Sono passati quasi dieci anni dall'uscita di Sicario (disponibile su Infinity+ insieme al sequel Soldado), il film che ha propriamente lanciato la carriera dietro la macchina da presa di Taylor Sheridan, precedentemente attivo come attore. Nel giro di pochi anni, Sheridan è diventato uno dei nomi di punta dell'audiovisivo americano contemporaneo, tra grande e piccolo schermo, un vero e proprio brand paragonabile a quelli di J.J. Abrams e altri produttori/sceneggiatori di successo. Per l'occasione, abbiamo voluto ripercorrere questa evoluzione molto interessante, dagli esordi in un Texas televisivo alla consacrazione con un altro.
Azione e anarchia
Il primo credit di Taylor Sheridan, come attore, risale al 1995, in un episodio di Walker Texas Ranger, a cui hanno fatto seguito vari ruoli da guest star o comprimario occasionale, tra cui quello del vicesceriffo David Hale in Sons of Anarchy. Un percorso che continua ancora oggi (recita nelle proprie opere Yellowstone e 1883), e che gli ha insegnato molto di quello che è il suo credo come sceneggiatore: avendo dovuto recitare infiniti spiegoni davanti alla macchina da presa, li evita a tutti i costi nei suoi copioni, facendo sì che la trama sia il più lineare possibile - per quanto non per forza priva di livelli di lettura multipli - per potersi concentrare sui personaggi. Lezione che lui inizia ad applicare nel 2011 con Vile, ufficialmente il suo esordio alla regia anche se lui lo rinnega perché in realtà non l'ha creato da zero ma solo girato come favore per un amico (infatti nel 2018 il sindacato dei registi, stilando le candidature per gli appositi premi, ha nominato tra gli esordi l'opera seconda di Sheridan, I segreti di Wind River).
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Vite da sicario
Nel 2015 Sheridan esordisce come sceneggiatore con Sicario che, complice la regia di Denis Villeneuve e la selezione in concorso al Festival di Cannes (dove l'autore del copione è stato nuovamente ospite, due volte, in Un Certain Regard), aggiunge una notevole aura di prestigio al suo profilo professionale. Ed è lì che introduce la sua poetica a base di rivisitazione di stilemi western, sia in ambito tradizionale che in altri contesti, spesso con attori che, come lui, sono legati al genere in termini professionali (Kevin Costner) o geografici (Josh Brolin, nato in California ma texano da parte di madre e cresciuto in un ranch). Un universo fatto di tradizioni e di violenza, quest'ultima parte fondamentale di Hell or High Water e Soldado, il film che dà inizio alla collaborazione con Stefano Sollima. Quasi sempre registi non statunitensi, che hanno uno sguardo meno romantico e più brutale nei confronti dei miti della frontiera americana.
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Soli contro tutti
Quello di Sheridan, esemplificato soprattutto nei due episodi della storia del sicario (con un terzo capitolo in lavorazione), è un mondo spietato, dove la fiducia scarseggia se non all'interno di ristretti nuclei famigliari e i rimedi estremi sono spesso la soluzione più quotata. Un universo popolato da volti granitici, segnati da una fatica senza tempo, che si tratti dell'attuale franchise televisivo ambientato nel 1883 o delle incarnazioni moderne che includono incursioni nel mondo spionistico di Tom Clancy (Senza rimorso). Il tutto suddiviso tra grande schermo e streaming, con l'autore che sin dagli inizi è divenuto uno dei nomi di punta di Paramount+, grazie a un accordo esclusivo con ViacomCBS. Un successo strepitoso per un autore che ha deciso di dare una svolta alla propria carriera quando era già prossimo ai quarant'anni.