A poco più di un anno dalla conclusione, arriva finalmente anche in Italia Schitt's Creek, esilarante creazione comica di Eugene Levy e del figlio Dan, che davanti e dietro la macchina da presa hanno messo alla berlina le famiglie benestanti statunitensi per sei stagioni, dal 13 gennaio 2015 al 7 aprile 2020. Un piccolo fenomeno che ha riconfermato il talento di una generazione di attori comici e lanciato un'altra, trasformando Dan Levy e Annie Murphy, interpreti dei due fratelli Rose, in nuovi volti della risata sul grande e piccolo schermo americano (lei è da poco protagonista di un progetto che satirizza i meccanismi delle sitcom per quanto riguarda i personaggi femminili). E così, in occasione del debutto italico della serie su Infinity+ dal 13 luglio, abbiamo voluto ripercorrerne un po' la storia e gli elementi fondamentali, in modo che il pubblico nostrano sia pronto ad accogliere la strampalata famiglia Rose.
Dalle stelle alle stalle
La prima ispirazione per Schitt's Creek è venuta a Dan Levy, grande appassionato di reality televisivi, vedendo trasmissioni come quella sulla famiglia Kardashian. Assistendo a tutta l'opulenza esibita sullo schermo, il giovane attore canadese si è chiesto: cosa accadrebbe se un giorno perdessero tutti i loro soldi? Parlandone con il padre, Eugene Levy, è emersa la premessa generale dello show, così come il titolo: Schitt's Creek è il nome di un paesino immaginario in mezzo al nulla (nella serie la collocazione esatta non è specificata, ma gli autori hanno successivamente confermato che è da qualche parte in Canada), ed è l'ultima cosa rimasta alla facoltosa famiglia Rose dopo che una truffa gli fa perdere tutto. Johnny, il patriarca, aveva acquistato il paesino, per scherzo, come regalo per il figlio David, ed è ora dove i quattro membri della famiglia - Johnny, la moglie Moira, David e la di lui sorella Alexis - devono andare a vivere, dormendo in stanze adiacenti in un motel tutt'altro che raccomandabile. Nel corso di sei stagioni si abitueranno al nuovo tenore di vita, scontrandosi con le abitudini della popolazione locale.
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Esportazione canadese
Per i primi tre anni di vita, lo show ha avuto il proprio bacino di utenza sostanzialmente limitato al Canada, dove andava in onda sul canale CBC Television, anche se un minimo di finanziamento statunitense c'è stato fin dall'inizio tramite la vendita dei diritti USA all'emittente Pop TV. Poi, dopo la messa in onda della terza stagione, gli episodi trasmessi fino a quel punto sono stati caricati su Netflix per quanto riguarda il territorio nordamericano, portando gli abbonati a scoprire e apprezzare la serie (con l'aggiunta nota comica che per promuovere lo show era obbligatorio far accompagnare la menzione del titolo dalla scritta dello stesso, data l'omofonia con una nota espressione volgare). La popolarità negli Stati Uniti è così aumentata progressivamente, soprattutto tra gli spettatori LGBTQ+ per la sua rappresentazione di un protagonista pansessuale (David, il cui interprete e creatore Dan Levy è apertamente gay nella vita), e la consacrazione definitiva è arrivata lo scorso 20 settembre in occasione della cerimonia degli Emmy, durante la quale la stagione conclusiva è diventata la comedy con il maggiore numero di vittorie in un singolo anno, e la prima a vincere tutti e sette i premi più importanti, di cui i quattro per le interpretazioni. Negli ultimi mesi la serie ha cominciato ad arrivare anche in Europa, tramite piattaforme varie (in Italia, come già detto, è disponibile in esclusiva su Infinity+ dal 13 luglio, al ritmo di una stagione al mese, arrivando agli episodi finali a novembre).
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Due generazioni di talenti
I genitori Rose sono Eugene Levy e Catherine O'Hara, amici da una vita e volti di una certa comicità un po' stralunata, in particolare nei progetti del regista Christopher Guest (ma per il pubblico più generalista Eugene rimarrà sempre Noah Levenstein, alias il papà di Jim, nel franchise di American Pie, con la mitica battuta "Diremo a tua madre che l'abbiamo mangiata" nel primo film). Al loro fianco, nei panni dei figli David e Alexis, Dan Levy, figlio d'arte (classe 1983), e Annie Murphy (classe 1986), le vere scoperte di una serie che, nella migliore tradizione di certe commedie televisive americane recenti, si diverte a farci adorare personaggi non particolarmente amabili (ma qui, complice l'evoluzione di David nel corso delle sei stagioni, con una bellissima running gag legata a Tina Turner, un pizzico di umanità in più c'è). Un quartetto che ha saputo confortare il pubblico americano nell'anno del lockdown, quanto tutti eravamo in una specie di Schitt's Creek (ma inteso in senso scatologico), e ora si appresta a fare la stessa cosa sul piano globale, arricchendo le nostre vite mentre scherza sulla povertà come prodotto del karma.