A febbraio 2013, Netflix iniziava la sua avventura nella produzione di contenuti originali con House of Cards, richiamando da subito tra le sue fila nomi noti, dal sapore di grande cinema, come David Fincher per la regia e Kevin Spacey come magnetico protagonista. Fu l'inizio di un cammino proseguito spaziando tra i generi, dall'horror di Hemlock Grove all'originale mix di commedia e drama che è Orange Is the New Black, passando per lo storico Marco Polo ed il thriller di Bloodline. Un percorso che a due anni dal debutto ha coinvolto due personalità particolari come gli ex fratelli Wachowski, ora a tutti gli effetti sorelle.
In collaborazione con J. Michael Straczynski, le Wachowski portarono nel catalogo Netflix Sense8, una storia con venature fantascientifiche, magnetica e affascinante, che ha raccolto ulteriori consensi e colpito l'immaginario del pubblico, lasciando un segno profondo nei tanti che l'hanno amata, ma allo stesso modo un grande e lungo vuoto, spezzato soltanto dal contentino dello speciale di Natale pubblicato lo scorso 23 dicembre: la stagione 2 di Sense8 arriva su Netflix in tutto il mondo, infatti, soltanto il 5 maggio 2017, a quasi due anni dalla prima apparizione della serie. Una seconda stagione che, va detto subito, non deluderà i fan, rappresentando una fluida e naturale evoluzione di quanto già visto.
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More of the Same: le conferme della stagione 2
La stagione 2 di Sense8 riparte da dove la storia ci aveva lasciati, con lo speciale di Natale a fungere da vera e propria premiere estesa per questo nuovo ciclo di episodi, e l'evoluzione delle vicende degli otto sensates, gli otto estranei che si ritrovano ad essere uniti da un collegamento emotivo e mentale che li rende un unico cluster, segue il cammino che ci saremmo aspettati, almeno in termini di ritmo: se l'inizio della serie era caratterizzato, giustamente, da una fase di conoscenza e apprendimento che aumentava di passo man mano che lo spettatore seguiva i personaggi della storia, la seconda stagione inizia fin da subito con una maggior densità narrativa, con intrecci più ricchi di avvenimenti e dettagli.
Si conferma, piuttosto, un comparto visivo di altissimo livello, nella costruzione dell'immagine sempre ricercata e d'impatto, affidata per lo più a Lana Wachowski che ha diretto in prima persona un buon numero dei dieci episodi realizzati, e da sola data l'assenza della sorella Lilly per quest'anno, sostenuta dal supporto alla scrittura del co-creatore Straczynski. Una cura visiva che soffre di qualche passaggio un po' troppo brusco, ma che si avvale di una scelta cromatica sempre suggestiva che valorizza le bellissime location scelte per far da sfondo alle vicissitudini dei protagonisti, che rispetto alla prima stagione aumentano anche di numero, aggiungendo alle nove città viste due anni fa anche parentesi a Los Angeles e in Brasile, che vanno a completare quanto visto nello speciale di dicembre che faceva tappa anche nella nostra Positano e che rende Sense8 una delle produzioni seriali più ricche e varie dal punto di vista visivo.
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La costruzione mitologica
Se lo sviluppo narrativo di Sense8 appare naturale e compiuto, facendo ben sperare per le eventuali, ma probabili, prossime stagioni, è perché questa maggior ricchezza narrativa non rinuncia anche ad una maggior profondità, scavando sotto la superficie della componente mitologica della serie. Sappiamo fin dallo scorso anno dei sensate e degli altri cluster del mondo, ma abbiamo ora anche una definizione più propriamente scientifica di Homo Sensorium, e la stagione 2 si preoccupa di approfondire questi argomenti, darci delle informazioni in più al riguardo, aggiungendo ulteriori livelli a quanto già sappiamo, altre forze in gioco ed ulteriori dettagli e collegamenti. Nuovi cluster vuol dire anche nuovi personaggi, che non sempre saranno positivi o affidabili, tra i quali va sicuramente menzionata l'italiana Valeria Bilello.
Ma vedremo ancora, ovviamente, il Jonas Maliki di Naveen Andrews, conosceremo ulteriori dettagli della sua storia e dell'Angelica di Daryl Hannah, mentre rivelazioni e colpi di scena terranno alta l'attenzione (il sesto episodio della stagione 2, per esempio, l'ultimo che abbiamo avuto modo di visionare, si conclude con un cliffhanger che inevitabilmente porterà a cliccare sul successivo). Una densità narrativa che, alternando sequenze più sensuali a momenti action, non offusca quello che è il vero fulcro della serie, quell'enfasi sulla componente emotiva che ha saputo conquistare tanti utenti Netflix, e non solo, in tutto il mondo.
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Sensate Assemble
Non è un mistero che Sense8 sia una serie sull'accettazione delle diversità, sull'uguaglianza, sull'empatia e su una spinta verso la fratellanza tra popoli per il futuro della nostra specie. Temi cari alle Wachowski che a tratti eccedono nel sottolinearli, con un'insistenza che può rappresentare per qualcuno il principale limite della serie tanto quanto per altri ne sono il valore aggiunto. Per questo ha un'importanza vitale la consapevolezza, che gli otto Sensate raggiungono al termine della prima stagione, di quanto potenziale abbiamo come gruppo piuttosto che come singoli individui. Una consapevolezza che ha come immediata conseguenza una maggior cooperazione che diventa la base del loro sviluppo negli episodi di quest'anno: se è vero che ognuno di loro affronta già ad inizio stagione evoluzioni e momenti di svolta, che sia la storia d'amore a distanza tra Wolfie e Kala, la fuga di Will e Riley o la crisi lavorativa di Lito, è ugualmente vero che in ognuno di essi ha il supporto e la partecipazione dei suoi compagni di cluster, tanto che vediamo il gruppo sempre più spesso unito sullo schermo.
Un'evoluzione che indubbiamente funziona per una serie come Sense8 che non fa altro che sottolineare come insieme alle persone a noi care possiamo essere migliori e più forti. Un insegnamento che, al netto di alcuni momenti più melensi e sentimentali che possono far storcere il naso a qualcuno, dovremmo ascoltare tutti.
Movieplayer.it
4.0/5