Dalla Polonia arriva su Netflix la stagione 2 di una serie molto originale che meriterebbe maggiore attenzione da parte degli utenti: Sexify, quasi una versione di Sex Education per un target anagraficamente di qualche anno più grande rispetto agli studenti del liceo, a cui si uniscono degli elementi tipici delle comedy ambientate sul posto di lavoro.
Con una visione molto femminile alle tematiche come la scoperta della propria identità e sessualità, ma un approccio comunque ironico e leggero, la serie dimostra, come verrà spiegato anche nella recensione, un'originalità che meriterebbe di farla emergere tra le numerose proposte della piattaforma di streaming.
La trama della stagione 2 di Sexify
Le protagoniste di Sexify sono Natalia (Aleksandra Skraba), Monika (Sandra Drzymalska), e Paulina (Maria Sobocinska) che, dopo aver ideato l'app Sexify e aver capito che il piacere femminile non è legato solo a questioni scientifiche e fisiche, cercano di ottenere successo come imprenditrici. Quando tutto sembra andare per il meglio, le giovani si ritrovano sull'orlo del disastro economico e personale.
La loro inesperienza imprenditoriale e in campo sentimentale le porta a dover affrontare incomprensioni, il rischio di perdere il controllo della propria azienda, responsabilità economiche, difficili decisioni pur di mantenere la propria indipendenza e l'obbligo di riflettere sui compromessi che sono disposte a prendere.
Le tre amiche continuano inoltre a esplorare la propria sessualità e a cercare di capire come stabilire un sano rapporto sentimentale.
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Una stagione più matura, ma maggiormente frammentata
Rispetto alla prima stagione, la narrazione procede in modo più frammentato e le storie delle tre protagoniste fanno quasi fatica a intrecciarsi in modo naturale, apparendo accostate in modo fin troppo forzato.
L'introduzione di nuovi personaggi - dalla donna in carriera che da alleata diventa nemica al revisore di conti che compie il percorso inverso, fino alla caricatura di un artista-influencer-giovane miliardario che racchiude in modo satirico tutti gli eccessi della generazione social - a tratti aiutano a rendere meno superficiale gli eventi e in altri passaggi, invece, distolgono eccessivamente l'attenzione dal già complicato intreccio dei problemi delle tre ex studentesse. La scelta di far tornare in scena alcuni volti della prima stagione contribuisce poi a creare una certa continuità narrativa nella seconda metà del racconto, dopo un avvio che sembrava in più passaggi un reset quasi totale, ma al tempo stesso complica ulteriormente una storia che avrebbe avuto bisogno di una maggior semplicità, considerando il ridotto numero di puntate a disposizione.
Spazio al mondo maschile
Senza mai risultare volgare, la serie Netflix affronta, dopo il focus sul piacere femminile, la sessualità maschile passando dalle menzogne condivise da un gruppo di militari ai problemi di Adam (Jan Wieteska) che mette a rischio la sua storia con Natalia, dando spazio anche alle scelte prese da Mariusz (Piotr Pacek) dopo la fine del fidanzamento con Paulina.
L'argomento appare articolato in modo non del tutto convincente, dando troppo spazio a stereotipi e accelerando per arrivare alla risoluzione prima del season finale. La velocità con cui si arriva all'ultimo, almeno per ora, capitolo della storia ostacola forse più del dovuto la fluidità del racconto che si conclude con un cliffhanger che potrebbe lasciare insoddisfatti in caso di mancato rinnovo del progetto.
Tre protagoniste convincenti
A sostenere con bravura la serie sono le tre protagoniste con le loro interpretazioni. Aleksandra Skraba continua a rappresentare bene le insicurezze di una persona introversa e la cui inesperienza in campo sentimentale la porta a non avere le idee chiare riguardanti la propria relazione, mentre la sua ambizione deve fare i conti con più di un problema. Accanto a lei Maria Sobocinska delinea Paulina mantenendo ancora un legame con le ansie legate alla sua religiosità, ma facendo compiere al suo personaggio dei passi in avanti, tra lezioni d'arte, ex che rientrano in scena e confronti con il padre.
Sandra Drzymalska sa poi dare a Monika la capacità di mantenere vulnerabilità e determinazione in parti uguali.
Il resto del cast mantiene un buon livello nelle interpretazioni, pur non avendo molto spazio a disposizione.
Tra alti e bassi, momenti divertenti e qualche elemento introdotto e senza poi essere sviluppato, la seconda stagione di Sexify mantiene la sua ironia e la capacità di far riflettere sulla natura dei rapporti umani all'interno di una società in cui la tecnologia, tra app e realtà virtuale, sta modificando le relazioni in modo costante e significativo.
Una sceneggiatura più attenta avrebbe forse inserito Sexify sulla scia del successo di Sex Education, tuttavia il risultato finale riesce comunque a soddisfare e intrattenere senza fatica.
Conclusioni
La stagione 2 di Sexify ha lati positivi e negativi, ma l'insieme di buone interpretazioni e un approccio fresco ai problemi sentimentali tiene a galla l'intero progetto. La leggerezza e la capacità di intrattenere, come si spiega anche nella nostra recensione, riescono a dare forza a un racconto al femminile che sfrutta nel migliore dei modi le interpretazioni delle sue protagoniste. Pur non essendo all'altezza della prima stagione, le disavventure di Natalia, Monika e Paulina meritano comunque il binge-watching rappresentando un'alternativa per il pubblico adulto che potrebbe faticare a immedesimarsi nelle vicissitudini al centro di Sex Education. Dopo due capitoli che affrontano lo stesso tema, ma da due punti di vista diversi, l'evoluzione verso l'età adulta delle tre amiche possiede un potenziale interessante e gestito in modo intelligente e i difetti e i passaggi a vuoto non limitano la capacità di parlare senza filtri dei problemi quotidiani legati al lavoro e all'amore, regalando qualche risata e spingendo a riflettere. La lotta delle protagoniste per mantenere il controllo sul frutto del proprio duro lavoro e per capire le priorità della vita è inoltre un elemento realistico e gestito bene, venendo rappresentato da più prospettive. Il mancato rinnovo per una terza stagione rappresenterebbe da parte di Netflix un'occasione sprecata, lasciando in sospeso una narrazione che meriterebbe di chiudere dei capitoli lasciati per ora aperti e in sospeso.
Perché ci piace
- La seconda stagione segue in modo convincente l'evoluzione delle protagoniste.
- L'approccio alla scoperta della sessualità e del piacere è gestito senza risultare volgare.
- I problemi legati al mondo del lavoro appaiono credibili e realistici.
Cosa non va
- I personaggi secondari non sono sviluppati in modo esaustivo.
- La narrazione è maggiormente frammentata e dispersiva.
- Il cliffhanger finale, in caso di rinnovo, sarebbe deludente.