Che l'adattamento del suo romanzo Shining, per mano di un mostro sacro del cinema come Kubrick, a Stephen King non sia mai piaciuto, è cosa nota. Un'avversione che ha portato poi l'autore ha scrivere la sceneggiatura di una miniserie televisiva, tutt'altro che indimenticabile, sempre tratta dalla sua opera e uscita nel 1997. Le differenze tra la trasposizione di Kubrick e il materiale originale sono numerosissime, e il Re del Brivido non si è mai tirato indietro nel dichiarare che cosa del film di Kubrick non sia mai riuscito ad apprezzare, dal personaggio di Wendy, all'arco narrativo legato a Jack che, citandolo direttamente "Fin dall'inizio capiamo che è matto da legare, tutto quello che fa è diventare sempre peggio."
Nel suo romanzo il personaggio è molto più stratificato e complesso, e "non fa altro che lottare con la sua sanità mentale e alla fine perde. Questa per me è la vera tragedia." Queste modifiche ovviamente non cambiano il fatto che il film di Kubrick sia un capolavoro ma, senza dubbio, è molto lontano dall'opera a cui si ispira. Nell'articolo che segue, a quarant'anni dalla prima uscita nei cinema statunitensi della pellicola, cercheremo di riunire tutte quelle che sono le principali differenze tra film e romanzo.
1. Il labirinto
Cominciamo parlando di uno degli elementi più iconici del film di Kubrik, il grande labirinto di siepi di fronte all'Overlook Hotel. Incredibile a dirsi ma nel libro non ce n'è alcuna traccia: a terrorizzare la famiglia Torrance sono una serie di serpi potate in forma di animali, che in svariate occasioni si animano e se la prendono con gli sfortunati custodi dell'hotel. A renderle estremamente inquietanti è il fatto che spesso, quando uno dei personaggi gli cammina vicino, cambiano leggermente di posizione, lasciando il povero sventurato a chiedersi se si sono mosse davvero o se è solo un parto della sua immaginazione.
Ovviamente, visto il livello degli effetti speciali dell'epoca e l'enorme budget che avrebbe richiesto, girare le scene con le siepi animate per Kubrick sarebbe stato piuttosto complicato, da qui la scelta di riprodurre l'enorme labirinto. Con il senno di poi siamo completamente d'accordo con questa variazione del materiale originale: il labirinto dell'Overlook Hotel, così terribilmente inquietante, è senza dubbio la location perfetta per la sequenza finale del film, quella dell'inseguimento tra il piccolo Danny e suo padre Jack (che, ça va sans dire, non è presente nel libro, ma di questo parleremo più avanti).
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2. L'ascia
Sempre parlando di elementi iconici dello Shining di Kubrick non si poteva che menzionare l'ascia con cui Jack tormenta i suoi familiari alla fine del film. Esiste una scena più cult di quella in cui cerca di uccidere moglie e figlio, sfondando la porta del bagno in cui i due si sono rinchiusi?
Nel libro l'arma prediletta di Jack è una mazza da roque, la versione statunitense del croquet.
Vero, l'ascia è sicuramente più di impatto dal punto di vista cinematografico, ma vi possiamo assicurare che l'idea di un padre che insegue la sua famiglia con un enorme e pesante martello di legno è ugualmente terrificante. Dal punto di vista della trama, poi, King aveva bisogno che Jack potesse colpire la moglie (che nel libro, a differenza che nel film, viene ridotta piuttosto male dalla furia del marito) senza però ucciderla, dandole la possibilità così di sfuggirgli e scappare. Stessa cosa vale per Dick Halloran, il cuoco dell'hotel che possiede come Danny la "luccicanza" che, come vedremo fra poco, non viene ucciso dall'ascia di Jack ma solo colpito molto gravemente.
3. Le gemelle Grady
Ecco, questo siamo sicuri che lascerà molti di voi piuttosto sconvolti. Le terrificanti gemelle Grady, protagoniste di una delle scene più celebri e citate del film, non sono presenti nel libro. O per lo meno, ci sono, ma non compaiono mai nei corridoi dell'hotel per chiedere al povero Danny di giocare - per sempre - con loro. Nel romanzo - in cui non sono gemelle ma hanno 8 e 10 anni - vengono nominate più volte, ricordando il fatto che il padre, l'ex custode Delbert Grady, le ha uccise posseduto dalla forza maligna dell'hotel.
