Dal divano, in giro per il mondo. Le piattaforme streaming, mettendoci a disposizione una mole quasi infinita di contenuti, ci permettono in qualche modo di avvicinarci ai quei paesi capaci di offrire ottimi e interessanti spunti narrativi. Se non si è strettamente appassionati, infatti, alcune produzioni vengono totalmente bypassate da quel grande pubblico che predilige prodotti anglosassoni oppure europei, con il famoso algoritmo che, di conseguenza, nasconde operazioni "intercontinentali" decisamente stimolanti. Il caso per eccellenza, ovviamente, è quello di Squid Game, ma sono davvero tanti i titoli asiatici che meriterebbero una visione. E allora, iniziando questa recensione di School Tales: La Serie, vi diciamo subito che, se siete appassionati di horror, cultura Thai ed eravate (o siete) assidui lettori della collana Piccoli Brividi, su Netflix trovate uno show in otto episodi antologici prodotto in Thailandia e tratto da una famosa serie di fumetti horror e splatter. A dirigere gli episodi autoconclusivi dalla durata media di cinquanta minuti, un gruppo di registi Thai molto attivi in patria: James Thanadol Nuansut, Tum Putipong Saisikaew, Songsak Mongkolthong e Mike Phontharis Chotkijsadarsopon. Come avrete intuito, il filo conduttore è la scuola, che fa da cornice nonché da co-protagonista offrendo, a più riprese, il pretesto orrorifico per parlare di argomenti attuali e soprattutto universali.
A scuola di fantasmi
Cosa più importante, com'è School Tales: La Serie? Senza dubbio è un divertissement, un'alternativa, una visione senza troppo impegno che, però, ha diversi guizzi interessanti. Non moltissimi, a dire il vero, ma quelli disseminati qua e là meritano comunque la nostra attenzione, se non altro perché le storie di fantasmi hanno sempre un certo fascino. In fondo, pur essendo ambientata in Thailandia, e dunque immersa in una cultura marcatamente diversa da quella Occidentale, le ghost stories legate ai corridoi scolastici sono materiale che non ha confini. Del resto tutti conosciamo storie creepy legate a qualche fantasma che si aggira tra le aule di un vecchio istituto, tra la palestra e i bagni, raccontate durante le notti in compagnia per far spaventare l'amico fifone. Di conseguenza School Tales: La Serie è puro materiale d'intrattenimento che, a più riprese (molte, per essere sinceri), va a nascondere i limiti strutturali legati agli effetti visivi, nonché la recitazione decisamente sopra le righe del cast, naturalmente molto giovane, la durata un filo eccessiva delle puntate e la scrittura di alcune storie che risultano meno convincenti rispetto a quelle più riuscite che, pensate un po', sarebbero addirittura perfette per essere sviluppati all'interno di un lungometraggio.
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Tra horror e bullismo
Andando avanti veloce, gli otto si suddividono in 7:00, L'Incantesimo Vendicatore, Bellezza, Il Libro dei Cadaveri, L'Insegnante senza Testa, Pranzo, La Maledizione e Una Passeggiata a Scuola, che chiude emblematicamente il cerchio. Le sfumature horror sono saldamente legate alla tradizione thailandese - e dunque maledizioni, incantesimi, inquietanti presenze, donne senza testa, lavagne magiche, pranzi indigesti - lasciando poi ampio spazio ad un umorismo nero rintracciabile in alcuni episodi, in grado di dare all'opera totale un senso auto-ironico che maschera i passaggi più incerti. Ogni segmento (un consiglio: vedeteli in ordine), parallelamente alle svolte horror più inquietanti e sanguinose, raccoglie un tema nevralgico. Tra i tanti c'è il bullismo, c'è la percezione del proprio corpo e dei propri sentimenti in un periodo complicato come l'adolescenza, e c'è il concetto aleatorio della bellezza, oggi enfatizzato dai social network, di cui l'Oriente fa un uso smodato e ossessionato. Già perché una cosa è certa, School Tales: La serie sembra essere costruita proprio in funzione del linguaggio imposto dai social, che al contempo sono opportunità di confronto quanto di pericoloso squilibrio.
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Pranzo, l'episodio che vale la serie
Appunto, opportunità e squilibrio come nel caso dell'episodio più riuscito, Pranzo. Senza rivelarvi troppo, il sesto episodio di School Tales: La Serie vale la visione dell'intero show. Di che parla? Brevemente, ruota attorno ad uno studente (e youtuber) che, intenzionato a scoprire perché il cibo del chiosco fuori la scuola è così buono, scopre che l'ingrediente segreto utilizzato dall'anziana signora (forse) sono... dei poveri cani. Sdegno, sgomento e disgusto generale in diretta, con la conseguenza epurazione della cuoca. La gogna è servita, eppure c'è qualcosa che non torna. Qui ci fermiamo, ma la puntata in questione, diretta da Songsak Mongkolthong, prende in meno di un'ora numerosi e sorprendenti guizzi, concentrandosi su quanto le nostre azioni e le nostre convinzioni siano un'arma imprevedibile che, se non sapientemente controllata, può assumere forme che non avremmo mai immaginato. Nemmeno nel nostro incubo peggiore.
Conclusioni
Riassumendo la recensione di School Tales: La serie possiamo dirvi quanto sia importante tramite Netflix (in questo caso) scoprire produzione geograficamente e narrativamente lontane dai nostri confini. Non tutte le puntate offrono spunti interessanti e originali, nonostante la cornice creepy dei corridoi scolastici. Mancanze palesi mascherate da un auto-ironismo che aiuta ma che non colma le distanze. Menzione d'onore all'episodio Pranzo, che vale l'intera serie.
Perché ci piace
- Il sesto episodio è un gioiello. Perché non farci un film?
- L'horror per affrontare temi importanti come il bullismo, le ossessioni social, la bellezza fisica.
- Opportunità di scoprire storie lontane, tra tradizione e cultura narrativa.
Cosa non va
- Gli effetti visivi lasciano a desiderare.
- Alcuni episodi non suscitano particolare curiosità.
- La durata di ogni puntata, forse un filo eccessiva.
- La recitazione, spesso sopra le righe.