"È la prima volta che vengo a Roma. Ho avuto un po' di tempo libero per poterla visitare ed è una città bellissima. Con mia moglie non ci siamo resi conto della densità e della quantità di edifici storici, rovine e cose del genere. C'è così tanta storia e amiamo davvero questo posto!". Lo avete capito: in un albergo al centro della Capitale, mentre i raggi del sole sbucano timidamente dalle nuvole di un inverno che non vuole finire, incontriamo David F. Sandberg per una lunga chiacchierata. Il tema? Ovviamente Shazam! Furia degli Dei, e quanto William "Billy" Batson alias Shazam sia profondamente legato al concetto di famiglia. Ma con il regista svedese, già autore di Lights Out - Terrore nel Buio e di Annabelle 2: Creation, abbiamo parlato anche dei film horror, di Game of Thrones e di quanto sia stato profondamente segnato dal Batman di Tim Burton.
Nel cast di Shazam! Furia degli Dei ritroviamo ovviamente Zachary Levi, oltre alle new entry Helen Mirren, Lucy Liu e Rachel Zegler. Il primo argomento che affrontiamo con David F. Sandberg è relativo al più grande superpotere di Shazam, la famiglia: "La famiglia è fondamentale, perché è di questo che parlano i due film. Voglio dire, il primo parlava di Billy che trovava una famiglia. Questo sequel parla della paura di perdere la famiglia che ha trovato, perché sta invecchiando ed è un ragazzo in affido. Sta cercando di tenere unito il nucleo. Probabilmente, però, deve imparare a lasciarli andare. Credo possiamo fare più cose grazie alla famiglia. Pensate a Fast & Furious...".
Se Shazam è uno dei supereroi più potenti del DC Universe, David F. Sandberg racconta che da piccolo sognava di volare: "Mia madre mi fece un costume di Superman, che sogno! Poter volare non mi avrebbe più fatto prendere l'aereo. E detesto andare in aeroporto!"
Tim Burton e Batman
Il momento più spettacolare di Shazam! Furia degli Dei è l'entrata in scena del drago, cavalcato dalla villain, Calipso, interpretata da Lucy Liu. "Il drago è interessante, perché è basato su un drago mitologico", spiega il regista: "Inizialmente il drago doveva avere 100 teste, ma ho capito che non sarebbe stato possibile. Così ho iniziato a pensare: 'Come possiamo renderlo diverso dai draghi già visti?'. Doveva proteggere l'Albero della Vita, quindi ho lo abbiamo realizzato in legno. Significava anche non avere un fuoco normale. Ecco perché il fuoco è blu. Quindi è come se si trattasse di un fuoco magico. Si è trattato soprattutto di cercare di capire cosa possiamo fare di diverso dai draghi che abbiamo visto in Game of Thrones o ne Lo Hobbit".
Il DC Universe della Warner Bros., via via sempre più espanso, tiene accesa l'attenzione sui cinecomic, genere contemporaneo per eccellenza. Ma qual è il cinecomic di riferimento per David F. Sandberg? "Sia il Batman di Tim Burton che il Superman di Richard Donner, che ho visto in VHS da bambino. Avevo otto anni, l'età perfetta. Ricordo la colonna sonora di Prince, e ricordo le bibite di Batman, e tutto il resto. Più tardi, sono diventato grande fan dei film di Spiderman di Sam Raimi. Sono stati fondamentali, soprattutto perché adoro il fatto che Sam Raimi sia un regista horror. Che scena epica, quando il Dottor Octopus si sveglia in sala operatoria: una vera e propria sequenza horror...".
