Neanche il tempo di salutare lo sciopero dei doppiatori nostrano (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo) ed eccoci a tornare su un tema ancora più caldo, ovvero lo sciopero degli sceneggiatori minacciato da settimane e ora realtà negli Stati Uniti. Un avvenimento, indetto dalla WGA, la Writers Guild of America, ovvero il sindacato che tutela i diritti della categoria, che non può non riportare alla mente dei più appassionati la stagione televisiva 2007-2008 in cui per ben 100 giorni (quindi più di tre mesi) le produzioni di quasi tutte le serie in onda si fermarono, costringendo le reti e i network a produrre stagioni dimezzate o ridotte - poiché sulla generalista viene girato tutto in contemporanea con la messa in onda e non molti mesi prima - e in alcuni casi portarono addirittura alla cancellazione di alcuni show.
I tempi sono decisamente cambiati, conviviamo con streaming e piattaforme con tempistiche produttive molto diverse, ma la tv generalista e via cavo persiste e resiste, e la maggior parte delle serie tv va in onda in contemporanea da noi. Cosa accadrà quindi stavolta? Proviamo a fare il punto, cercando di aggiornare periodicamente l'articolo (salvatelo tra i preferiti) con le serie che potrebbero subire ritardi o stop nella programmazione anche da noi e sul sostegno che è immediatamente arrivato dalla WGA italiana, il nostro corrispettivo del sindacato nato pochi anni fa.
Cosa chiede la WGA con lo sciopero?
Innanzitutto partiamo dalle richieste (legittime, proprio come quelle dei doppiatori, guarda un po') della categoria, ancora troppo bistrattata dall'AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), che rappresenta Studios quali Netflix, Amazon, Apple, Disney, Discovery-Warner, NBC Universal, Paramount e Sony, nonostante sia quella che permette all'industria di proseguire: senza le storie, e quindi senza le sceneggiature, in tv non si va da nessuna parte (anche per gli show apparentemente unscripted, per dirne una). Gli scioperanti chiedono a gran voce che gli venga attribuito un salario degno e corrispettivo del loro duro lavoro, e in percentuale ancora troppo minore rispetto ai colleghi registi e chi si occupa della messa in scena. Dopo sei settimane di difficili negoziati, WGA ha annunciato che "le risposte degli studi alle nostre proposte sono state del tutto insufficienti, data la crisi esistenziale che gli sceneggiatori stanno affrontando". L'associazione chiedeva agli Studios che venisse riconosciuto agli autori un equo trattamento per il proprio lavoro in merito ai compensi economici e alla regolamentazione dell'IA (intelligenza artificiale). "Il comportamento delle aziende ha creato una gig economy all'interno di una forza lavoro sindacale e la loro posizione inamovibile in questa trattativa ha tradito l'impegno a svalutare ulteriormente la professione di scrittore", ha spiegato la WGA. L'IA - lo facciamo notare - è un argomento caldissimo che era tra i punti al tavolo anche dello sciopero dei doppiatori.
Emmy Award 2023, le nomination: un addio trionfale per Succession, Ted Lasso e Mrs. Maisel
La situazione al 13 luglio
Dopo due mesi di sciopero (72 giorni), la situazione sembra essere ad un punto di stallo e vi si starebbe per aggiungere quello degli attori, che potrebbe portare al rinvio della cerimonia di premiazione degli Emmy, di cui sono state annunciate ieri le nomination, da settembre al 2024, all'annullamento della maggior parte dei panel al Comic-Con di San Diego oltre che dell'eventuale promozione di serie e film in uscita. I picchetti continuano, moltissime produzioni sono ferme, i palinsesti stanno cambiando per correre ai ripari a settembre quando inizierà la nuova stagione televisiva negli Usa, e addirittura sembra che Hollywood e la AMPTP, rincuorati dalle quotazioni in borsa scese meno di quanto pensassero, puntino ad arrivare ad una soluzione estrema ovvero il ricominciare le negoziazioni a fine ottobre per far andare in bancarotta gli autori in modo da costringerli ad accettare meno di quanto chiedono per il bisogno di tornare al lavoro. Una situazione quasi apocalittica che potrebbe essere scongiurata dall'arrivo di un mediatore. Sono tanti gli showrunner che stanno partecipando attivamente insieme agli interpreti, spesso parenti degli stessi, da Tony Gilroy di Andor a Noah Baumbach che non ha accompagnato la moglie e co-sceneggiatrice Greta Gerwig al tour promozionale di Barbie per sostegno alla categoria di cui fa parte.
