Tra il 2013 e il 2015 Netflix ha gettato le basi della sua odierna popolarità, lanciando serie coraggiose e originali, capaci di attirare l'attenzione del pubblico e rappresentare una vera e propria dichiarazione d'intenti, da House of Cards e Orange is the New Black alla prima stagione di Daredevil. Nel gruppetto di show che hanno contribuito a creare l'immagine del canale streaming come di una realtà viva, frizzante e innovativa va sicuramente inserito Sense8, ideato da Lana Wachowski e Lilly Wachowski e al debutto il 5 giugno 2015.
Forse per questo il mancato rinnovo dopo il lancio della stagione 2 è arrivato come una doccia fredda, perché Sense8 rappresentava una delle colonne sulle quali è stato costruito l'impero di Netflix e aveva radunato attorno a sé un manipolo di fan agguerrito, ma probabilmente non abbastanza numeroso da sostenere le ingenti spese di una serie con così tante location in giro per il mondo. Le proteste e l'amore di quei fan hanno però sortito un effetto: la concessione di un episodio speciale da due ore per tirare le fila di quanto impostato in due anni e venti episodi. Sarà stato sufficiente?
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This Means War
I Sensates ci avevano lasciato un anno fa con una dichiarazione di guerra, al termine di una stagione che aveva messo da parte la fase introduttiva per spingersi nel territorio della complessa mitologia della serie, dando maggior spazio alle interazioni e le collaborazioni tra i protagonisti. Un'evoluzione naturale per Sense8 che avrà assecondato gli appassionati, ma difficilmente ne avrebbe catturati di nuovi: per questo anche questo finale di serie segue la medesima strada e la sottolinea con tanti momenti, d'azione e non, costruiti per dar soddisfazione proprio al suo pubblico affezionato. Un ringraziamento reso esplicito dalla dedica conclusiva proprio per l'amore di quei fan che hanno permesso quest'ultimo episodio.
Uno speciale di due ore e mezza che mette in scena la guerra annunciata in precedenza, costringendo ognuno dei protagonisti a mettere da parte la propria vita per l'intento comune. Un finale che sintetizza le caratteristiche dello show, ne ripercorre le caratteristiche sia visive che tematiche, spostandoci da Parigi a Napoli e ritagliandosi spazio per approfondire ulteriormente l'aspetto mitologico, la natura dei sansates e dei cluster, ma affrettando il passo nella gestione dell'intreccio e nel raccontarci gli avversari dei protagonisti.
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Tutti per uno
D'altra parte il cuore della serie sono i suoi personaggi principali, da Sun a Nomi, Wolfgang e Lito, il cluster e la sua unione e Lana Wachowski, senza il supporto di Lilly già dallo scorso anno, cerca di dare lo stesso spazio e tempo a ognuno di loro. Di render giustizia ai suoi protagonisti, alle relative motivazioni e evoluzioni, a costo di sacrificare il piano narrativo e una storyline che in condizioni normali si sarebbe dipanata nell'arco di una intera stagione. In due ore e mezza fa quel che può e il risultato è in linea con quanto ci si aspettava, un po' frettoloso in alcuni passaggi, ma in grado di far felici i fan con scene d'azione girate con la consueta cura e alcuni momenti carichi di grande emozione, dal bellissimo montaggio accompagnato da I Feel You all'intenso finale.
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L'importanza dei sentimenti
"Viviamo in un mondo che non ha fiducia nei sentimenti" si dice nel corso del finale, per rimarcare uno dei concetti cari alla serie e alle Wachowski che l'hanno ideata insieme a J. Michael Straczynski: empatia, accettazione delle diversità, uguaglianza e amore universale sono la spina dorsale di Sense8 e lo conferma anche in questo speciale, dall'inizio al lungo ed emozionante finale che ovviamente non anticipiamo. Idee espresse con forza tale da conquistare parte del pubblico, ma tenere a distanza la massa.
Il cerchio per la serie Netflix si chiude con coerenza in un episodio conclusivo soddisfacente e pone la giusta parola fine ad un'avventura che avrebbe meritato maggior seguito.
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Movieplayer.it
3.5/5