di sé. Accogliendo chi è veramente, Elia è finalmente pronto a vivere con mente e corpo l'amore per Viola, scoprendo che il sesso non è meccanicità, penetrazione, dimensioni ma donarsi piacere e incontrarsi. La lezione appresa da Elia serve un po' a tutti e vale in qualsiasi situazione. Skam 5 chiude come ha sempre iniziato, da quel gruppo di scapestrati tanto simili a chi siamo stati, siamo e saremo.
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione degli episodi finali di Skam 5 confermando che andare oltre le quattro stagioni di cui si componeva il format norvegese e realizzare una stagione originale, è stata una scelta vincente. L’idea di puntare tutto sul difetto fisico che diventa stigma è forte, rischiosa ma valida e riesce a colpire il fronte del body shaming ed anche quello della mascolinità tossica. Skam 5 celebra il lasciarsi andare all’amore ed alla condivisione e l’adolescenza vista da questa serie è un posto più accogliente in cui sostare.
Perché ci piace
- Individua il problema giusto da affrontare per una stagione originale, quello dello stigma del difetto fisico.
- Francesco Centorame si conferma adattissimo per rappresentare il conflitto in Elia
- Skam è l’unica serie che fa venir voglia di tornare adolescenti.
Cosa non va
- È più scarno e concentrato sui conflitti interiori che su fatti concreti.
- È molto focalizzato su Elia e ancor meno delle altre stagioni sugli altri.