In questa situazione che sembra peggiore al momento rispetto a quanto accaduto 15 anni fa (lì in tutto furono 100 giorni di picchetti e avvenne durante la stagione televisiva in corso, nella cosiddetta midseason) e che sembra potrebbe protrarsi almeno fino alla fine dell'estate, altre produzioni che sono state fermate fino a tempo indeterminato sono la seconda stagione del secondo spin-off di Yellowstone, 1923, con Harrison Ford e Helen Mirren capitanato da Taylor Sheridan che ha rimandato l'inizio delle riprese, e il primo pilot in assoluto di Netflix, Little Sky, che non poteva scegliere un momento peggiore per gettarsi nella pilot season (ovvero quando una serie non viene ordinata in automatico come di solito fanno i servizi streaming ma passa attraverso un episodio pilota da valutare e poi ordinare effettivamente a serie). Per l'occasione è stato completamente cassato l'adattamento televisivo del cult di Fritz Lang Metropolis da parte di Sam Esmail (Mr. Robot) per Apple Tv+, che è quindi definitivamente morto ancor prima di iniziare la produzione. Forse era un progetto troppo costoso e troppo delicato da portare avanti e si aspettava solo un pretesto ufficiale per farlo.
Marvel, Star Wars e la saga di Avatar: la data di uscita dei prossimi film Disney slitta
I film e le serie che hanno subito uno stop - aggiornato al 14 giugno
Lo sciopero inizia ad intaccare anche le prime produzioni filmiche, la maggior parte sotto l'egida Disney. Da un lato il Marvel Cinematic Universe - che come sappiamo essendo un mondo narrativo condiviso ha la caratteristica peculiare che ritardando un progetto si ritardano a catena anche tutti gli altri - con i lavori fermi per Thunderbolts, il film sul gruppo di supereroi previsto per il 26 luglio 2024 e Blade, che già aveva visto un ritardo nella tabella di marcia causato dalla riscrittura della sceneggiatura e dal regista che aveva abbandonato il progetto a due settimane dall'inizio delle riprese. Molti altre pellicole stanno subendo ritardi, sicuramente non solo causa sciopero, visti i lunghissimi tempi produttivi a prescindere per gli effetti speciali e le personalità coinvolte. Tra questi citiamo i tre prossimi Avatar, spostati rispettivamente a dicembre 2025, 2029 e addirittura 2031.
Sul fronte seriale, invece, l'ultima notizia più eclatante derivante dallo sciopero che continua da più di un mese riguarda Euphoria, che non vedremo prima del 2025 (se tutto andrà bene) a causa degli impegni del creatore Sam Levinson con la sua nuova serie The Idol e dell'agenda fittissima di Zendaya. L'altra più rilevante - e molto a tema con i punti dello sciopero spiegati in questo articolo - è che The Last of Us sta facendo i provini per le new entry della stagione 2 utilizzando i dialoghi del volume 2 del videogioco da cui è tratto, dato che le sceneggiature al momento mancano, per non ritardare l'inizio dei lavori previsto a inizio 2024. Tony Gilroy ha alzato i paletti insieme al creatore di The Wire David Simon, ma questo non dovrebbe inficiare la produzione di Andor, la cui seconda ed ultima stagione è attesa per il 2024 su Disney+, dato che le sceneggiature in quel caso sono state completate.