Shazam! Furia degli dei, il regista parla del drago nel film: "Non è come in Game of Thrones"
Le scene post-credit dei cinecomic
Come ogni film del DC Extended Universe, anche Shazam! Furia degli Dei si conclude con una scena dopo i titoli di coda. Spunto per una riflessione interessante, che ci porta a confrontarci con il regista. Ma le scene post-credits non spostano l'attenzione rispetto al film? "Si sono trasformate in una cosa importante, perché la gente pensa solo al prossimo film piuttosto che godersi quello che sta guardando", ci confida David F. Sandberg. "Ho visto persone lamentarsi del fatto che in questo film non ci sono abbastanza camei di altri eroi, o che non c'erano abbastanza scene nelle sequenze successive ai titoli di coda. E questo mi sembra molto strano. Non vuoi goderti il film che stai guardando ora piuttosto che pensare a quello che succederà tre film più avanti? In questo film ci sono due scene post-credits. Ma non servono a preparare le cose. Sono solo piccole e divertenti scene extra che non sono così importanti per i film futuri. Quindi, sì, è necessario avere delle scene post-credits. Ma non credo che debbano distogliere l'attenzione dal film stesso. È successo con Black Adam, dove tutti parlavano di Henry Cavill che sarebbe apparso...".
James Gunn rivoluziona il DC Universe: ecco a voi "Gods and Monsters"
"I fumetti? Amo quelli indipendenti!"
Il discorso si sposta poi sui fumetti, e su quanto il regista sia un assiduo lettore di opere indipendenti: "In realtà non leggo molti fumetti di supereroi. Sono cresciuto in Svezia, da bambino ho letto molti fumetti di supereroi, come Superman, Batman, Spiderman e altri. E da piccolo non ho mai letto Shazam. Così, quando ho ottenuto il lavoro per il primo film, lo Studio è venuto da me e mi ha chiesto se ero interessato. Hanno dovuto spiegare cos'era. A quel punto ho iniziato le mie ricerche e ho cominciato a leggere i fumetti di Shazam o di Capitan Marvel, come era conosciuto all'epoca, e mi sono appassionato. Leggo molti fumetti europei, fumetti più strani e amo i fumetti indipendenti. Mi piace andare nelle fumetterie di Los Angeles dove ci sono cose auto-pubblicate. Si possono trovare cose strane e interessanti. E adoro i fumetti horror. I giapponesi sono molto bravi nei fumetti horror!".
Shazam! Fury of the Gods, nuovi costumi per Zachary Levi e gli altri eroi del film (FOTO)
Da Shazam agli horror movies
A proposito di horror, David F. Sandberg arriva proprio dai "film di paura", raccontandoci però quanto il genere debba essere ancora rivalutato, nonostante l'arrivo di autori che hanno stravolto la corrente orrorifica, come Ari Aster. "Di solito lo si definisce un horror elevato. Mi piace anche l'horror a basso costo, polposo e sanguinolento, che è molto divertente. Ma credo che la cosa positiva sia che il genere horror sia più accettato quando è un art house. Ma sembra che ci sia ancora un po' di strada da fare e che non si vedano quasi mai persone nominate agli Oscar, per esempio, per interpretazioni horror. Penso che Tony Colette in Hereditary avrebbe dovuto essere nominata. E probabilmente avrebbe dovuto vincere. C'è ancora un po' di strada da fare per l'accettazione in questo settore, anche se si stanno facendo cose davvero belle".
DC Extended Universe: le 10 scene migliori dei film, da Batman v Superman a Aquaman
La passione delle fan base
In chiusura di intervista, la riflessione del regista è dedicata alle fan base, e alla difficoltà che possono arrivare dal relativo confronto: "Ci sono tante aspettative. Alcune persone vogliono le cose in un modo e altre in un altro. Come ho detto, la gente è arrabbiata. Per me si tratta solo di film, non ci si dovrebbe arrabbiare così tanto. Il bello dei social media, però, è che si possono bloccare le persone quando diventano davvero cattive! La gente non si rende conto che i film non sono fatti solo per una persona. E se non ti piace un certo film, non guardarlo. Non capisco la rabbia, ecco, ma credo di apprezzare la passione che c'è dietro".