A quarant'anni dal suo esordio sul grande schermo Fantozzi si prepara ad un ritorno nelle sale che, a giudicare dalle aspettative e dall'entusiasmo con il quale è stato accolta la notizia, si preannuncia più trionfale che tragico. Dal 26 al 28 ottobre (e successivamente dal 2 al 4 novembre, con l'uscita evento del secondo capitolo della sua saga), grazie a Eagle Pictures, il ragioniere più sfigato d'Italia ritroverà il suo pubblico, quello della generazione cresciuta tra gli anni '70 e '80, e per giunta in versione restaurata. A chi è abituato a vedere i suoi film in TV, un po' segnati dal tempo, fa un certo effetto rivedere Fantocci in alta definizione mentre si lascia soggiogare dal fascino della signorina Silvani, tanto da sembrare quasi meno sfigato del solito.
Quello che non stupisce invece, è il successo che l'impiegato interpretato da Paolo Villaggio ha conquistato (e mantenuto) nel corso degli anni, anche presso le nuove generazioni di spettatori, che certamente non lo hanno visto "nascere" ma lo hanno scoperto diversi anni dopo in TV. Non sorprende, perché i film di Fantozzi (soprattutto i primi) sanno raccontare forse meglio di altre commedie di quel periodo, la personalità dell'italiano medio, esasperandone le caratteristiche più sgradevoli, il tutto con una comicità surreale che sdrammatizza un po' la visione d'insieme, cinica e poco accomodante della nostra società. Dagli anni Settanta ad oggi, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma certe figure tipicamente italiche, certi personaggi e modi di fare e pensare, sono rimaste le stesse di quarant'anni fa. E in più, la comicità di Fantozzi difficilmente viene recepita come superata o datata, in un epoca come la nostra, in cui i sogni e le speranze hanno dovuto cedere tanto, troppo spazio alle disillusioni.
E' per questa e altre ragioni, che i personaggi fantozziani - con i loro vizi e peculiarità - sono entrati nell'immaginario collettivo. Tutti conosciamo almeno un geometra Filini, vero? Allo stesso modo certe immagini, certe situazioni surreali tipicamente fantozziane, così come certe battute e scene indimenticabili - che abbiamo elencato di seguito - sono entrate a far parte della nostra quotidianità e ci resteranno ancora a lungo. Almeno fino a quando ogni replica televisiva di Fantozzi o de Il secondo tragico Fantozzi sarà vissuta come un piccolo evento.
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1. La nuvola di Fantozzi
Piccola, violacea, poco più grande di un'utilitaria, ma in grado di trasportare e strizzare un carico di pioggia dieci volte superiore alle sue dimensioni. La nuvola dell'impiegato non ti darà mai buca nel weekend, perché ti seguirà ovunque, dalla mattina del sabato fino alla mezzanotte di lunedì. Se poi decidi di andare in spiaggia, stai pur certo che la nuvoletta è lì e ti aspetta fuori la porta di casa per accompagnarti fino al mare. Ormai tutti la conoscono come la nuvola di Fantozzi, e più che un'icona è una figura mitologica: se ne parla nei notiziari meteo e raccoglie visualizzazioni su Youtube ad ogni avvistamento. Altro che scie chimiche.
2. Organizzazione Filini
L'Italia è una Repubblica fondata sulla disorganizzazione e sul caos. Partendo da questo presupposto, è naturale che uno come Filini, in questo contesto sociale diventi nostro malgrado una figura istituzionale tra le più importanti. Qualsiasi evento richieda un minimo di organizzazione, dal veglione di Capodanno (con brindisi in larghissimo anticipo) alla gita nelle "famigerate Grotte di Postumia", porta la firma di Filini. Non sappiamo se sia ragioniere o geometra, vi sono grosse incertezze anche sul suo nome di battesimo, ma l'unica cosa certa è che ogni evento da lui organizzato avrà un esito disastroso. Il personaggio interpretato da Gigi Reder - con i suoi occhiali spessi e il pragmatismo risolutivo e spicciolo - sopravvive in figure simili, meno caricaturali ma ugualmente intraprendenti, di cui è presente almeno un esemplare in quasi tutte i gruppi di amici e colleghi. Gli eventi pianificati da Filini sono memorabili, ma il talento del collega di Fantozzi si esprime al meglio nella scena della telefonata anonima di Fantozzi contro tutti. Molletta, patata, imbuto, bavaglio e "accento svedese".