Bloccato l'inizio delle riprese nell'Irlanda del Nord per Blade Runner 2099, la serie di Prime Video ambientata 50 anni dopo il film di Villeneuve, a sua volta sequel del cult di Ridley Scott. Solo quattro episodi sono stati chiusi della seconda stagione dell'apprezzata spy story FX The Old Man con Jeff Bridges e John Lithgow, disponibile in Italia su Disney+. Ferme anche le produzioni della nuova stagione di American Horror Story, che dovrebbe chiamarsi Delicate e avrà nel cast Kim Kardashian, Emma Roberts e Cara Delevingne, e le novità: Duster di Max (ex HBO Max) di J.J. Abrams e LaToya Morgan su un'improbabile coppia di agenti (Rachel Hilson e Josh Holloway) e un crimine del 1972; Étoile, la già attesissima nuova serie dei coniugi Palladino per Prime Video sul mondo del balletto con Luke Kirby, la miniserie di Netflix Zero Day, prodotta e interpretata da Robert De Niro, sceso in strada insieme agli sceneggiatori insieme ad oramai moltissimi colleghi pronti a sostenere i lavoratori e i loro diritti; Hysteria! la serie di Peacock con Julie Bowen e Anna Camp.
Anche la WGI (Writers Guild Italia), il corrispettivo italiano del sindacato degli sceneggiatori e autori nata qualche anno fa, scende in piazza a sostegno dei colleghi americani. Il 14 giugno, a seguito dell'incontro a Bruxelles tra due delle più importanti sigle che rappresentano gli autori europei, FSE (Federazione degli Sceneggiatori) e FERA (Federazione dei Registi), picchettano davanti la Casa del Cinema di Roma. Parallelamente lo stesso accadrà anche in altri Paesi europei: Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia e Spagna. Durante l'incontro a Bruxelles è stata ribadita più volte la globalità delle rivendicazioni che accomunano gli sceneggiatori di tutto il mondo di fronte alle corporation dello streaming.
Grey's Anatomy: perché la serie non meritava questa fine (e non è ancora finita)
Le serie che hanno subito uno stop - aggiornato al 18 maggio
La conseguenza più eclatante dello sciopero degli sceneggiatori americani la stiamo vedendo in questi giorni in cui ci sono gli Upfront, ovvero la presentazione della prossima stagione televisiva, soprattutto generalista, da parte dei cinque principali network statunitensi. La ABC, la rete di proprietà Disney, ha annunciato che tutte le sue serie (comprese, per dire, le sue hit come Grey's Anatomy e Abbott Elementary) non torneranno prima della midseason (che significa da gennaio 2024 in poi, dopo la pausa natalizia) e riempiranno quindi il palinsesto autunnale di repliche e reality show. Se lo sciopero di 15 anni fa aveva bloccato la stagione tv nel mezzo, qui le conseguenze le potremmo vedere nella prossima, con le reti che corrono già ai ripari ognuna a modo proprio (sono state ordinate nuove serie solo già pronte, ad esempio). Anche la cerimonia degli Emmy giornalieri (quelli delle soap e dei morning show, per capirci) e quelli creativi (cioè tecnici) è stata rimandata a data da destinarsi. Il game show You Bet Your Life di FOX ha subìto la stessa sorte.
Per quanto riguarda nuove produzioni e set bloccati dallo sciopero della WGA citiamo: The Penguin, la serie spin-off di The Batman con protagonista Colin Farrell, che filmava a Westchester, NY; il quarto spin-off del franchise di Pretty Little Liars: Summer School, atteso prossimamente su HBO Max, che si gira fuori New York e che ha allungato il fermo inizialmente di poche ore. Stessa sorte toccata alla settima ed ultima stagione di Billions, in cui farà ritorno Damian Lewis. Ha rischiato di non completare la propria stagione attualmente in onda FBI: Most Wanted, il primo spin-off del franchise di CBS con protagonisti Dylan McDermott e Alexa Davalos che girava a Brooklyn. A proposito di spin-off, anche Power Book II: Ghost di STARZ dopo Raising Kanan ha fermato la produzione.
