Nell'aprire questa recensione di Selena: la serie scegliamo di fare un piccolo passo indietro, con l'intento di spiegare chi era questo personaggio osannato oltreoceano, ma decisamente meno conosciuto qui da noi: Selena Quintanilla Pérez, cantante americana di origini messicane, riuscì nell'intento, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, di farsi strada in un ambiente quasi esclusivamente maschile e di rendere popolare la musica tejana anche negli Stati Uniti. Scomparsa tragicamente a soli ventitré anni, da fenomeno della musica amatissimo dai due lati della frontiera, Selena si è trasformata in una vera e propria icona, idolatrata dai fan ancora oggi, venticinque anni dopo essere stata uccisa da una delle sue più grandi ammiratrici. Già portato sullo schermo nel 1997 da una Jennifer Lopez agli esordi nel film di Gregory Nava, il personaggio prende nuovamente vita in questa serie distribuita in due parti da Netflix e prodotta, tra gli altri, da suo padre e sua sorella.
Selena: la serie è infatti un vero e proprio affare di famiglia - ed un titolo più corretto, a nostro parere, sarebbe stato forse I Quintanilla -, perché nei nove episodi di questa prima stagione seguiamo sì la carriera agli esordi della cantante, ma approfondiamo anche le storie di chi l'ha accompagnata nella scalata al successo: i suoi genitori, che le fecero da manager e supporter, sua sorella Suzette, batterista della sua band e suo fratello A.B., bassista e produttore ufficiale delle sue canzoni.
La scalata al successo di Selena
La serie si apre - dopo un breve flashforward su quello che sarà uno dei concerti più importanti della cantante texana - con l'infanzia di Selena, che dimostra subito un'attitudine incredibile per la musica. Questo innato talento spinge suo padre, Abraham Quintanilla (Ricardo Chavira), a fondare una band, Selena y Los Dinos, con anche gli altri suoi figli, portando avanti così un suo sogno di gioventù e sperando di affrancare la famiglia dalla povertà. Fin da subito ci rendiamo conto di quanto Abraham sia un uomo estremamente ambizioso, di sani principi e con il bene della sua famiglia come primo obiettivo sì, ma al tempo stesso anche esigente, severo e autoritario.
Ed è proprio questa spinta costante da parte del padre a portare Selena e la sua band a passare dalle esibizioni ai matrimoni a quelle in tutti gli Stati Uniti e poi in Messico, dal furgoncino scassato al bus di lusso che li porta in tour, dall'essere degli sconosciuti a vincere un disco d'oro e a firmare con un'importante etichetta discografica. Selena (interpretata dalla Christian Serratos di The Walking Dead), che abbandona la scuola per far decollare la sua carriera, mette pian piano in luce un talento sempre più straordinario, conquistando chiunque la incontri e attirando sempre più persone ai suoi concerti.
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Una figura paterna che traina la narrazione
La centralità di quest'ingombrante, per quanto amorevole, figura paterna è forse una delle più grosse perplessità che abbiamo sulla serie: Abraham - e poi A.B. (Gabriel Chavarria) - acquistano progressivamente più spazio nella narrazione, mettendo in ombra quella che dovrebbe essere la protagonista assoluta di questa storia, Selena, ma anche le altre figure femminili della famiglia, Marcella (Seidy Lopez) e Suzette (Noemi Gonzales). Ciò che ne deriva è che la carriera ed il successo di Selena sembrino non essere altro che la realizzazione di un desiderio di suo padre e che lei, ma anche tutti gli altri, si siano semplicemente limitati ad assecondarlo nelle sue decisioni. Che Selena covi dentro di sé un enorme talento è indubbio, ma l'atteggiamento di suo padre (e poi di suo fratello), ci fanno quasi credere che le mancassero quella spinta e quella motivazione necessarie per raggiungere il successo, e che siano stati loro a fare in modo che esprimesse davvero il suo potenziale. Come siano andate veramente le cose non possiamo saperlo, ma l'impressione che abbiamo a visione ultimata è che la serie creata da Moises Zamora e diretta da Hiromi Kamata fallisca nel dare una voce a chi dovrebbe avere quella più potente di tutte: Selena.