3. Dalla Coppa Cobram al biliardo, l'importante non è partecipare... ma perdere
Un discorso a parte, tra le attività ricreative dagli esiti più leggendari, va riservato allo sport. Dalla partita scapoli contro ammogliati, che si conclude nel fango, alla terrificante Coppa Cobram (che oggi viene persino rievocata da un manipolo di coraggiosi ciclisti), non c'è torneo o incontro sportivo che non sia funestato da situazioni metereologiche avverse - come la fitta nebbia che avvolge Fantozzi e Filini durante la partita a tennis svoltasi "dalle sei alle sette antelucane, nella domenica più rigida dell'anno" - dall'inadeguatezza totale dei partecipanti o dai compromessi poco sportivi ai quali Fantozzi deve sottostare. Da questo punto di vista, la partita a biliardo con l'Onorevole Direttore Cavaliere Conte Diego Catellani, è esemplare. Durante la sfida, Fantozzi perde di proposito e poi vince, ma a quel punto per evitare le ire del direttore, rapisce sua madre.
4. Capovaro, vado?!
A proposito di eventi: alzi la mano chi non ha mai pronunciato la fatidica domanda che nel secondo capitolo della saga fantozziana segna ogni tentativo, da parte della Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare di inaugurare la famigerata turbonave aziendale. Lo abbiamo fatto tutti prima di lanciarci in qualcosa di cui ignoravamo gli esiti, o qualcosa di veramente importante. Al capovaro, chiunque esso sia, si chiede un attimo di incoraggiamento, di fiducia, quel "Vadi, contessa, vadi!" che precede il disastro, o nel caso della turbonave, una lunga serie di contrattempi, varie cadute in acqua e il taglio accidentale del mignolo di un importante prelato.
5. Il congiuntivo
Se l'italiano medio a volte manifesta qualche problemino con l'uso del condizionale, in Fantozzi la lingua del Bel Paese è pesantemente vessata da un utilizzo curioso del congiuntivo.
Fantozzi, cazzi quella gomena!
6. Signorina Silvani
Le labbra protese, le risatine, i riccioli rossi, le sue dita che sfiorano i bottoni della camicia di Fantozzi. Alla voce seduzione, sui dizionari, dovrebbe esserci scritto anche Signorina Silvani, come sinonimo. Quasi un personaggio da cartoon, molto amato anche dal pubblico gay per i suoi look improbabili (tra cui ricordiamo quello che sfoggia al ristorante giapponese, nel primo Fantozzi) il personaggio interpretato da Anna Mazzamauro è la perfetta caricatura della single che in un ambiente prevalentemente maschile come è quello della megaditta in cui lavora, ha capito che per far girare le cose a suo favore deve usare l'arma della seduzione, far finta di essere carina, disponibile e un po' scema, anche se non sempre riesce a nascondere la sua vera natura, più vicina a quella di un camionista. Di signorine ormai non ce ne sono più tante in giro, ma le Silvani sono un po' ovunque e ne sanno una più del diavolo.
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7. ...e rutto libero!
La passione cieca degli italiani per il calcio, vissuto minuto per minuto dal divano di casa, trova la sua rappresentazione ideale nella scena de Il secondo tragico Fantozzi che anticipa il dramma della Corazzata Kotiomkin (di cui parleremo dopo). Il "rutto libero" con il quale Fantozzi celebrava una partita mitica, Inghilterra-Italia che si disputò a Wembley nel '73 e che si concluse con un leggendario 0-1, è considerata l'espressione di massima libertà e piacere nel dare sfogo ai propri istinti davanti alla televisione. In tempi recenti il rutto libero è veicolato dai social, ma resta un punto fermo del rapporto tra gli italiani e i grandi eventi televisivi, che si tratti di partite, talent show, Sanremo o La grande bellezza di Sorrentino in prima televisiva.
8. La Corazzata Kotiomkin
Forse la scena più cult e memorabile di tutta la saga fantozziana, e al tempo stesso quella che mette alla berlina la totale avversione dell'italiano medio nei confronti di tutto ciò che può essere considerato "di nicchia" e una certa elite di cinefili talebani, qui rappresentata dal professor Guidobaldo Riccardelli, il cui regime di proiezioni di film d'essai viene rovesciato dalla battuta che Fantozzi pronuncia davanti a tutto il pubblico riunito:
Per me... La corazzata Kotiomkin... è una cagata pazzesca!
Chi fa il nostro mestiere inoltre, ripensa sempre ai celebri "novantadue minuti di applausi" con i quali viene accolta la battuta del ragioniere, ogni volta che capita di leggere dell'accoglienza ricevuta da un film ai festival. Vi sveliamo un segreto: questi applausi "cronometrati" non esistono, sono una leggenda festivaliera.
9. Tu mancia?!
Fantozzi, il professor Birkenmaier e le "polpette di Bavaria": una scena da Fantozzi contro tutti che anticipa l'ossessione degli italiani per le diete e le cliniche dimagranti, che prenderà piede negli anni Ottanta, ma soprattutto una certa diffidenza culturale nei confronti dei tedeschi, che ancora oggi resiste. Non si può fare a meno di ridere, mentre il ragioniere tenta di infilare rapidamente in bocca le polpette con il quale il professore nazista sta pasteggiando, ovviamente tentando di non farsi beccare.
