Presentata stamattina a Roma la seconda stagione di Squadra Antimafia - Palermo oggi, la fiction di Mediaset che segue le vicende di una squadra di Polizia e della sua dura lotta alla mafia in Sicilia. Nuovi attori, nuove storie e nuova regia accompagnano dal 27 aprile in prime time 8 puntate, intese dal regista Beniamino Catena, che nella prima stagione era la seconda unità con Pier Belloni, come atti di un unico lungo film.
Ritroviamo la brava Simona Cavallari nel ruolo di Claudia Mares, che prova a dimenticare il collega Ivan Di Meo, sparato alla fine della prima stagione. La coraggiosa Mares si sente una "guerriera solitaria", come l'ha definita l'attrice, e non riesce più a fidarsi di nessuno: sola, con l'unica determinazione che l'ha sempre caratterizzata nel lavoro, porta avanti la sua crociata siciliana, ma il male contro cui combatte questa volta sembra perfino più imbattibile perché i suoi tentacoli si stanno moltiplicando e rigenerando con nuove alleanze clandestine che scateneranno altre faide familiari e guerre tra clan rivali. Ad affiancare la donna una squadra completamente rinnovata, composta da tre giovani agenti: gli scaltri Sandro Pietrangeli e Fiamma Rigosi, interpretati da Giordano De Plano e Alice Palazzi, e il più ingenuo Luca Serino, Francesco Mandelli, l'ex Nongio di Mtv. A intrecciarsi con le avventure della squadra, complicate storie di amori, come il rapporto tra Claudia e Ivan (Claudio Gioè), che ricompare improvvisamente ed è più ambiguo ed enigmatico di prima, e conflitti generati da vendetta e giustizia familiari, come per gli Abate in cui Nardo (Sergio Friscia) e Rosy (Giulia Michelini), che diventano responsabili di nuovi colpi di scena fin dai primi episodi. L'azione si mescola al sentimento, ma il ritmo riesce a svincolarli e non permette che l'uno prevalichi sull'altro: Squadra Antimafia Palermo oggi 2 riesce a equilibrare la suspense dei lunghi insegimenti tra i vicoli della città e l'intrattenimento puntando sul melodramma e svincolandosi dalla patina rosa che aveva caratterizzato la prima stagione, mettendo ora le due protagoniste in un confronto competitivo.
Signor Catena, lei è passato alla regia della serie. Com'è stata per lei quest'esperienza?
Beniamino Catena: E' stata una grande avventuta perché abbiamo trattato la mafia in un modo diverso, meno di genere prettamente poliziesco come Il capo dei capi. E' stato interessante diluirlo nel melodramma, nel noir, che i soggettisti come Sandrone Dazieri sono riusciti benissimo a restituire. Le 8 puntate sono 8 film che funzionano come un film unico, in cui le puntate sono i singoli attii. Sono contento del risultato e ho lavorato serenamente anche perché gran parte del cast l'avevo già conosciuto nella prima serie, dove'ero seconda unità alla regia.
La sceneggiatura come si è sviluppata rispetto alla prima stagione?
Sandrone Dazieri: La sfida che ci siamo posti era di riprendere i fili lasciati aperti come cosa succedeva a Ivan Di Meo e alla squadra antimafia e raccontare qualcosa di nuovo, la mafia di oggi, coi suoi gruppi di potere, le sue alleanze, che si espande in tutto il mondo come una grande holding. Volevamo che poi ci fossero agganci con la realtà e che divertisse.
Giulia Michelini: Per me è stata una grandissima esperienza sia a livello umano sia attoriale. Credo sia un bel prodotto, ma per giudicarlo bisognerà guardarlo nella sua completezza.
Claudio Gioè: Sono sempre molto contento di partecipare a fiction così veritiere. Da palermitano ho l'occhio più critico su quello che viene raccontato. Ricordo che mentre giravamo a Palermo arrivavano notizie di indagini su situazioni che stavamo mettendo in scena proprio in quel momento e si mischiavano i due piani.
E' cambiato qualcosa per il suo personaggio, Ivan?
Claudio Gioè: Stavolta c'è una linea quasi di fantascienza nella serie perché sono tra due donne letali...
E' stato interessante per lei signora Cavallari tornare nei panni di Claudia?