4. L'ascensore di sangue
Niente gemelle e niente ascensore che vomita sangue. Ebbene sì, nel libro non è presente nemmeno questa famosissima scena. Chiaramente si tratta di una sequenza perfetta per il cinema, così scioccante e d'impatto: ma avrebbe avuto lo stesso impatto sulla carta stampata? La scena è stata difficilissima da realizzare, regista e crew hanno dovuto creare un meccanismo apposito per l'ascensore, ma Kubrick ha più volte dichiarato che è diventata la sua preferita dell'intero film.
5. Camera 237 o 217?
Sì, la camera popolata dallo spirito della giovane/vecchia signora c'è anche nel romanzo, questo ve lo possiamo assicurare (ed è protagonista di uno dei momenti più inquietanti dell'intera storia) ma il numero è stato cambiato. Per quale ragione? Perché il direttore dell'hotel in cui parte del film è stato girato voleva utilizzare una camera che non esisteva (per non spaventare gli ospiti ovviamente) e quindi da 217 la stanza è diventata 237.
6. Dick Halloran
Come vi anticipavamo il destino del cuoco Dick Halloran, che corre in aiuto di Danny e Wendy dopo il bambino lo ha chiamato grazie ai suoi poteri, nel romanzo è ben diverso rispetto che nel film. Nell'opera di Kubrick l'uomo viene ucciso non appena mette piede in hotel, preso alle spalle dall'ascia di Jack. Come vi dicevamo però, Jack non brandisce un'ascia ma una mazza da roque, quindi quando vede Dick entrare lo riempie di colpi, ma non lo uccide. Quando si riprende, l'uomo riesce ad aiutare Danny e la madre a fuggire dall'hotel e sappiamo che, una volta superata la brutta disavventura, i tre rimangono in contatto e stringono una profonda amicizia. Una chicca poi per i veri amanti di Stephen King: lo sapevate che Dick appare in un altro dei romanzi più famosi del Re del Brivido? Il cuoco è infatti presente in una scena di IT, quella in cui si racconta dell'incendio al The Black Spot, in cui, molto prima della nascita dei sette piccoli protagonisti del romanzo, il diabolico Pennywise causò la morte di moltissime persone.
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7. I poteri di Danny e la presenza di Tony
Parliamo ora dei poteri di Danny, la cosiddetta "luccicanza": tanto nel libro come nel film il bambino è in grado di vedere gli spiriti che popolano l'hotel e di comunicare telepaticamente con Dick, che possiede (anche se in forma molto minore) i suoi stessi doni. Una cosa che è trattata in maniera molto diversa nel libro rispetto alla trasposizione di Kubrick è Tony, l'"amico immaginario" che aiuta Danny in molte occasioni. Nel film è il bambino stesso a cambiare voce e (muovendo anche il dito, cosa che pare sia stata un'idea proprio del piccolo Danny Lloyd) a parlare con la voce di Tony, nel libro, invece, quest'ultimo è una figura che Danny può vedere e con cui può interagire. Durante il corso del romanzo, quando ci viene descritto, Tony è un ragazzo di cui però Danny non riesce a distinguere i tratti del viso, come se il suo volto fosse sempre in qualche modo coperto, oscurato. Verso il finale, però, Tony si mostra al bambino chiaramente, e ci rendiamo conto che Denny (il cui secondo nome è proprio Anthony, da lì "Tony") non fa altro che vedere sé stesso da adulto, una proiezione di come apparirebbe molti anni dopo.
Nel film, come vedremo più nel dettaglio tra poco, il fatto che l'hotel sia stregato viene sì sottinteso, ma mai approfondito. Ci rendiamo conto che lo è, ma molto di quello che succede potrebbe essere semplicemente una proiezione della follia di Jack. In ogni caso, poi, Kubrick sembra volerci dire che tutto quello che è presente nell'hotel, e il modo che ha di manifestarsi, esiste a prescindere da chi si trovi lì in quel momento. Nel romanzo, al contrario, viene fin da subito messo in chiaro che l'hotel e l'armata di poltergeist che lo abitano vengono rinvigoriti e "nutriti" proprio dalla presenza di Danny: assorbire i suoi poteri, infatti, li rende molto più forti. La ragione per cui l'hotel si scaglia contro la famiglia Torrance, quindi, dipende principalmente dalla presenza di Danny: l'Overlook vuole possederlo per diventare ancor più potente. Questa stessa idea viene ripresa e sviluppata ancor di più nel seguito di Shining, Doctor Sleep, in cui King descrive degli esseri mostruosi (una tempo esseri umani, ma ora tutt'altro...) che si nutrono della "luccicanza" dei bambini per diventare immortali.