10. Com'è umano lei!
La differenza tra un Fantocci e i vertici della ItalPetrolCemenTermoTessilFarmoMetalChimica (per gli amici, la Megaditta) è nelle caratteristiche quasi sovrannaturali che distingue i capi dagli impiegati. A dispetto della battuta con la quale Fantozzi accoglie ogni decisione dei capi supremi, questi di umano hanno solo le sembianze fisiche, e forse neanche quelle, considerato che alcuni si fregiano del titolo inquietante di Gran Lup. Mann. e amenità del genere. Il regno del Megadirettore, da quelli galattici a scendere, è fornito di poltrona in pelle umana, un terrificante pouf sul quale sprofonda l'autostima di chiunque, e soprattutto un bellissimo acquario nel quale sguazzano alcuni dipendenti scelti tra i più meritevoli.
11. Mariangela
E' dai tempi de L'esorcista che non si vede una bambina tanto spaventosa sugli schermi, anche se Mariangela è interpretata da un attore, Plinio Fernando. Con la figlia di Fantozzi le battute a tema scimmiesco si sprecano, e a dir la verità si fanno anche piuttosto scontate. Il personaggio però è tanto infelice (e controverso) quanto iconico, e soprattutto è di una bruttezza tale da rendere più bello tutto ciò che ci circonda. Ma il segreto della saga di Fantozzi è proprio questo in fondo: farci credere che noi non siamo come lui.
12. Loris Batacchi, capoufficio pacchi
Trent'anni prima che il cinema pontificasse su sex addiction e il male di vivere espresso attraverso il sesso compulsivo, esistevano semplicemente i maniaci sessuali, e il Batacchi di Andrea Roncato, l'unico che potesse azzardarsi a copulare gioiosamente con Mariangela (anche se per scommessa) ne era la caricatura perfetta con la sua canotta e i vibratori disseminati per casa.
13. Le Casalingue
Chi conosce bene le abitudini del ragioniere Fantozzi sa che occasionalmente si lascia tentare da programmi peccaminosi trasmessi sulle TV private come l'Oroscopone Super Porno Show, ma l'episodio delle Casalingue fu tragicamente accidentale. Il nostro eroe non immaginava che il cinema in cui era appena entrato con sua moglie - che in quella occasione sfoggiava uno dei suoi celebri cappellini - stava per proiettare un film a luci rosse. Prima ancora che American Pie lanciasse il famigerato acronimo MILF - mother I'd like to fuck, per i pochi che ancora non lo sanno - Le casalingue si affermò come titolo di film porno per antonomasia, e al tempo fu il manifesto ufficiale della passione degli italiani per le mamme e le donne di casa disinibite e procaci che da sempre solleticano le loro fantasie. E' un film che non esiste, eppure da quando quella scena è apparsa in Fantozzi va in pensione, il mondo dell'hard si è affollato di casalingue voraci e disponibili.
14. Franchino, il "profumo" dell'avventura
Tra i due rivali in amore con i quali il ragioniere si è battuto, ricordiamo ovviamente Cecco, il nipote del fornaio interpretato da Diego Abatantuono e Franchino, irsuto autostoppista incontrato durante una spaventosa vacanza in comitiva. Cecco sarà ricordato come il giovanotto che a suon di frasi galanti - "Lo sfilatino ce lo ficco nel sacchetto, fiuuu" - fu capace di scatenare un'ossessione erotica tale nella signora Pina, che il conto del panettiere lievitò sensibilmente e i cassetti, gli armadi e persino la lavatrice di casa, si riempirono di panini, filoncini, rosette e pagnotte di varia misura.
Franchino invece, pelosissimo giovanotto dal fascino intellettuale che fece breccia nel cuore della signorina Silvani, resterà per sempre nell'immaginario collettivo come colui il cui odore personale aveva caratteristiche leggendarie. Il mito di Franchino resiste ancora oggi, e sopravvive negli uomini che irrompono nelle nostre vite annunciati dalla loro puzza. Tutti abbiamo conosciuto almeno una persona con queste caratteristiche, che in altre epoche, altre circostanze, avrebbero trovato impiego come arma biologica.
15. Assenti ingiustificati
Siamo arrivati alla fine del nostro excursus nell'universo fantozziano e sappiamo che alcuni di voi si staranno chiedendo perché non abbiamo parlato di altri personaggi memorabili che compongono la fauna della megaditta, come ad esempio Calboni. Beh, parlare di tutti sarebbe stato impossibile, quindi ci piace immaginare che durante l'appello alcuni di loro se la siano svignata dopo aver timbrato il cartellino, per dedicarsi ad attività più piacevoli. D'altronde quella dell'assenteista è una delle figure professionali più diffuse in Italia, e i fatti di cronaca degli ultimi giorni lo confermano...