Dopo aver vinto il Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes 2021 ed essere stato scelto come candidato della Finlandia nella categoria per il miglior film straniero agli Oscar 2022, Scompartimento n. 6 - In viaggio con il destino è arrivato nelle sale italiane il 2 dicembre.
Ispirato all'omonimo romanzo di Rosa Liksom pubblicato nel 2011, è la storia di Laura (Seidi Haarla) e Ljoha (Jurij Borisov), due sconosciuti che si incontrano su un treno che parte da Mosca ed è diretto Murmansk. Laura è finlandese e vuole andare a vedere dei pittogrammi: il viaggio è una scusa per lasciarsi alle spalle una relazione tormentata. Nel suo vagone incontra appunto Ljoha, minatore russo.
All'inizio i due non si sopportano e la convivenza in uno spazio piccolo e chiuso come quello del treno non è facile. Poi, con il passare delle ore, i due scoprono di avere molte più cose in comune di quanto non pensassero. Abbiamo parlato del film con il regista Juho Kuosmanen, arrivato a Roma per presentare Scompartimento n. 6 - In viaggio con il destino.
La video intervista a Juho Kuosmanen
Scompartimento n.6, Juho Kuosmanen: "Il film è un ricordo del mondo come era"
Scompartimento n. 6: l'importanza del passato dell'abbraccio
Una frase del film dice: "è più facile conoscere il presente se conosci il passato". È vero?
È la frase che viene detta all'inizio del film. Da una parte sicuramente è vero, però dall'altra parte è anche un po' banale. È una cosa che si ripete spesso, senza magari pensare veramente a cosa significhi. Sicuramente è bene conoscere la storia: ci fa capire l'umanità.
Una delle scene più belle del film è quando i protagonisti si abbracciano. Quanto sono importanti gli abbracci?
È molto importante abbracciare l'altro. In questa scena l'abbraccio forse era troppo forte per Ljoha: quasi scappa dalla situazione, ha paura delle emozioni che si concentrano in quel momento. Ljoha è una persona ferita, la sua strategia è stata quella di allontanarsi dagli altri e agire secondo il suo ruolo, da uomo. In questa scena in qualche modo viene rotto questo muro e si vede il suo vero carattere.
Un'altra scena toccante è quando si tirano le palle di neve in mezzo alla tempesta. Vivere è anche essere un po' incoscienti?
In quella fase del racconto loro due hanno già un forte legame. Volevo mostrare una scena in cui non hanno più paura l'una dell'altro. Per me rappresenta quasi il gioco di due bambini, due bambini che giocano con la neve: è quasi come la dimostrazione di una libertà quasi infantile. Due esseri umani liberi da ogni aspettativa e peso del ruolo che la vita spesso ci dà. Li vedo come bambini che giocano o addirittura animali che giocano.
Alla fine si fa riferimento al Titanic: il senso della vita qual è quindi? La fine o come ci si arriva?
È una citazione che ho voluto aggiungere mentre stavamo lavorando alla sceneggiatura. Nel romanzo non c'è il riferimento a Titanic perché è ambientato negli anni '80. Da una parte volevo avere questa citazione per collocarlo in un tempo, ma anche a ricordare che uno dei temi del film è l'accettazione della morte, del fatto che nella vita si vive solo momento per momento, niente dura in eterno. È triste, ma allo stesso tempo è molto bello.