Nonostante non siano stati proiettati episodi in anteprima, Secret Level è riuscita comunque a conquistare il pubblico di Lucca Comics and Games. L'ha fatto con la presentazione del nuovo trailer, un paio di clip di grande impatto (non solo visivo), ma soprattutto grazie alla presenza del suo creatore Tim Miller, conquistato dall'evento toscano: "è una convention speciale. Di solito questi evento si tengono in centri appositi, con la gente che passa tra banchi di merce ed è tutto sterile, freddo. Qui il pubblico passa tra centinaia di anni di storia ed esplora nuovi tipi di tecnologie e mondi fantastici. Mi è sembrato di trovarmi a mia volta in uno di questi mondi."
E mondi di questo tipo vengono esplorati in Secret Level e non possiamo che drizzare le antenne. D'altra parte il suo passato parla chiaro: la sua Love, Death and Robots ci dice che con le serie antologiche ci sa fare e siamo certi che saprà ripetersi anche in casa Prime Video, dove la serie inizierà il cammino dal 10 dicembre, con un progetto similare nella forma, ma differente in quanto a oggetto a cui presta attenzione: il mondo dei videogiochi.
Cos'è Secret Level?
Si tratta infatti di una serie composta da 15 episodi basati su altrettanti videogiochi. E, ci tiene a sottolinearlo Miller, "per la prima volta sono giochi appartenenti a sviluppatori e autori differenti. Abbiamo voluto celebrare il mondo dei videogiochi" nella sua interezza, senza concentrarsi solo sull'attualità e il presente del media, ma "guardando anche al futuro o al passato, con titoli come Pac-Man e Megaman, o indipendenti come Sifu e Spelunky. L'abbiamo fatto consultandoci con gli sviluppatori, per farci dire da loro cosa poteva aver senso raccontare per espandere il loro titolo."
Ed è stato difficile lavorare insieme a loro? "Sì e no. Sì perché l'idea è stata difficile da comprendere all'inizio. Sono tutti competitor, concorrenti gli uni degli altri, e non avevano capito bene come avremmo affrontato il lavoro. Ma quando hanno capito quale sarebbe stata l'anima dello show, che si trattava di un'ode al mondo dei giochi, sono stati felici di farne parte." E non è stato ininfluente l'approccio di Amazon, che non ha puntato a impossessarsi delle IP dei diversi giochi, ma solo a "mostrare al pubblico questo mondo meraviglioso."
Il mondo dei videogiochi e potenzialità da capire
"È importante sottolineare che in generale i gamers sono persone entusiaste. Che sono in parte competitive, ma che quando vedono che qualcosa di importante sta succedendo, sono contente di partecipare" ha spiegato ancora Tim Millerr che proprio alla passione attribuisce il successo di alcuni adattamenti recenti: "Credo che Hollywood abbia capito che ci si possono fare parecchi soldi. Ma anche che non c'è un ingrediente segreto con cui fare un buon adattamento, che l'importante siano le persone che ci lavorano e il loro amore per il materiale di partenza." Un'idea condividiamo e che ci rende ancor più fiduciosi per Secret Level, perché "ho sessant'anni consumo videogame da cinquanta fottuti anni."
Animazione, stili, approccio alle storie
Secret Level è una serie d'animazione, ma non è stato lo stile la difficoltà principale, "perché partiamo da canoni artistici già strutturati per ogni singolo videogame. Ogni gioco ha il suo look, la sua arte, e il nostro ambiente è pieno di grandissimi artisti che ero sicuro che li avrebbero sfruttati al meglio. Non mi sono mai preoccupato di come sarebbe venuto questo progetto, perché conoscevo la bravura dei team coinvolti. Mi sono preoccupato delle storie che sarebbero state raccontate."
E in termini di storie c'è stato modo di sperimentare, di osare qua e là. Lo conferma l'episodio ispirato a Pac-Man che ci mostrerà il personaggio "come non l'avete mai immaginato. Cupo, estremo. Per questo lo adoro". Ma sono libertà prese di comune accordo con gli sviluppatori, come detto: "non è il tipo di lavoro in cui diciamo agli sviluppatori di darci il permesso e mettersi da parte, è stato sempre un rapporto di collaborazione in cui ci siamo tenuti aggiornanti costantemente sullo stato dell'arte."
E il futuro?
Inevitabile chiedergli se ci sarà spazio per una seconda stagione: "non posso rispondere a questa domanda, perché dipende da voi. Se guarderete la serie, sicuramente ci sarà. Ma posso dire che il materiale c'è, che abbiamo una lista enorme di titoli che non siamo riusciti a inserire in questa prima iterazione della serie." E propone una breve lista di esempi che ci fa già sbavare dalla voglia di vedere come e quanto potranno andare avanti: Joust, Space Invaders, Prince of Persia, Wolfenstein, "o il materiale che ha Disney, se solo ce lo lasciasse." Titoli molto diversi, che confermano l'approccio generale della serie: "amiamo i videogiochi e questa è una celebrazione non solo di questi ma di tutto il media."