Shia LaBeouf compie trent'anni. Solo trent'anni, eppure la sensazione è quella di vederlo imperversare sui media da sempre. Sarà perché il suo debutto è avvenuto in giovane età, perché è riuscito a conquistare ruoli di primo piano in franchise popolarissimi come Transformers e Indiana Jones o perché, come altre star sue coetanee, si è fatto le ossa su Disney Channel, conquistando il pubblico più giovane nello show Even Stevens. Nato e cresciuto nell'alveo del cinema commerciale, Shia ha saputo distaccarsene aderendo a progetti sempre più coraggiosi. Alle velleità indie si è unito uno spirito ribelle, retaggio di un'infanzia difficile, che lo ha visto deragliare dai binari di Hollywood per dar sfogo alle proprie stranezze ed eccentricità. Eccentricità che talvolta hanno superato il limite, causando a LaBeouf qualche problemino con la giustizia.
La vocazione da star Shia la possiede fin da giovanissimo. A soli 10 anni inizia a esibirsi come comico stand-up nei locali del vicinato, col benestare dei genitori hippie. Madre ebrea ballerina e artista, padre ex reduce del Vietnam di origine cajun afflitto da problemi di alcolismo e tossicodipendenza ("la sola cosa di valore che mio padre mi ha dato è il dolore" dichiarerà in un'intervista), Shia cresce in libertà e, dopo il divorzio dei suoi, anche nell'indigenza. Il nome lo eredita dal nonno, anche lui comico. Dopo aver conosciuto un altro attore bambino che economicamente se la passa molto meglio di lui, Shia decide di trovarsi un agente sulle Pagine Gialle. Ben presto viene scelto da Disney Channel e dopo una lunga gavetta in tv arrivano i primi ruoli al cinema. Ruoli che lo trasformeranno rapidamente in una star di fama planetaria.
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Tra robot e alieni e tesori nascosti
Il 2006 è l'anno della svolta. Nel giro di pochi mesi il ventenne Shia LaBeouf viene ingaggiato per recitare nel thriller hitchcockiano Disturbia, diretto dal promettente D.J. Caruso, e in Transformers. Seguirà un altro importante blockbuster, Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo. Transformers rappresenta un marchio che Shia si toglierà di dosso con difficoltà. Nel ruolo del giovane e coraggioso Sam Witwicky, adolescente che scoprirà di essere stato risucchiato in un conflitto tra razze aliene robotiche insieme alla compagna di scuola Mikhaela Banes, LaBeouf conquista i fan. Dopo il successo stratosferico del film al botteghino, Shia e la partner Megan Fox (che interpreta la sexy Mikhaela) diventano una delle coppie più amate del grande schermo. I due faranno il bis con Transformers - La vendetta del caduto, ma dopo l'uscita di scena di Megan Fox, a causa dei dissidi con il regista Michael Bay, Transformers 3 vedrà Shia LaBeouf alle prese con vecchi robot e una nuova partner.
Dopo aver interpretato il figlio di Indiana Jones in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (criticando poi apertamente Spielberg per la qualità del film), le porte di Hollywood sono spalancate per la giovane star che, in Eagle Eye, torna a essere diretta dall'amico D.J. Caruso in un adrenalinico thriller spionistico. Dopo aver affiancato Harrison Ford, arriva il momento di un'altra importante consacrazione quando, nel 2008, Shia raccoglie il testimone di Michael Douglas interpretando il Gordon Gekko 2.0 in Wall Street: il denaro non dorme mai. Rispetto all'originale, Oliver Stone sembra aver perso un po' di mordente, ma pur non sfondando al box office il film attira su di sé un certo interesse e Shia LaBeouf conquista la compagna di set Carey Mulligan, con cui avrà una breve e turbolenta relazione.
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Indie is better
Prima del grande successo ottenuto con Transformers, Shia La Beouf aveva recitato in quello che resta uno dei suoi film migliori, lo struggente Guida per riconoscere i tuoi santi, diretto dall'esordiente Dito Montiel che ha adattato il suo romanzo autobiografico. Dopo quella che LaBeouf chiamerà la sua "crisi esistenziale", Montiel, amico e confidente, lo convincerà a tornare a recitare in Man Down, pellicola che ha spinto l'attore a guardare in faccia i propri demoni. Il film racconta la storia di un soldato affetto da sindrome da stress post-traumatico che fa ritorno a casa dalla famiglia e contiene una scena che rievoca la vera esperienza vissuta da Shia bambino quando il padre, con la mente offuscata dai ricordi della guerra, gli puntò contro una pistola.
