"Once upon a time..." "Un tempo..." Inizia così il film che vi raccontiamo nella recensione di Secret Love, di Eva Husson con Odessa Young e Josh O' Connor che, dopo essere stato presentato al Festival di Cannes, al TIFF Festival Internazionale del Film di Toronto, al BFI London Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma, arriva al cinema dal 20 luglio con Lucky Red. Sono parole che svelano subito la natura letteraria del film, una storia tratta da un romanzo, Mothering Sunday di Graham Swift (edito in Italia da Neri Pozza con il titolo Un giorno di festa), che è anche il titolo con cui è uscito il film a livello internazionale e con il quale ne avrete sentito parlare in occasione dei vari festival. È una storia tratta da un libro e che parla di libri, in cui al centro c'è una scrittrice, o meglio, una futura scrittrice, e che, in fondo, ci racconta una storia d'amore, ma anche l'amore per la scrittura e per i libri, qualcosa che può salvarci la vita. Secret Love, il titolo italiano, serve più che altro a dirigere il film verso un target preciso. Si tratta infatti di un mélo, un film sentimentale ambientato nella vecchia Inghilterra, di quelli che non se ne fanno più. Un film d'altri tempi che una regia e una sceneggiatura ispirata, e un grande cast, elevano sopra la media, e rendono un'opera sorprendente e mai scontata.
Jane, la giornata libera e l'amore
È il 30 marzo del 1924. In Inghilterra è la Festa della Mamma. I coniugi Niven (Colin Firth e Olivia Colman) decidono di uscire a pranzo fuori e così la giovane domestica Jane Fairchild (Odessa Young) si ritrova la giornata libera. Orfana, non ha una mamma da cui andare e così si ritrova da sola. E ha finalmente la possibilità di trascorrere del tempo con il suo amante segreto, Paul (Josh O'Connor), il figlio dei vicini. Paul è fidanzato, e deve raggiungere la sua futura moglie a quel pranzo fuori. Ma indugia per stare il più possibile con Jane.
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Odessa Young e Josh O'Connor, corpi perfetti per questa storia
Secret Love è uno di quei film che si regge sui corpi dei giovani protagonisti. Gli occhi verdi, enormi, come due pietre di giada, e la bocca carnosa di Odessa Young sono i primi fotogrammi che vediamo nel film, e il suo volto e il suo corpo riempiono l'inquadratura per gran parte della sua durata. L'attrice è bravissima nel rendere la doppia anima del suo personaggio. Il contegno, lo sguardo educato, timorato, sottomesso di quando si trova a servizio. E poi la sensualità, acerba e innocente, e allo stesso tempo prorompente e sfrontata. Ha il volto e il corpo che emanano attrazione, e anche quel tocco di volgarità necessario per rappresentare un personaggio che non viene dalle classi più agiate. Josh O'Connor è noto a tutti per essere stato il Principe Carlo della serie The Crown. Le orecchie a sventola sono sempre quelle, certo, ma qui, complice il personaggio, lo script, e una serie di gesti, come quell'accendersi continuamente la sigaretta, riusciamo a vederlo sotto un'altra luce, affascinante, seducente come tutto ciò che non si può avere.
Il nostro sguardo quando desideriamo qualcuno
È questa, almeno in superficie, la storia di Secret Love, quella di un amore impossibile tra due persone di estrazione sociale diversa, e se fosse così sarebbe qualcosa che ci sembrerebbe già visto. Ma il film di Eva Husson è molto di più. A partire da quella sua macchina da presa mobilissima e libera che si ritrova davvero ovunque tra i due amanti, spesso a fior di pelle, a posarsi vicinissima ai corpi dei due amanti, fino quasi a toccarli. È un po' quello che fa il nostro sguardo, che, quando desideriamo qualcuno, si posa man mano su alcune parti del corpo, su tanti piccoli particolari.
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Quella domenica di festa, come una novella con la sua epifania
Quel titolo originale del film, Mothering Sunday, ha un senso. Perché quella domenica mattina è il centro del film, e viene descritta e dipinta con cura, con calma, con tutto il tempo necessario per farci vivere l'atmosfera di una calda e assolata mattina di primavera, per farci cogliere la confidenza e la complicità dei due amanti. Attorno a quella storia centrale si affastellano veloci, necessari per farci capire chi è e chi sarà Jane, ma quasi a non voleri interrompere troppo quella quiete di quella domenica mattina, dei flasbhack e dei flashforward. Quella domenica della festa della mamma si svolge come una novella, un racconto breve, e, come tale, ha la sua epifania, che dà il senso al film. E che tutto avvenga durante un "mothering Sunday" è importante, perché ci fa capire le origini di Jane, che è un'orfana e come tale non ha la mamma da cui andare. E anche per farci capire come solo durante un rarissimo giorno di festa una persona come lei possa essere libera di essere se stessa e di amare.
La sequenza: nuda, e libera, dentro quel palazzo
C'è una scena che, più di ogni altra, ci dà il senso del film e del personaggio di Jane. È quella in cui, dopo che Paul è uscito per raggiungere gli altri, Jane gira nuda per gli eleganti e austeri spazi del palazzo di Paul. È un momento che ha qualcosa di libertario, liberatorio, sovversivo. Jane cammina incurante degli austeri ritratti degli antenati di Paul. Nuda, libera da quella divisa che ne denota il rango e il ruolo, che la condiziona, Jane è finalmente se stessa. Non è più una domestica, ma è soltanto una donna. In quanto nuda è una pagina bianca, su cui poter scrivere qualsiasi cosa. Ed è qui che intravvede il proprio futuro: libera di avvicinarsi ai libri della biblioteca, si annusarli, di gustarli, di coglierne la magia e di trarne l'ispirazione.
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Una persona abituata ad osservare la vita
Il gioco a incastri tra presente e futuro ci permette di capire che quei libri avevano un senso, che Jane - questo possiamo dirvelo, il resto no - diventerà una scrittrice. In fondo, ne ha avuto sempre la consapevolezza, come la Marguerite Duras de L'amante, anche quando la sua vita sembra ancora distante da questa possibilità. Quei 14 anni passati a servizio hanno avuto un senso, quello di renderla una persona abituata ad osservare la vita. Jane, in seguito, dirà che ci sono stati tre momenti, nella sua vita, che l'hanno fatta diventare una scrittrice. Il primo è quando è nata. Il secondo quando, nella libreria dove lavorava, le è stata donata una macchina da scrivere. Il terzo momento è quello decisivo, ma non lo vuole dire. Lo scopriremo con la rivelazione che dà il senso a tutto il film, e lo rende, oltre che un gran bel mélo, una sorta di thriller dell'anima. Avrà a che fare proprio con quella "mothering Sunday", quella domenica della Festa della mamma così particolare. Ci sono giornate che possono cambiare la nostra vita. E Secret Love racconta proprio una di quelle.
Conclusioni
Nella recensione di Secreto Love vi abbiamo parlato di un mélo, un film sentimentale ambientato nella vecchia Inghilterra, di quelli che non se ne fanno più. Un film d'altri tempi che una regia e una sceneggiatura ispirata, e un grande cast, elevano sopra la media, e rendono un'opera sorprendente e mai scontata.
Perché ci piace
- La costruzione della storia, una sorta di novella con un'epifania, e con salti temporali.
- La scelta dei protagonisti, Odessa Young e Josh O'Connor, e di due grandi attori come Colin Firth e Olivia Colman nei ruoli secondari.
- La regia, una machina da presa libera e mobilissima sui corpi degli attori.
Cosa non va
- A tratti il film ha qualche calo di ritmo.