8. Il personaggio di Wendy
"Uno dei personaggi più misogini mai visti in un film. Sta lì semplicemente per gridare ed essere stupida, e quella non è certo la donna di cui ho scritto nel mio libro." L'opinione di King sul personaggio di Wendy nel film di Kubrick si commenta da sola. La Wendy del libro, quella creata da King, è un personaggio estremamente sfaccettato, coraggioso, una donna che (dopo essere stata praticamente massacrata di botte dal marito) riesce a salvare sé stessa, il figlio e pure Dick Halloran. Kubrick ha dichiarato di aver volutamente cambiato il personaggio di Wendy (che viene interpretata da Shelley Duvall) proprio perché, secondo lui, c'era bisogno di un personaggio a tratti insignificante, dalla personalità dimessa e remissiva, qualcuno che potesse sopportare Jack così tanto a lungo. "Nel romanzo Wendy è indipendente e attraente, ma con una donna con queste qualità ci si sarebbe chiesti perché fosse rimasta con un uomo come Jack così tanto a lungo. Shelley invece sembra il tipo di donna che sposerebbe Jack restandoci per sempre" ha dichiarato il regista.
Questo discorso può avere senso nel contesto del film, nel romanzo però sia Jack che Wendy vengono approfonditi molto di più, scaviamo nel loro passato e riusciamo a capire perché entrambi si comportano in un determinato modo. La Wendy del romanzo è estremamente combattuta se lasciare o meno Jack (che sappiamo avere un passato da alcolizzato e aver, in un'occasione in particolare, fatto molto male a Danny), da una parte ha un pessimo rapporto con la propria madre, e quindi non saprebbe dove andare, dall'altra è convinta che ci sia molto di buono nel marito, e che sia l'alcool il vero problema. Jack e Wendy hanno una relazione estremamente complicata nell'opera di King, si lasciano e si rimettono insieme a più riprese. Lei sa che se c'è qualcosa di estremamente oscuro dentro di lui, qualcosa di molto pericoloso, ma sceglie comunque di dargli una possibilità e di restare con lui, seguendolo per l'inverno all'Overlook Hotel.
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8. La natura dell'Hotel
A differenza che nel film l'Overlook Hotel creato da King è senza alcuna ombra di dubbio stregato. È un'entità a sé, una sorta di enorme e malvagia creatura che ha assorbito tutto il male che è accaduto al suo interno. Ci sono fantasmi a ogni angolo e, come dicevamo, pure le siepi in giardino si animano e diventano mortali. Il sovrannaturale è estremamente presente e reale nel romanzo: sono i fantasmi e le terrificanti creature che popolano l'albergo a trascinare, pian piano, Jack nella follia. Nel film, al contrario, la ragione per cui Jack si trasforma velocemente in un folle omicida è molto più ambigua, e sembra aver luogo quasi esclusivamente nella sua testa: più che a veri e propri fantasmi Kubrick attribuisce quanto accade a Jack a motivazioni decisamente più "terrene", tra cui l'isolamento.
9. La follia di Jack e il suo problema di alcolismo
Tanto nel romanzo come nella sua trasposizione, Jack Torrance è uno scrittore che vorrebbe, durante la permanenza all'Overlook Hotel, terminare il suo libro. Il personaggio creato da King, rispetto a quello del film, è molto più stratificato e approfondito: Jack è un padre amorevole che ha però grosse difficoltà a esprimere il proprio affetto per la moglie ed il figlio; è un personaggio problematico, ma che vuole comunque fare del suo meglio per la sua famiglia. A causa del suo problema di alcolismo e al suo temperamento violento ha perso il lavoro come insegnante in una prestigiosa scuola privata del New England: un giorno, uno degli studenti - che lui aveva escluso dalla squadra di dibattito a causa della sua forte balbuzie - gli ha squarciato le ruote della macchina e, dopo averlo visto, Jack, in preda ad un attacco di rabbia, lo ha colpito ferocemente e per questo è stato sospeso dal suo incarico.
