Dopo due mesi di attesa (l'uscita europea, inizialmente prevista in simultanea con quella americana, è stata rimandata a causa di problemi con le tempistiche del doppiaggio), eccoci a scrivere la recensione di Scooby!, il secondo titolo d'animazione di una major statunitense a saltare nel 2020 il circuito delle sale in patria, optando prima per l'on demand e poi per lo streaming (da qualche settimana è disponibile su HBO Max, la piattaforma dedicata a tutti i brand della Warner). Un destino alquanto ironico, poiché nelle intenzioni degli autori il film, che ora arriva al cinema solo in determinati paesi come la Francia (in Italia esce in digitale), dovrebbe essere il capostipite di un vero e proprio universo cinematografico sulla falsariga di Marvel, DC e compagnia bella, questa volta incentrato sui personaggi della Hanna-Barbera.
E per tale scopo, con non poche polemiche da parte dei fan e dei diretti interessati, nella versione americana praticamente tutti i doppiatori fissi del franchise sono stati sostituiti da voci famose (si è salvato - in parte, poiché nel film ci sono tre personaggi suoi ma ne doppia solo uno - solamente Frank Welker, voce di Scooby-Doo dal 2002). Ma questo, in fin dei conti, al di là di qualche dubbio sulla logica del casting in inglese (mentre per l'edizione italiana sono stati scelti doppiatori professionisti, tra cui Pino Insegno e Francesco Bulckaen), è il problema minore di un progetto molto intrigante ma soffocato dall'eccessiva ambizione, scegliendo di complicare inutilmente un franchise il cui fascino sta proprio nella semplicità.
Storia di un ragazzo e del suo cane
Nel tentativo di reinventare un franchise che continua a mietere successi sin dal suo esordio nel 1969, Scooby! decide di tornare alle origini, al primo incontro fra Scooby-Doo e il suo migliore amico Shaggy (Will Forte in originale). I due fanno conoscenza in spiaggia, e tramite un sotterfugio si ritrovano a vivere insieme, risolvendo il problema reciproco della solitudine (Scooby era randagio, e Shaggy non ha amici). Successivamente fanno la conoscenza di Fred (Zac Efron), Daphne (Amanda Seyfried) e Velma (Gina Rodriguez), e dopo un primo mistero a tema Halloween decidono di darsi a tempo pieno alle indagini su presunti fenomeni o eventi paranormali. Passano gli anni, e il team punta a qualcosa di più. Le cose però non vanno esattamente come previsto, poiché i nostri eroi si ritroveranno a dover affiancare... un supereroe, per l'esattezza Blue Falcon (Mark Wahlberg), idolo d'infanzia di Shaggy e Scooby. Dovranno lavorare insieme per sventare il nuovo, misterioso piano del perfido Dick Dastardly (Jason Isaacs), un piano che potrebbe stravolgere per sempre la vita di Scooby.
Cinquant'anni di avventure
Il film è innanzitutto concepito come un lungo omaggio all'intera storia della Hanna-Barbera, realizzato con un tratto tridimensionale che però omaggia l'estetica classica, ibridando tradizione e modernità senza mai perdere d'occhio l'impronta visiva riconoscibile di quell'universo (come spiegato dagli autori al Festival di Annecy lo scorso anno, per i movimenti dei personaggi, dato che in televisione all'epoca si lavorava con la limited animation, il punto di riferimento è stato un altro caposaldo della casa di produzione, ossia Tom e Jerry, i cui corti erano fatti per il cinema e quindi con un budget più consistente). Dalla riproposizione filologica della celeberrima sigla della prima serie di Scooby-Doo ai rimandi più sottili (un cartonato di Hong Kong Phooey, allusioni sonore al mondo dei Flintstones e il recupero, tramite archivio, di alcuni contributi di Don Messick, storica prima voce di Scooby e altri personaggi), questa operazione guarda al passato e al contempo punta al futuro, aggiornando tematicamente e formalmente alcuni elementi ben noti del franchise espanso della Hanna-Barbera, crossover incluso. Ebbene sì, le contaminazioni tra i diversi mondi sono una consuetudine già da qualche decennio (e il film evoca tale tradizione in modo abbastanza sottile), e non a caso il regista Tony Cervone e la sua squadra hanno scelto personaggi come Blue Falcon, la cui serie personale vantava frequenti ospitate della Scooby Gang, e Capitan Cavey, che apparirà anche sul piccolo schermo nella nuova serie Jellystone!, anch'essa basata sull'incontro tra diverse figure iconiche dello studio come Yogi e Braccobaldo.
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L'ambizione però finisce per soffocare in parte la narrazione, anteponendo la costruzione di un universo cinematografico alla struttura drammaturgica del singolo film, con una seconda metà alquanto faticosa che mette troppa carne al fuoco e sacrifica diversi elementi che meriterebbero maggiore approfondimento, come il rapporto tra i singoli membri della Scooby Gang (Fred, Daphne e Velma sono ridotti a macchiette per gran parte della durata del lungometraggio). In tale ottica è piuttosto spassoso che un film contenente riferimenti alla mitologia greca pecchi in modo così plateale di hybris, puntando a un universo più vasto senza prima aver trovato il giusto equilibrio a livello di fondamenta - vedi la digressione con Capitan Cavey, che sa tanto di riempitivo - e rischiando così di troncare sul nascere un'incarnazione teoricamente molto interessante del franchise (i titoli di coda, come da tradizione in questi casi, alludono a possibili avventure future). Perché quando il film, tecnicamente ineccepibile e abbastanza movimentato da poter intrattenere i più piccoli senza troppe pretese, non si perde tra faticose peripezie narrative ed esempi mediocri di humour più adulto (tra cui un inspiegabile cameo di Simon Cowell, che in inglese si doppia da solo), riesce a ricordarci che, nel contesto di questa moltitudine di storie creata dalla Hanna-Barbera, Scooby-Doo è veramente il cane più importante del mondo.
Conclusioni
Chiudiamo con sentimenti contrastanti questa recensione di Scooby!, perché se da un lato l'ambizione e l'apparato tecnico sono più che ammirevoli, dall'altro il film lascia spesso che i piani da franchise abbiano la meglio su ciò che accade nel singolo film. E così facendo, dimentica a tratti di voler essere, prima di tutto, il grande ritorno sullo schermo di Scooby-Doo, che dopo cinque decenni rimane un personaggio irresistibile.
Perché ci piace
- Gli omaggi alla storia della Hanna-Barbera sono molto carini.
- La componente visiva è ineccepibile.
- L'elemento crossover è interessante...
Cosa non va
- ... ma soffoca un po' la storia del film stesso.
- Una tantum, sconsigliamo la visione in lingua originale.