Simona Cavallari: Confesso che all'inizio pensavo che la seconda serie mi avrebbe stimolato meno, invece è stato fondamentale entrare ancora più in profondità nei nostri personaggi, che ormai sentivamo come la nostra seconda pelle ed è stato anche semplice per noi attori.
Dai primi episodi sembra che il suo personaggio sia diverso, deve confrontarsi con più difficoltà. E' così?
Simona Cavallari: Il mio personaggio è ancora più solo, Ivan ancora più lontano. Ho vissuto anche nella mia vita privata situazioni simili come il cambio della squadra, del regista, ma questo mi ha aiutato perché nella seconda serie la Mares è una guerriera solitaria.
Pietro Valsecchi: Fabrizio Corona ha fatto un cammeo ed è stato molto bravo nel suo ruolo de " il catanese". Non posso dirvi però se tornerà...
In che clima aziendale viene programmata la seconda stagione di Squadra Antimafia Palermo oggi?
Pietro Valsecchi: Quest'anno la tv, e in particolare Canale 5, non ha avuto share molto felici, ma oggi proviamo ad andare incontro al pubblico. Credo che la fiction sia penalizzata anche dalla programmazione perché serie come R.I.S. - Delitti irrisolti vanno in onda mentre sulla Rai magari c'è un programma che fa informazione e c'è una grandissima competizione. Credo che dobbiamo lasciar perdere lo share e pensare solo ai risultati: vediamo se è bella o meno una fiction. C'è stato un grande calo sulla fiction, ma ci riprenderemo.
Quando parla di competizione si riferisce alla Rai?
Pietro Valsecchi: No, a farci concorrenza non è solo la Rai. Ormai il pubblico si è diviso e l'offerta è molto ampia e differenziata pertanto dobbiamo mirare a un pubblico attivo, che io definisco "intelligente". Poi sono sicuro che quando una squadra funziona, quando gli attori, i registi, le storie funzionano, anche le serie funzionano! Se riusciamo ad avere un cuore di pubblico, che può essere minore del grande pubblico, forse è anche meglio...
Squadra Antimafia Palermo oggi 2 è un prodotto molto realistico, che tiene alta l'attenzione sulla mafia. Recentemente il Premier ha dichiarato che le storie sulla mafia rischiano di esportare un'immagine negativa della nostra nazione all'estero. Come s'inserisce questa fiction in un discorso del genere?
Pietro Valsecchi: Non mi sono mai arrivate segnalazioni per non fare film sulla mafia. Abbiamo avuto su questo tema la miniserie su Paolo Borsellino, Il capo dei capi, Ultimo... adesso stiamo preparando il Clan dei Casalesi, faremo la terza serie di Squadra Antimafia - Palermo oggi. Forse non abbiamo problemi perché parliamo di prodotti che non si esportano... Io credo profondamente nella televisione pedaggica, nei valori che trasmette la Taodue e sono convinto che dobbiamo fare piiù film sulla mafia ma film fatti bene perché solo così possono dare un segnale alle persone.
Giancarlo Scheri, direttore della fiction Mediaset: La fiction ha andamenti ciclici: nella primavera del 2009 Canale 5 era sopra di 3 punti percentuali sulla Rai, in questo momento cerchiamo di capire come risponde il pubblico per poi rispondere alle sue esigenze. In questo senso proviamo a costruire la fiction del futuro, che deve essere efficace. Squadra Antimafia Palermo oggi 2 è un prodotto di qualità e che potrà dare sul taglio commerciale un valore aggiunto alla fiction di Canale 5.
Giancarlo Scheri: No, io sono sempre stato libero di programmare i contenuti più opportuni per il target della rete e non sono mai stato condizionato.
Secondo voi la fiction può veicolare contenuti come la mafia e indirizzarli al dibattito?
Claudio Gioé: Sinceramente non credo ci siano molti ambiti in cui si trattano questi argomenti. Il fatto che se ne occupi una fiction è un buon inizio per porre delle domande. I prodotti di genere come questo raccontano un problema irrisolto per il nostro Paese e se questo è un merito per le nostre fiction nello stesso tempo è un demerito per le nostre istituzioni, che dovrebbero occuparsene di più.
Simona Cavallari: Ho visto come anche in Sicilia, dove fino a poco tempo fa non si pronunciava neanche la parola mafia, adesso sono contenti di vedere fiction come questa e ci guardano come degli eroi.