"... anni e non sentirli"
È una frase oramai tormentone che si dice spesso riguardo a una persona, o un prodotto, che non sente "gli anni che ha" (per citare la sempreverde Corinna di Boris). A questo proposito, ci sono serie tv che hanno superato egregiamente la prova del tempo, altre invece che non si sono riuscite: in questa classifica abbiamo provato a riunire le serie tv che sono invecchiate benissimo. Non abbiamo potuto inserirle tutte, anche perché alcune hanno una seconda o terza vita come Sex and the City e CSI, di cui sono in arrivo nuove stagioni revival su HBO Max e CBS, nonostante siano state rivoluzionarie nel proprio genere.
In questa lista abbiamo cercato di inserire, oltre che capisaldi della serialità dagli anni '90 in poi, anche i vari generi narrativi principali.
I segreti di Twin Peaks (1990 - 1991 / 2017)
Passano gli anni ma ancora abbiamo a che fare con l'eredità che ha portato questa serie, e la cittadina di Twin Peaks, con la quale David Lynch ha prestato il proprio talento alla tv, a ciò che è venuto dopo. Non importano gli abiti o le acconciature anni '90, non importa che non ci fossero gli smartphone o i social network, importa la caratterizzazione dei personaggi, mai così centrale e approfondita prima, l'atmosfera unica nel suo genere, così come i segreti che la cittadina del titolo faceva trasparire uno a uno, calamitando tutto il mondo sulla domanda "Chi ha ucciso Laura Palmer?". Una serie invecchiata così bene che a suo modo ha rivoluzionato di nuovo la tv quando è tornata 25 anni dopo con una stagione revival. È per questi e altri mille motivi che tuttora quando Kyle MacLachlan condivide un ricordo, una frase, una citazione del ruolo e dello show a cui deve tutto, ci sembra ieri e non sembra essere passato così tanto tempo.
25 anni di Twin Peaks: come la serie culto di David Lynch ha cambiato la storia della TV
Lost (2004 - 2010)
Lo stesso discorso di eredità vale per l'altra serie che ha cambiato moltissimo il mondo della televisione, ancora una volta, ovvero Lost. E non c'è niente di più senza tempo di uno show che col tempo (narrativo e degli spettatori) ha giocato tantissimo, non solo con flashback e flashforward mai usati in questo modo nella serialità, ma anche con le lunghe discussioni, teorie e elucubrazioni dei fan sui forum e dal vivo nell'attesa di una nuova puntata settimanale, o peggio ancora nell'attesa di una nuova stagione durante i mesi estivi. Una serie che ha precorso i tempi dei social e dei meme prima dell'esistenza dei social network, con discussioni che continuano ancora oggi anche se in misura minore, anche dopo quel finale che ha messo un punto, o un nuovo inizio, nel bene e nel male. A proposito del creatore J.J. Abrams, un'altra sua serie invecchiata benissimo è Alias, che lanciò la carriera di Jennifer Garner.
Lost: la costante e la variabile delle serie tv
X-Files (1994 - 2002 / 2016 - 2018)
Mulder e Scully, la coppia più travagliata della tv (ci hanno messo otto stagioni per darsi un bacio) e allo stesso tempo quella che ha fatto del binomio scienza/fede, dello scetticismo di Scully e del credo di Mulder, un focus su cui molte serie si sono basate dopo e a cui devono tantissimo. Un cult sci-fi sulla curiosità per gli alieni, il "mondo là fuori", gli X-Files, che nonostante gli anni sul groppone sembra ancora nuovo per l'attualità di alcuni casi e alcune tematiche affrontate, per il terrore che alcuni episodi e alcune sequenze riescono tutt'oggi a generare negli spettatori. Così cult per la FOX che ha riportato David Duchovny e Gillian Anderson a interpretare nuovamente la coppia più famosa della tv più di un decennio dopo, per espandere ancora l'universo creato da Chris Carter, tra episodi filler, puntate col caso della settimana ed episodi dedicati alla mitologia dello show.
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Buffy l'Ammazzavampiri (1997 - 2003)
Un cult senza se e senza ma, che ha creato una commistione incredibile fra teen drama e fantasy a tema vampiresco. Joss Whedon riuscì nell'impresa incredibile di ribaltare un film venuto male con un serial entrato di diritto nelle serie migliori di sempre, tuttora da riscoprire e da analizzare, così ante litteram per l'approfondimento femminista non solo della protagonista Buffy ma anche del personaggio di Willow, interpretato da Alyson Hannigan, ad esempio. Una protagonista, interpretata da Sarah Michelle Gellar che a questa serie deve tutto, che ribaltava da subito i canoni del genere con la bionda di turno che invece di essere la damigella in difficoltà, prima a venire uccisa in un horror, si mostrava come l'eroina, la Cacciatrice, la Prescelta, cazzuta e che non le mandava a dire, e che sapeva darle come nessun'altro.
