Gli appassionati del cinema horror sono sicuramente a conoscenza della popolare saga di V/H/S, un franchise episodico che ha visto cimentarsi nuove promesse - alcune poi mantenute - e non in produzioni antologiche. Ad oggi sei film, due spin-off e una miniserie: un bottino di tutto rispetto per un progetto che ha visto nascere talenti sconosciuti e consolidarne altri già navigati.
Nel primo capitolo risalente al 2012 uno dei tasselli che andavano a comporre le complessive due ore di visione si intitolava Amateur Night, raccontante la storia di alcuni amici che mentre erano intenti a festeggiare l'addio al celibato di uno di loro si imbattevano in una succuba affamata di carne umana. Un corto che ha evidentemente lasciato il segno visto che Siren altro non è che l'espansione del suddetto in forma di lungometraggio a se stante, con il ritorno di buona parte del cast nei rispettivi ruoli originari.
Finché morte non vi separi
La storia vede per l'appunto al centro della vicenda questo gruppo di amici che intende festeggiare nel migliore dei modi l'imminente matrimonio di Jonah, organizzandogli un addio al celibato indimenticabile. La meta prescelta è uno strip club in una cittadina di provincia, ma giunti sul posto i ragazzi si accorgono come le promesse di un divertimento folle e donne bellissime fossero in realtà uno specchietto per le allodole. Uno dei clienti del locale li convince a provare un posto inedito e riservato, che si trova nella campagna fuori città e garantisce attrazioni del tutto fuori dai canoni. Fin dal loro arrivo Jonah e i suoi compari si accorgono che qualcosa non va, ma cercano di non darci troppo peso e di spassarsela tra sesso e alcool. Il futuro sposo viene infine invitato dal proprietario a prendere parte a un'esperienza unica e indimenticabile, finendo per ritrovarsi dinanzi a una splendida ragazza dalle strane sembianze, apparentemente tenuta prigioniera. Il protagonista si convince di doverla salvare ad ogni costo, ma dopo che riesce a liberarla scoprirà come questa fosse segregata per un motivo ben preciso: è infatti una creatura mostruosa dalle tendenze cannibali e, cosa ancor peggiore, sembra essersi innamorata di lui.
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Amore all'ultimo morso
Un film che si rivolge a un target ben preciso e chi è alla ricerca di horror eleganti e ad alto budget potrà probabilmente restare deluso: Siren non nasconde fin dai primi momenti la sua anima da produzione di serie B, con tutti i pro e i contro del caso. Contro che si riscontrano soprattutto nella sceneggiatura, come già accennato estensione del corto alla base. Le motivazioni che spingono Jonah e i suoi amici a compiere certe scelte appaiono infatti eccessivamente forzate e il classico detto "se la sono andata a cercare" è qui ben più che giustificato: un difetto certamente riscontrabile in molti titoli di genere, ma qui ancor più evidente del solito. In generale si nota poi un gusto per il grottesco a tratti esasperato, con personaggi secondari sui generis - villain umano incluso - e una predilezione per la componente sessuale al centro di scene che sublimano spesso nel ridicolo, per quanto almeno in un paio di occasioni riescano effettivamente a garantire il giusto divertimento a tema.
Una love-story interspecie
Dove Siren convince maggiormente è nelle sue dinamiche puramente di genere, da horror / monster-movie puro e grezzo. Una sana violenza dalle derive splatter e le convincenti sessioni di make-up, dal sapore piacevolmente old-school, offrono infatti momenti di sano terrore, con la figura di questa succuba affamata di carne umana che si rivela spaventosa e affascinante al contempo, anche grazie alla bellezza peculiare dell'attrice Hannah Fierman. Sangue, budella, strani riti e tanto sesso: non manca niente nell'ora e venti di visione per offrire a uno spettatore consapevole quanto preventivato e proprio nella sua essenza cruda e primigenia l'operazione possiede una sua chiara personalità, a tratti respingente ma che sicuramente non fa passare il tutto inosservato ai cultori del filone.
Conclusioni
Un succubo, o succuba, è un essere demoniaco dalle sembianze androgine che seduce le proprie vittime e le spinge ad avere rapporti sessuali. Da questa figura archetipica delle leggende prende spunto Siren, estensione in forma di lungometraggio del segmento già raccontato nella produzione antologica V/H/S (2012). Il film vede un gruppo di amici intenti a festeggiare l'addio al celibato di uno di loro avere a che fare con questa forza malvagia, liberata inconsciamente da uno strip-club nel quale era tenuta prigioniera. Un horror che compensa le notevoli forzature narrative con una messa in scena grezza da sana e onesta serie b, saldamente di genere nelle sue derive da monster-movie vecchia scuola.
Perché ci piace
- Un immediato intrattenimento di genere, che guarda ad influenze e soluzioni old-school.
- La figura della succuba è spaventosa e affascinante in egual misura, sia grazie all'efficace make-up che per via dei tratti peculiari dell'attrice Hannah Fierman.
Cosa non va
- Il basso budget è evidente in diversi passaggi.
- La sceneggiatura è ricca di forzature nella gestione dei personaggi e degli eventi.