Più e più volte ci siamo infatti ritrovati a chiederci se il vero sogno della ragazza texana fosse, più che il successo come cantante, quello di diventare stilista: nelle maggior parte delle scene in cui è da sola la vediamo intenta a cucire, a decorare i suoi vestiti e a disegnare modelli per concerti ed eventi, ascoltandola mentre dichiara quanto vorrebbe creare una linea tutta sua; suo padre e suo fratello (spinto forse più che altro dalla volontà di accontentare Abraham), invece, sono sempre più assorbiti dal sogno di sfondare in un'industria difficile come quella musicale, e fanno di tutto perché Selena venga vista, ascoltata, amata.
Nel far di tutto (forse anche troppo) per mostrare quanto i Quintanilla fossero una famiglia amorevole e profondamente unita, pare che la serie si scordi di caratterizzare al meglio la sua protagonista: Selena sembra quasi non avere una sua volontà, affidandosi sempre al giudizio degli altri per le sue decisioni. Non a caso, nei momenti di conflitto (principalmente legati alla necessità di affermare la propria identità come cantante nel mondo della musica tejana) è sempre Abraham a guidarla e dire le parole giuste perché lei si senta meno indecisa ed insicura.
Da questa Selena: La serie, che per altro è prodotta da chi la conosceva meglio di chiunque altro, ci aspettavamo un ritratto più completo e sfaccettato della sua protagonista, sopratutto visto che c'era il tempo e lo spazio per farlo.
Cosa aspettarci dalla seconda stagione
Ed è un vero peccato, perché Christian Serratos è davvero magnetica in scena: soprattutto durante i concerti e le esibizioni è carismatica e seducente, riuscendo a trasmettere a pieno il quel fascino particolare con cui Selena aveva fatto innamorare il suo pubblico. A differenza del personaggio interpretato a suo tempo da Jennifer Lopez, però, a lei non viene dato poi così tanto su cui lavorare per i momenti lontano dal palcoscenico: Selena è una ragazza dolce, altruista, a cui piace cantare e disegnare vestiti, ma non sappiamo molto di più di lei. Siamo curiosi, perciò, di vedere il cambiamento che dovrebbe aver luogo in lei nella prossima stagione: oltre alla parte legata all'omicidio (la responsabile ci viene presentata, brevemente, in uno degli episodi che abbiamo visto), la seconda parte dovrebbe coprire anche il raggiungimento del vero successo e l'evolversi della storia d'amore con Chris Perez (Jesse Posey), fonte di conflitto con i genitori ma in cui lei sappiamo riuscì ad imporsi. La narrazione viene bruscamente interrotta in un momento dalla carica emotiva molto forte e la nostra speranza è che, quando riprenderà, ci mostri Selena per come è veramente, rendendola finalmente la protagonista della serie che le è stata dedicata.
Conclusioni
Concludendo questa recensione di Selena: la serie non possiamo che sottolineare quanto lo show Netflix sia stato per noi una parziale delusione. La storia della famosa cantante tejana si scorda di dare una voce alla sua protagonista concentrandosi più sui personaggi maschili, suo padre e suo fratello, veri motori della narrazione. Perfetta nella parte, però, Christian Serratos, magnetica ed affascinante sopratutto nelle scene sul palco.
Perché ci piace
- La colonna sonora perfetta per rappresentare il periodo raccontato e le scene musicali.
- L'interpretazione di Christian Serratos, magnetica ed affascinante nelle scene musicali...
Cosa non va
- ...ma che ha poco su cui lavorare, a livello di sceneggiatura, in quelle off stage.
- La centralità delle figure maschili, che mettono in ombra la protagonista (e le altre figure femminili).
- Molte delle scene in famiglia sembrano costruite per far apparire i Quintanilla come la famiglia perfetta, amorevole ed unita, ma spesso sembrano poco realistiche.