Non possiamo che aprire questa recensione di Sex/Life, la nuova serie Netflix dedicata ad un pubblico adulto, constatando quanto il titolo sia capace di riassumerne interamente il contenuto: una storia che ruota interamente attorno alla scelta di avere una vita sessuale appagante o un matrimonio felice. Perché le due cose, almeno per la nostra protagonista (ma anche per altri dei personaggi ci rendiamo presto conto), non possono coesistere. Le cose non vanno tanto più in là di così in questa storia che è una via di mezzo tra Sex and the City (abbiamo anche una narratrice che mette su carta la sua vita sessuale) e Desperate Housewives, in un piatto miscuglio in cui nemmeno le (fin troppo) numerose scene bollenti riescono a mettere un po' di pepe.
Peccato, perché forse una riflessione sulla depressione a cui molte donne vanno incontro dopo il parto, o magari semplicemente sulle difficoltà che è normale vivere nella quotidianità di una coppia consolidata, era possibile e decisamente interessante. Quando si inizia a scavare un po' sotto la superficie, però, non si trova altro che una trama poco accattivante che ruota interamente attorno alle turbe di una casalinga insoddisfatta ed incline alle fantasie a luci rosse con protagonista il suo ex. Se l'idea era quella di attrarre il pubblico che aveva apprezzato i momenti più passionali di Bridgerton con un'altra serie tratta da un romanzo rosa per adulti (in questo caso 44 Chapters About 4 Men), si fallisce però su tutta la linea quando non si riesce a dargli altro che una trama mal sviluppata, personaggi con cui non si riesce a creare empatia e una quantità assolutamente spropositata di scene di sesso, che dopo un po' finiscono pure per essere ripetitive.
Billie non è soddisfatta della sua vita
Billie (Sarah Shahi) è una casalinga con una vita perfetta: un'enorme casa nel verde della periferia di New York (ovviamente dove poteva essere ambientata questa storia se non nella Grande Mela?), un marito affascinante, onesto e premuroso (e se non bastasse pure piuttosto ricco) e due figli adorabili. La nostra Billie da un giorno all'altro si scopre però particolarmente insoddisfatta, l'uomo che ha sposato, Cooper (Mike Vogel), non è in grado di darle sotto le lenzuola quello che invece le dava l'ex fidanzato, un prestante produttore discografico che però l'ha fatta enormemente soffrire. Quando lui decide di ricomparire nella sua vita e di risvegliare in lei desideri che credeva di aver sepolto, la donna decide di parlare di lui - e soprattutto del loro bollente passato, che le ritorna alla mente in tutti i suoi dettagli più scabrosi - nel suo diario. Sfortuna vuole però che Cooper decida di leggere le sue lunghe riflessioni sul suo ex, e che l'esistenza da favola che i due si sono costruiti cominci così ad incrinarsi. Negli otto episodi che compongono Sex/Life seguiremo Billie in un viaggio alla scoperta di sé stessa, cercando di fare la scelta più difficile della sua vita: sarà in grado di superare l'ingombrante ricordo del suo vecchio amore o dovrà rinunciare all'idillio matrimoniale con il marito?
78 serie TV da guardare su Netflix - Lista aggiornata a maggio 2021
Personaggi monodimensionali
Raramente ci siamo trovati così in difficoltà nel portare a termine la visione di una serie: Sex/Life, pur partendo da una premessa che potrebbe anche essere interessante, non riesce mai a creare una vera connessione con i suoi spettatori, trascinandoli in una visione completamente priva di guizzi narrativi, in cui la trama si riduce spesso a riempitivo tra una scena di sesso e l'altra. Sopratutto facciamo fatica ad empatizzare con la protagonista, ma anche a capirla, cosa che in una serie di questo tipo dovrebbe essere fondamentale, e dobbiamo ammettere che ci siamo ritrovati ad alzare gli occhi al cielo all'ennesima scena in cui si fa trasportare dai ricordi dei momenti passionali vissuti con il suo ex, in presenza del marito, delle amiche, addirittura dei figli.
Lei, ma anche tutte le altre donne che incontriamo in Sex/Life, sono stereotipate e - anche quando vengono presentate come acculturate, emancipate e libere nella loro avventurosa sessualità - assolutamente monodimensionali, asservite al desiderio che uomini (altrettanto monodimensionali) riescono a scatenare dentro di loro. Si poteva fare decisamente di meglio tanto per caratterizzazione dei personaggi - e il cast ci prova a dare un po' più di spessore al materiale con cui deve lavorare - che per sviluppo della trama: il risultato, purtroppo, fa però acqua da tutte le parti.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione sottolineando come questa serie non funzioni sia per quanto riguarda la costruzione della trama che per la caratterizzazione dei personaggi, principali e secondari, che risultano monodimensionali e stereotipati. Troppe le scene bollenti, che ad un certo punto risultano pure ripetitive.
Perché ci piace
- La trama potrebbe fornire spunti interessanti…
Cosa non va
- …che però non vengono approfonditi.
- I personaggi sono mal caratterizzati e caricaturali.
- La storia è a tratti inverosimile.
- Troppe le scene bollenti, che finiscono per annoiare ed essere ripetitive.