Abbiamo bisogno di aria, di luce del sole, di sabbia tra i piedi
Sono queste le parole di Dorothy nella premiere della terza stagione di Servant, dal 21 gennaio su Apple Tv+ con appuntamento settimanale. Sembrano per traslato le parole degli spettatori, stanchi di stare tra quelle quattro mura domestiche che li hanno accompagnati, così come la famiglia protagonista, durante le prime due stagioni. Una volta usciti da quella casa-prigione sarà tutto risolto? Scopriamolo in questa recensione del primo episodio di Servant 3 senza spoiler sui nuovi episodi.
Là fuori
I Turner stanno preparando un'uscita sulla spiaggia nel Jersey nonostante faccia freddo (fa sempre freddo in questa serie), per far prendere un po' di aria buona a Jericho che sta mettendo i dentini e per ricominciare a respirare loro stessi (l'elaborazione del lutto ha lasciato spazio al ricominciare a vivere). Leanne (Nell Tiger Free) continua ad avere incubi e ad essere in ansia dopo l'attacco subito dalla setta, nonostante siano passati tre mesi e non ci siano più stati segni: "Ma loro sono pazienti" ribadisce più volte ai Turner, impaurita. Questi ultimi vorrebbero convincerla a seguirli sulla spiaggia ma lei decide che è meglio per l'umore di tutti di rimanere a casa. M. Night Shyamalan, produttore del progetto, torna alla regia offrendoci un episodio, scritto dal creatore Tony Basgallop, al cardiopalma ed estremamente claustrofobico nonostante i personaggi escano all'aperto. Questo perché le loro strade si dividono e Leanne continua a rimanere in casa, sentendosi oppressa e annoiata ma non avendo il coraggio di arrivare alla fine dell'isolato: la regia continua ad accompagnarci in questo viaggio tra le mura domestiche, e anche quella strada di fronte casa Turner sembra parte dell'assetto claustrofobico e senza uscita alla base dello show. Chissà quanto consapevolmente questa premiere parla della situazione che stiamo vivendo nella realtà: la voglia di ripartenza e allo stesso tempo la paura di uscire in luoghi affollati per evitare troppi contagi.
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La casa
La casa, topos ambientale e narrativo negli horror, in Servant è quasi un teatro degli orrori, non il luogo accogliente ma al massimo il luogo che protegge, o almeno così credono i personaggi, dato che l'orrore come abbiamo visto nello scorso finale di stagione è arrivato dalle fondamenta (metaforiche) di quella stessa abitazione. L'orrore è anche nascosto nell'intercapedine dei muri, da dove fuoriescono farfalle notturne che Leanne continua a collezionare perché vorrebbe riportarle in vita, senza riuscirci. La farfalla, che rappresenta la rinascita ma anche l'inconsistenza di questa felicità ritrovata, non è l'unico animale simbolico presente nella premiere: abbiamo anche dei misteriosi gabbiani, proprio come Gli uccelli di Hitchcock. Sono i dettagli nella regia di Shyamalan ad annunciare e amplificare che qualcosa di orribile o pericoloso sta per accadere, come ad esempio una trave allentata del pavimento in legno. Pavimento che già aveva colpito Sean come sappiamo nelle stagioni precedenti.
Tutto il contrario di quello che accade ai Turner, che hanno ritrovato un'insperata tranquillità familiare "piena di possibilità" come risultato del ritorno di Jericho. Dorothy (Lauren Ambrose) e Sean (Toby Kebbell) sembrano più complici che mai, Julian (Rupert Grint) si è disintossicato e ha una nuova fidanzata (la new entry Sunita Mani), vorrebbe migliorarsi come persona dentro e fuori. Eppure Leanne continua a dirgli che non dovrebbe. Che sia tutta una conseguenza del suo ritorno in vita? Il surreale momento musicale che coinvolge i fratelli è la testimonianza di come vogliano disperatamente che il peggio sia alle loro spalle. Ma una presenza si sta facendo largo in casa - una figura sullo sfondo vicino al muro, qualche passante sospetto appena fuori dalla finestra - e le conseguenze non potranno che essere disastrose, come risultato di un evento estremamente traumatico quale quello vissuto da Leanne.
Che prezzo avrà il ritorno di Jericho?
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione di Servant (episodio 3x01) felicissimi che la serie ci regali una premiere al cardiopalma, che vede il ritorno alla regia di M. Night Shyamalan. Una premiere che fa uscire i personaggi fuori, ma il Male non si allontana da loro, trova nuovi modi per raggiungerli e bisogna chiedersi quale sarà il prezzo delle loro scelte negli episodi a venire. Tra metafore, simboli e topoi narrativi, la casa della serie non è mai stata così cruciale e divisiva fra ciò che c’è al suo interno o sotto le sue fondamenta e ciò che esiste là fuori. Ma sarà davvero così?
Perché ci piace
- La scrittura da altissima tensione del creatore Tony Basgallop e il ritorno alla regia di M. Night Shyamalan
- L’utilizzo della casa al massimo del suo potenziale
- L’interpretazione di Nell Tiger Free e della sua Leanne
Cosa non va
- La serie potrebbe aver stancato per la ripetitività qualche spettatore, ma con questa premiere dovrebbe ricredersi