Tra le altre serie ferme o in corso di fermo: While You Were Breeding, novità di Freeform e per lo stesso network via cavo la quinta stagione di Good Trouble; On Call, il primo drama di Dick Wolf per Prime Video, che girava a Beach, California; la sesta stagione di The Chi per Showtime coi set a Chicago e la novità di Apple Tv+ Sinking Spring. Infine la terza stagione della serie di STARZ P-Valley a tema LGBTQIA+ con la produzione ad Atlanta, a partire dalla creatrice Katori Hall che ha dichiarato "Non riprenderemo a scrivere e a girare finché non sarà raggiunto un accordo equo". Si è fermato anche il romantic drama al momento senza titolo di Ava Duvernay con protagonisti Lauren Ridloff e Joshua Jackson, che era tornato a girare a Wilmington dopo Dawson's Creek.
Abbott Elementary: perché la serie che ha vinto ai Golden Globe è da vedere assolutamente
Le serie che hanno subito uno stop - aggiornato al 9 maggio
Quali sono le serie che hanno già subito uno stop nella produzione? Vediamole insieme, come riporta Deadline. Hacks, ancora inedita in Italia, ha fermato le riprese della terza stagione attesa su HBO. La comedy vede protagonista Jean Smart nei panni di una veterana della stand-up comedy che deve reinventarsi ed è stata al centro degli ultimi Emmy Awards. La serie di STARZ The Venery of Samantha Bird ha fermato la produzione con due soli episodi rimasti da girare (su otto) a Montreal. Protagonista è Katherine Langford (Tredici, Cursed) e showrunner è Anna Moriarty. La ragazza del titolo torna nella città natale in New England e si riconnette all'amore d'infanzia, per scoprire presto che c'è del marcio sotto una relazione apparentemente idilliaca e perfetta. Sul fronte streaming la comedy Unstable di Netlflix ha i set bloccati sulla seconda stagione (finora non ufficialmente annunciata dalla piattaforma tra l'altro, abbiamo così una news indiretta) con protagonisti Rob Lowe e suo figlio John Owen Lowe al centro di un rapporto disfunzionale padre-figlio. La quinta ed ultima stagione di Stranger Things non ha potuto iniziare le riprese perché i primi a scioperare sono stati gli showrunner, i fratelli Matt e Ross Duffer.
Per Prime Video Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 2 continua a girare senza sceneggiatori sul set - e qualcuno sta già creando battute e meme a riguardo come se possa essere un'opportunità per lo show dopo le critiche alla storia del ciclo inaugurale. Al contrario lo sciopero non avrà conseguenze sulla produzione della seconda stagione di House of the Dragon, poiché le sceneggiature sono già state tutte completate. Non si può dire lo stesso dell'altro spin-off ordinato per il prossimo anno, A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight, la cui scrittura rimarrà ferma fino alla fine dello sciopero, a partire dal co-creatore e autore dei romanzi George R.R. Martin. Sul fronte Apple Tv+ Scissione (Severance) dopo le divergenze creative che avevano creato una frattura tra i due creatori della serie già cult, ora aggiunge anche lo sciopero ai problemi e ritardi produttivi. Anche Loot - Una fortuna, la comedy con protagonista Maya Rudolph, ha visto i propri set chiusi e bloccati nel bel mezzo della seconda stagione. Lato Disney+ e Paramoun+ la produzione dell'attesissima nuova serie Marvel dedicata a Daredevil: Born Again, dovrebbe fermarsi solamente per un giorno ma non è detta l'ultima parola. La quarta stagione di Evil, appena arrivata in Italia dopo quattro anni, è anche ferma al momento causa sciopero degli autori. Tra gli unscripted Bunk'd. Anche alcuni attori e membri del SAG (Screen Actors Guild, il sindacato delle star) stanno sostenendo i colleghi sceneggiatori partecipando anche attivamente allo sciopero e alle proteste per le strade. Tra questi Alex Bornstein e Dermot Mulroney. Drew Barrymore invece si è tirata indietro dal presentare gli MTV Movie & TV Awards come sostegno agli scioperanti.