La violenza di Jack viene diretta, come viene brevemente accennato anche nel film, anche verso Danny: in una particolare occasione l'uomo, nuovamente annebbiato dall'alcool e dalla collera, rompe il braccio al bambino dopo che lui per sbaglio gli rovescia della birra sulle pagine che sta scrivendo. Parte dei problemi tra lui e la moglie sono una conseguenza proprio di questo momento di rabbia incontrollata che l'uomo sfoga contro suo figlio, la donna non si fida più di lui e non vuole lasciare Danny da solo con suo padre.
Un'altra importate differenza tra film e romanzo è la natura del lavoro di Jack: nella pellicola di Kubrick non ci viene detto direttamente che cosa l'uomo stia scrivendo, probabilmente un romanzo, nel libro, invece, sappiamo che Jack sta terminando un'opera teatrale, ma, durante la permanenza all'Overlook, decide di cambiare soggetto. Dopo aver trovato un album di ritagli di giornale contenenti la sanguinosa storia dell'hotel (scontri tra gang, suicidi, omicidi violenti ecc. ecc.) l'uomo sceglie di dedicare il suo libro proprio all'Overlook. L'impatto dell'album di ritagli sulla sua psiche è un passaggio estremamente importante del romanzo perché, insieme ai fantasmi dell'albergo sempre più presenti, lo assorbe completamente ed è ciò che, infine, lo porta sull'orlo della follia. Il personaggio del romanzo è quindi qualcuno che subisce una graduale trasformazione nel corso della storia, quello interpretato da Jack Nicholson, invece, sembra più qualcuno che è già mentalmente disturbato, e che, nel corso del film, cerca a fatica di non farsi sopraffare dal suo lato più violento.
10. Il finale: la morte di Jack
Passiamo al finale, forse il passaggio in cui libro e film differiscono maggiormente. Nel film abbiamo un Jack in preda alla follia che insegue suo figlio, in una sequenza costruita alla perfezione ed estremamente angosciante, nel labirinto di fronte all'hotel. Il bambino riesce a confondere le sue tracce e a seminare suo padre, lasciandolo imprigionato nel labirinto (e di conseguenza nell'albergo, per sempre) a morire assiderato.
L'inseguimento tra padre e figlio nel romanzo si svolge invece tra i corridoi dell'albergo: Jack, armato della sua mazza da roque, sta cercando di uccidere Danny, che deve sfuggire anche alle siepi a forma di animali che si sono animate. Uno dei compiti di Jack come custode dell'albergo, elemento a cui non si fa assolutamente accenno nel film, è quello di abbassare periodicamente la pressione della caldaia, che essendo piuttosto vecchia ha bisogno di manutenzione costante. Preso dalla furia omicida dell'inseguimento, l'uomo si scorda però di controllarla e, pur provando ad aggiustarla una volta accortosi dell'errore, la caldaia esplode e distrugge l'albergo.
Poco prima di morire, però, Jack riesce a tornare brevemente in sé, e lascia il figlio scappare, avvertendolo di uscire dall'albergo con la madre, perché sa che potrebbe esplodere da un momento all'altro. Nel libro di King, quindi, al personaggio di Jack alla fine è concesso di redimersi: l'uomo muore ancora in preda alla follia ma, prima di soccombere definitivamente alla forza oscura dell'albergo, fa comunque il possibile per aiutare la sua famiglia. Al centro della storia di King c'è quindi l'amore di un padre per suo figlio: Jack è un uomo che fa tanti - troppi - errori, ma riesce comunque a proteggere il piccolo Danny. La più grande critica di King all'opera di Kubrick è quella di non aver capito i suoi personaggi, di averne creato delle versioni bidimensionali: il Jack di Kubrick è solo un folle, non trova redenzione, il personaggio non ha un arco narrativo vero e proprio, resta infatti in qualche modo lo stesso dall'inizio alla fine del film.