In Italia, dove è uscito piuttosto in sordina nel maggio del 2017, la sua eco iniziale è stata piuttosto flebile, in linea con i modesti risultati al botteghino, salvo poi essere riscoperto in seguito, grazie a un denso passaparola e all'ottima prestazione durante la awards season. Insomma, qui da noi è arrivato solo un debole riverbero del gigantesco impatto che Scappa - Get Out, ora disponibile su Infinity TV, ha riscosso invece in quasi tutto il resto del mondo, Stati Uniti in primis.
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Abbiamo già avuto occasione di parlare di come l'opera prima di Jordan Peele, prodotta a basso costo dalla Blumhouse con meno di cinque milioni di budget, sia riuscita in qualche modo a catturare lo Zeitgeist di un'America che, all'alba della Presidenza di Donald Trump (e dopo gli otto anni di Barack Obama alla Casa Bianca), si interrogava di colpo sulle nuove forme di razzismo, più subdole e ambigue, insinuatesi non solo nelle coscienze individuali, ma anche in certe modalità di riproduzione culturale dei rapporti fra bianchi e neri e di un certo immaginario black.
Forte di venti milioni di spettatori soltanto sul territorio nazionale e degli intensi dibattiti mediatici sollevati fin dal suo esordio, questo horror psicologico con venature da commedia satirica è arrivato addirittura ad attirare l'attenzione dei membri dell'Academy: quattro nomination, tra cui miglior film, regia e attore per il giovane protagonista Daniel Kaluuya, e il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale, firmata dallo stesso Peele. Ma al di là dei suoi aspetti tematici, è bene ricordare che Get Out offre soprattutto un ottimo meccanismo di costruzione narrativa e di suspense... come dimostrano queste cinque scene che, perlomeno in America, sono già entrate a far parte dei momenti cult dell'anno scorso, fra battute ormai proverbiali e numerosi spunti per parodie e meme.
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1. In giardino di notte
Il primo momento in cui la tensione inizia a montare sul serio arriva piuttosto tardi nel corso di una pellicola che, saggiamente, non si affanna a premere sul pedale dell'acceleratore ma preferisce invece giocare con le attese del pubblico. E così la passeggiata notturna di Chris Washington, uscito dalla casa degli Armitage per fumarsi di soppiatto una sigaretta, è scossa da alcuni 'dettagli' decisamente inquietanti: la corsa del giardiniere Walter, per esempio, si trasforma in un primo assalto ai nostri nervi, per effetto dell'inquadratura in soggettiva e di una colonna sonora che irrompe nella scena con taglio hitchcockiano. Neppure il tempo di riprendere fiato e il povero Chris, attirato dall'unica vetrata illuminata della villa, avrà un altro, piccolo sobbalzo...
2. Il mondo sommerso
Subito dopo la scena in giardino, Get Out ci regala un altro momento che sta entrando rapidamente nell'immaginario cinematografico: la seduta di ipnosi fra Chris e la padrona di casa, la dottoressa Missy Armitage, interpretata con serafica impenetrabilità dall'attrice Catherine Keener. Da una semplice alternanza di campi e controcampi, ecco che il tintinnio di un cucchiaino in una tazza di tè assume sempre maggior rilevanza, mentre il volto di Chris inizia pian piano a trasformarsi: da un'espressione di malcelato scetticismo a un disagio via via più evidente, destinato ad 'esplodere' nelle lacrime suscitate dai ricordi di un doloroso passato. E infine, il colpo di scena: l'ordine perentorio di Missy, "Affonda nel pavimento", un primo piano carico d'orrore e la caduta in quel tenebroso "mondo sommerso" assurto a vero e proprio simbolo del film.
3. "No no no"
Il personaggio più bizzarro e, in una maniera tutta particolare, anche il più inquietante di Get Out è probabilmente Georgina, la cameriera degli Armitage: una figura che, con la sua gentilezza esasperatamente melliflua, esprime un costante senso di falsità. E quella falsità è elevata alla potenza nel momento in cui Georgina si presenta nella camera di Chris per offrirgli delle scuse: gli occhi spalancati e il sorriso innaturale della sua interprete, Betty Gabriel, sono le note più 'stonate' di una situazione già di per sé abbastanza assurda. Ma non è ancora tutto... quando Chris comincia a stuzzicare Georgina, la maschera della donna si incrina: di colpo il suo sorriso si deforma in una smorfia e delle lacrime le scendono sul volto, nonostante Georgina si sforzi di respingere le insinuazioni del ragazzo con quel forsennato "No no no", ripetuto fino al parossismo.
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4. "Scappa!"
All'incirca a metà del film, con una magistrale piroetta narrativa, dalla rivisitazione del canovaccio di Indovina chi viene a cena? ci ritroviamo all'improvviso nei territori dell'horror. La cesura, il momento che scandisce il passaggio dall'atmosfera di paranoia alla consapevolezza di un pericolo concreto, è ciò a cui è legato il titolo stesso dell'opera: il "Get out!" gridato con rabbiosa disperazione da uno degli invitati al party degli Armitage, il giovane afroamericano Andre Hayworth (Lakeith Stanfield), subito dopo essere stato 'abbagliato' dal flash del cellulare di Chris. E per pochi, terribili secondi, il velo di ipocrita cortesia della festa viene squarciato da quel monito spaventosamente sinistro...
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5. "Dammi le chiavi"
Senza rilasciare troppi spoiler a chi non avesse ancora visto il film, la scena della definitiva rivelazione di Get Out, per quanto tale rivelazione non sia certo una sorpresa per lo spettatore più attento, è costruita comunque con grande abilità. Le carte sono ormai in procinto di essere scoperte, il pericolo si fa sempre più imminente e manifesto e per Chris, ansioso come non mai di abbandonare quella "trappola per topi", resta una sola via di salvezza: le chiavi dell'auto. Quelle chiavi che la sua fidanzata Rose (Allison Williams) si affanna a cercare nella borsa, in una delle sequenze di massima tensione del film... fin quando il povero Chris non si renderà conto, una volta per tutte, di essere drammaticamente solo.