Ma la svolta più radicale nella carriera di Shia LaBeouf avviene quando l'attore viene chiamato a recitare in Nymphomaniac di Lars von Trier. Dall'incontro tra queste due follie poteva scaturire di tutto. LaBeouf ha ammesso di essersi sentito "terrorizzato" da Lars von Trier, definendolo "il tipo più pericoloso mai incontrato", ma anche di essersi messo a sua disposizione completamente, senza alcun tipo di scrupolo. La promozione del primo Nymphomaniac al Festival di Berlino è un tripudio di eccentricità. Se il regista si mostra solo al photocall indossando una t-shirt con il simbolo di Cannes e la scritta "persona non grata" (dopo l'imbarazzante conferenza stampa di Cannes per Melancholia von Trier ha giurato di non parlare più in pubblico), il suo attore non è da meno. Shia LaBeouf si presenta in conferenza con lo sguardo torvo e alla prima domanda rivoltagli risponde citando la celebre frase di Eric Cantona, "Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che delle sardine stanno per essere gettate in mare", per poi lasciare la stanza. La sera si presenterà sul red carpet con in testa un sacchetto di carta con su scritto "I'm not famous anymore". Follia o performance artistica? Certo è che dopo l'esperienza estrema vissuta sul set danese, tra violenze, masochismo e sculacciate, l'annunciato biopic in cui Shia interpreterà l'iracondo campione di tennis John McEnroe, Borg vs. McEnroe, ci appare una passeggiata di piacere. Intanto, a Cannes 2016, ha sorpreso positivamente la critica con la sua interpretazione in American Honey di Andrea Arnold, offrendo una performance talmente convincente da essere considerata probabilmente la migliore della sua carriera.
L'arte contemporanea sulla propria pelle
Gli incidenti d'auto, l'arresto per guida in stato di ebrezza e i vari episodi in cui Shia LaBeouf è stato avvistato in giro non troppo lucido (tra gli ultimi una sua performance etilica e sovraeccitata mentre si trovava a Broadway tra il pubblico del musical Cabaret, interpretato da Michelle Williams) sono comuni a molte giovani star che, in preda all'ebrezza di Hollywood, si lasciano andare agli stravizi. Ma al di là di questi inconvenienti, Shia LaBoeuf sembra aver intrapreso un percorso sistematico per trasformare la sua persona in opera d'arte. Vederlo danzare imitando le mosse di un animale in gabbia nel video di Sia Elastic Heart avrebbe dovuto accendere un campanello d'allarme.
Negli ultimi due anni le performance vere e proprie, estreme, folli e discutibili si sono succedute attirando l'attenzione dei media sull'altro Shia LaBeouf, l'artista concettuale. Dopo aver diffuso il corto da lui diretto, HowardCantour.com, l'attore è stato accusato di aver plagiato le opere del fumettista Daniel Clowes. Stessa accusa rivoltagli da un rapper a cui aveva rubato le liriche, sostenendo di essere il miglior freestyler dopo Tupac Shakur. LaBeouf ha poi deciso di scusarsi inondando il suo account Twitter di toccanti messaggi e affittando un aereo per far volare sui cieli di Los Angeles uno striscione con le sue scuse.
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Shia wants us!
Nel 2014 la LA'S Cohen Gallery ospita la performance #IAMSORRY, in cui Shia Labeouf se ne sta immobile, senza parlare, seduto a un tavolo con indosso uno smoking, in attesa che gli spettatori interagiscano con lui. A conclusione dell'esperienza Shia dichiarerà di essere stato spogliato e violentato da una spettatrice il giorno di San Valentino. E arriviamo al meno traumatico #ALLMYMOVIES. Qualche mese fa l'attore ha affittato una sala cinematografica di New York facendo proiettare tutti i suoi film, da più recente al più vecchio. Lui ovviamente se li è guardati tutti ininterrottamente per tre giorni e tre notti, mentre il pubblico entrava e usciva dal cinema. La webcam posizionata davanti alla sua poltrona ce lo ha mostrato addormentato, commosso, divertito, annoiato e negli intervalli gli spettatori più fortunati sono riusciti a strappargli (raramente) un saluto o una stretta di mano.
L'ultima follia di Shia, attualmente in corso, si chiama #TAKEMEANYWHERE. Zaino in spalla, l'attore sta vagando per gli Stati Uniti facendo l'autostop e postando le proprie coordinate su Twitter. Lo scopo è convincere i fan a unirsi a lui per un tratto di cammino. Un modo originale per festeggiare il compleanno!