Buffy - L'ammazzavampiri: 10 cose che (forse) non sapete sulla serie di Joss Whedon
Friends (1994 - 2004)
La sitcom con la S maiuscola, Friends, ha festeggiato con la recente reunion del cast per la prima volta in 17 anni. La comedy per eccellenza che ha insegnato a tutte quelle che sono venute dopo di lei che sitcom e quindi pochi ambienti, personaggi tipo non significa involuzione ma evoluzione dei personaggi. Una comedy che ha dimostrato quanto faccia palestra per attori giovani più o meno emergenti imparare a recitare col pubblico, quasi come fossero a teatro. Una sitcom che ha raccontato un sentimento puro e senza tempo come l'amicizia e una comedy che, nonostante gli anni '90 spudoratamente presenti, fa ridere ancora oggi per la semplicità e allo stesso tempo l'eccezionalità delle proprie battute.
Friends: The Reunion, i 10 momenti più emozionanti
The Wire (2002 - 2008)
Un crime che va ben oltre la definizione di crime, per molti The Wire è "la miglior serie tv mai realizzata" e che quindi non sente proprio il tempo che passa. Un affresco complesso e stratificato da parte di David Simon, così tristemente attuale oggigiorno, sulla lotta contro il traffico di droga da parte della polizia a Baltimora. Un assoluto e accurato realismo dei personaggi, mai così crudo (come succede in Oz, il jail drama sempre di HBO) mostrato attraverso il rapporto tra cittadini e sbirri e fra i vari agenti all'interno dello stesso corpo di polizia, con poliziotti corrotti, gerarchie, e via dicendo, mettendo al microscopio un'indagine per ogni stagione in tutte le sue fasi.
Six Feet Under: I 10 momenti migliori della serie
Six Feet Under (2001 - 2005)
Ancora HBO, 5 stagioni, 63 episodi e 77 morti per Six Feet Under, la serie sulla vita e la morte di Alan Ball, che da American Beauty prese quel gusto e modo unico di raccontare la società, l'identità e la famiglia e li trasportò in questo family drama atipico. Un drama puro come pochi nella storia della tv, ovvero non contaminato da altri generi. Al centro la famiglia Fisher che gestisce una ditta di pompe funebri e ogni personaggio deve fare i conti con la propria vita personale quando il patriarca muore - così inizia lo show così come ogni episodio, il cui incipit è un decesso con cui dovrà avere a che fare l'azienda familiare - e così finirà, inevitabilmente, ricordando agli spettatori come vita e morte non siano agli antipodi ma due facce della stessa medaglia.
I Soprano: 5 motivi per cui la serie ha cambiato il mondo televisivo
I Soprano (1999 - 2007)
La serie sulla mafia famosa tanto quanto Il Padrino, I Soprano, con protagonista il compianto James Gandolfini e uno stuolo di attori italo-americani che tentarono di bilanciare gli stereotipi del nostro Paese con il Nuovo Mondo oltreoceano dove si erano rifatti una (mala)vita in questo caso. Lo show ridefinì il concetto di epica televisiva e il creatore David Chase ebbe il coraggio di mettere al centro un anti-eroe, che aprirà la strada a personaggi come Vic Mackey di The Shield e Walter White di Breaking Bad. Un anti-eroe che doveva affrontare i piccoli grandi drammi quotidiani e familiari (una madre invadente e apprensiva e dei figli adolescenti) prima ancora che i suoi traffici illegali. Un affresco onesto e familiare per una storia che poteva essere come tante altre, e invece è rimasta scolpita nella pietra della serialità.
The West Wing: la TV di ieri in una grande serie che sembra scritta oggi
West Wing (1999 - 2006)
Il capolavoro di Aaron Sorkin, West Wing, una delle penne più raffinate della serialità (nonostante l'abbandono dopo la quarta stagione lasciando le redini a John Wells). Uno show che, pur essendo legato al passaggio fra gli anni '90 e 2000, ha dipinto come nessun altro la complessità politica e sociale degli Stati Uniti, precorrendo molte tematiche, come quella razziale o LGBTQ+, che sono tornare alla ribalta in questi ultimi tempi. Trampolino di lancio o di conferma per molti attori da Dulé Hill a Martin Sheen, fu apprezzata da veri politologi e vari ex membri dell'Ala Ovest dove opera il Presidente, da cui il titolo, e conquistò ben 2 Golden Globe e 26 Emmy Award, raggiungendo insieme a Hill Street Blues il secondo posto nella classifica delle serie drama più premiate dall'Academy of Television Arts and Sciences.
I 25 migliori tormentoni delle serie tv entrati prepotentemente nelle nostre vite
Nip/Tuck (2003 - 2010)
"Mi dica cosa non le piace di se stesso" una frase iconica entrata nella storia della tv e che ha precorso di molto l'ossessione sempre più incessante della nostra società per l'immagine, per l'apparire più che per l'essere. Ryan Murphy in Nip/Tuck (binomio per "taglia e cuci") analizzò con cinismo il rapporto fra corpo e anima, ben prima dell'impazzare dei social network e della condivisione di foto, selfie, e così via. Una storia ancora terribilmente attuale, per una società che oscilla tutt'oggi fra ciò che promuove di essere e ciò che alla fine si ritrova ad apparire. Con due protagonisti opposti eppure speculari diventati cult come Sean McNamara e Christan Troy, i chirurghi plastici più famosi della tv.