Il Trono di Spade: cosa dobbiamo aspettarci da Il cavaliere dei sette regni
Le serie che hanno subito uno stop - aggiornato al 3 maggio
Night Court, per il momento inedita in Italia, una sitcom vecchio tempo quindi girata con pubblico dal vivo (elemento determinante in questo frangente dato che è sul pubblico che si testano le sceneggiature) revival dell'omonima serie conosciuta in Italia come Giudice di notte, con protagonisti di nuovo John Larroquette e la new entry Melissa Rauch (The Big Bang Theory) ad interpretare la figlia. Sempre sui network generalisti, passiamo alla vincitrice dei premi Emmy Abbott Elementary, che denuncia attraverso la comicità il sistema scolastico americano ora alla seconda stagione, che ha alzato i picchetti a partire dall'autrice Brittani Nichols che è anche la presidente della West WGA di Los Angeles, lamentando il dare priorità a Wall Street piuttosto che a loro da parte dell'industria dell'intrattenimento.
Yellowjackets: perché è l'erede di Lost senza esserlo davvero
Hanno chiuso le proprie writers room anche Power Book III: Raising Kanan, terzo spin-off del Power Universe di 50 Cent per STARZ attualmente in produzione con la terza stagione, e la seguitissima Yellowjackets, disponibile ogni settimana su Paramount+ con gli episodi del secondo ciclo: la co-creatrice Ashley Lyle ha dichiarato che non vede l'ora di tornare a scrivere, ma solo dopo che la WGA otterrà un accordo equo, ritardando quindi la produzione della terza stagione già ordinata. Sul lato streaming al momento si è fermata la produzione del sesto ed ultimo ciclo di puntate per Cobra Kai, la serie spin-off di Karate Kid, a partire dal co-creatore Jon Hurwitz che ha twittato: "Niente sceneggiatori sul set oggi". Questo potrebbe ritardare il rilascio su Netflix poiché finché non viene chiusa la produzione non possono essere resi disponibili tutti gli episodi. È giusto sottolineare che, proprio come nell'annus horribilis 2008, lo sciopero parte dagli showrunner, ovvero gli sceneggiatori a capo delle writers room solo apparentemente maggiormente tutelati dal Sistema. Sono fermi anche alcuni show notturni americani, come The Late Show, Jimmy Kimmel Live!, The Tonight Show e Late Night che stanno trasmettendo delle repliche al momento, e il prossimo a scioperare dovrebbe essere il mitico Saturday Night Live. Accanto a loro il giornaliero The Talk.
Cobra Kai 6: Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova stagione
Il sostegno da parte degli sceneggiatori italiani
Non ha tardato ad arrivare la risposta e il sostegno nostrano da parte della Writers Guild Italia (WGI), il corrispettivo nato pochi anni fa proprio per tutelare una categoria ancora più bistrattata e vista come poco importante sui nostri lidi. Giorgio Glaviano, Presidente WGI, a sostegno dell'iniziativa intrapresa dai colleghi statunitensi, ha dichiarato: "Abbiamo seguito con estrema trepidazione la trattativa dei colleghi americani. Abbiamo sperato fino alla fine che la frattura con i produttori Usa si sarebbe composta, ma così non è stato. Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi della WGA, perché le loro lotte sono anche le nostre". Non è tutto: "In tutto il mondo la figura dello sceneggiatore è minacciata da compensi sempre più risicati e da condizioni lavorative sempre più vessatorie", continua Glaviano: "Non solo, se a questo aggiungiamo le presunte scorciatoie offerte dalla IA vista come panacea in grado di emulare e surclassare la creatività umana, il nostro lavoro rischia di diventare sempre più una lotta per la sopravvivenza. Noi non tradiremo i nostri colleghi al di là dell'oceano, come qualcuno ha scritto, prestandoci al dumping, noi sosterremo in tutti i modi i colleghi americani. Perché l'unica cosa che ci interessa e ci accomuna tutti in quanto autori è di raccontare il mondo, di far vivere emozioni e di regalare sogni agli spettatori"_.
Cercheremo di tenervi aggiornati sulla situazione (come dicevamo aggiungete questo articolo ai preferiti e visitatelo periodicamente) e in bocca al lupo alla WGA!