Sfida al Presidente, la recensione: l’FBI fra elezioni e scandali nell’America di Trump

La recensione di Sfida al Presidente, la miniserie su Sky Atlantic con Jeff Daniels nel ruolo di James Comey, direttore dell'FBI alle prese con il neo-eletto Donald Trump.

"Sto cercando di essere fiducioso sui prossimi quattro anni, ma..." "Bene, perché per i prossimi quattro anni il Bureau sarà fondamentale. E lei dovrà mantenerlo nella giusta rotta, e sono sicuro che ce la farà."

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Sfida al Presidente: Brendan Gleeson nel ruolo di Donald Trump

Non è un'impresa facile, per il cinema e la televisione, raccontare la contemporaneità della politica americana. Non è un'impresa facile proprio in virtù del carattere, straordinario e imprevedibile, di quanto gli Stati Uniti hanno vissuto fra il 2016, l'anno della vittoria a sorpresa di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca, e oggi, alla vigilia dell'elezione che potrebbe riconfermarlo al potere o veder tramontare la sua parabola politica. Tale premessa alla nostra recensione di Sfida al Presidente, la miniserie in due episodi realizzata da Showtime e trasmessa in Italia da Sky Atlantic, potrebbe riassumersi in queste parole: le vicende degli ultimi quattro anni ci appaiono talmente eccezionali da far impallidire la maggior parte dei tentativi di riprodurre la cronaca politica nella cornice di un film o di una serie TV.

James Comey e la corsa alla Casa Bianca

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Sfida al Presidente: Jeff Daniels e Kingsley Ben-Adir

Nello specifico Sfida al Presidente, in originale The Comey Rule, ricostruisce l'antefatto della vittoria di Donald Trump, sconfitto nel voto popolare ma in grado di ottenere un'inaspettata maggioranza nel collegio elettorale, e i primi mesi della sua Presidenza adottando la prospettiva di James Comey, direttore dell'FBI fra il 2013 e il 2017. La miniserie sceneggiata e diretta da Billy Ray si basa non a caso su A Higher Loyalty - Truth, Lies, and Leadership, il controverso libro pubblicato da Comey nel 2018, e affida il ruolo principale a Jeff Daniels, la cui aria compassata e l'atteggiamento serafico diventano i tratti distintivi di un personaggio alle prese con una situazione fuori dal comune. Perché è questa la 'tesi' elaborata nella prima parte di Sfida al Presidente: l'impossibilità di gestire senza errori il famigerato midyear exam, l'indagine sull'uso del mail server privato di Hillary Clinton in qualità di Segretario di Stato.

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Sfida al Presidente: Jeff Daniels nel ruolo di James Comey

Nell'arco di novanta minuti, l'episodio Night One si sviluppa con l'incedere di un meticoloso procedural che vede James Comey e il suo team impegnati a gestire la "questione Clinton", inclusa la sua inevitabile influenza sulle elezioni del novembre 2016. E nella visione proposta da Billy Ray, regista del notevole L'inventore di favole e autore, l'anno scorso, dello script di Richard Jewell, ad emergere sono l'assoluta buona fede di Comey, che rasenta addirittura l'ingenuità, e la decisione di attenersi scrupolosamente al proprio dovere, a prescindere dalle conseguenze politiche e a dispetto dei moniti del suo staff e della sua stessa famiglia, a partire dalla moglie Patrice (Jennifer Ehle, validissima in una parte che rimane però ancorata ai cliché della supporting wife).

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Sfida al Presidente: un profilo di Brendan Gleeson

Se dunque, durante il primo episodio, la tensione deriva dagli effetti mediatici dell'operato dell'FBI, risoltosi in un nulla di fatto ma capace di danneggiare la campagna del Partito Democratico, la seconda puntata vede entrare in scena invece Donald Trump, fino ad allora soltanto evocato a mo' di invisibile spauracchio. Personaggio catalizzatore della miniserie, Trump si manifesta attraverso l'impressionante maschera di trucco dell'attore irlandese Brendan Gleeson, in una performance in cui l'imitazione, dalla mimica facciale alla pronuncia delle parole, non tarda a sconfinare nel grottesco. Si tratta di un risultato forse inevitabile: la figura di Trump, la sua gestualità e la sua retorica si sono impresse a fuoco nell'immaginario americano (e non solo), e rappresentarle sullo schermo significa scontrarsi inesorabilmente con l'effetto-parodia.

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Sfida al Presidente: un'immagine del secondo episodio
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Sfida al Presidente: Jeff Daniels e Brendan Gleeson

Ciò nonostante, nel proprio ritratto di Trump Gleeson riesce a fondere le bizzarrie del neo-eletto Presidente degli Stati Uniti con un'arroganza che, nelle parole e negli sguardi, si carica di un velato senso di minaccia: un contrappunto ideale alla pacatezza del James Comey di Jeff Daniels, costantemente sotto le righe in una prova tutta in sottrazione. I primi approcci fra Donald Trump e James Comey, paralleli al drammatico repulisti tra i funzionari dello Stato federale (a partire dalla procuratrice generale Sally Yates, interpretata da Holly Hunter), vengono raccontati pertanto con l'incedere di un horror sotto mentite spoglie, mentre la vicenda dei legami fra Trump e la Russia assume contorni sempre più ambigui e inquietanti. Nulla, tuttavia, che la cronaca politica non ci abbia già ampiamente mostrato negli ultimi quattro anni.

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Conclusioni

Si tratta del limite intrinseco di un docudrama che, nel suo intento di restituire un capitolo cruciale dell’attualità statunitense, sconta il confronto diretto con la realtà, senza poter contare sulla profondità e la ricchezza che potremmo trovare ad esempio in uno script di Aaron Sorkin. Come evidenziato nella recensione di Sfida al Presidente, la forza della miniserie deriva direttamente dalla materia narrativa, illustrata da Billy Ray con competenza ed equilibrio. Per quanto, alla resa dei conti, una fedeltà così aderente alla prospettiva di James Comey rischi di sfociare in un ritratto acritico – e fin troppo autoassolutorio – di un uomo che, volente o nolente, ha contribuito non poco a far prendere alla storia americana una determinata direzione dal 2016 a oggi.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.6/5

Perché ci piace

  • La capacità di ricostruire ed illustrare con chiarezza uno snodo fondamentale della storia politica statunitense.
  • La sapiente interpretazione nel ruolo di James Comey di Jeff Daniels, ben supportato da un cast di ottimi comprimari.
  • La tensione insita in numerose scene della miniserie, legata alle questioni etiche nel rapporto tra l’FBI e la Casa Bianca.

Cosa non va

  • Una sostanziale linearità che non giova alla miniserie nel suo difficile confronto con la cronaca.
  • L’eccessiva aderenza alla prospettiva e alle ragioni di Comey.