La quarta serata di Sanremo 2024 è quella ormai da tradizione dedicata ai duetti e alle cover, quella che dà sempre l'impressione di una sospensione all'interno della gara. Non è così, però, perché, come a scuola, anche al Festival tutto "fa media" e il risultato del lavoro profuso con gli ospiti finisce poi per influenzare la classifica finale.
Di questo sono finalmente coscienti artisti in gara e case discografiche che, anno dopo anno, cominciano a impegnarsi sempre di più nella scelta dei brani di rifare e dei musicisti (e non solo) da cui farsi accompagnare. Nel 2024 abbiamo probabilmente assistito ad una delle versioni migliori della serata "duetti e cover", con tante esibizioni andate anche ben al di là delle attese (vedrete anche dalle nostre pagelle: ci sono poche insufficienze). Questo purtroppo non ci ha messi al riparo dalla brutta pagina scritta dal pubblico dell'Ariston, che, ritenendo evidentemente non meritevole di vittoria il rapper napoletano Geolier, l'ha rumorosamente fischiato al momento del verdetto per poi abbandonare il teatro durante l'esibizione. Una reazione poco civile da fanatici ultras più che da pettinati spettatori.
Le nostre pagelle della quarta serata
Sangiovanni con Aitana: 4
Un medley tra Farfalle e Mariposas, che poi in spagnolo vuol dire proprio farfalle, che, guarda il caso, è proprio la versione iberica della canzone di Sangiovanni, che è Farfalle. Possibile presentarsi a Sanremo così a corto di idee?
Annalisa con La rappresentante di lista e il coro Artemia: 8
L'interpretazione di Annie Lennox non è stata ancora eguagliata ma la cover proposta da Annalisa e La rappresentante di lista è da brividi. Chissà se la inserirà mai in qualche suo album...
Rose Villain e Gianna Nannini: 5,5
Dove l'insufficienza non grave è solo perchè Gianna Nannini è riuscita, in qualche modo, a risollevare le sorti di un medley e di un duetto disomogenei. Ma Gianna Nannini non fa ancora i miracoli.
Gazzelle e Fulminacci: 7,5
Hanno evidentemente portato insieme a Sanremo una delle canzoni del cuore per entrambi (Notte prima degli esami), tanto che Gazzelle ha tirato finalmente fuori la voce e l'emozione.
The Kolors e Umberto Tozzi: 6
Dove la sufficienza è data dalle canzoni del medley (sono i brani storici di Tozzi, che tutti conoscono, che tutti cantano, che tutti amano) e dall'impegno di Stash, che ha cantato quasi da solo.
Alfa e Roberto Vecchioni: 7,5
Più che una cover, un dialogo a cavallo di due generazioni. Una delle esibizioni migliori della serata (non a caso guadagna il quinto posto in classifica). Un intenso Roberto Vecchioni che ascolta le nuove strofe del giovanissimo Alfa ci ripaga di tutti i John Travolta.
Bnkr44 e Pino D'Angiò: 6,5
Prendi un pezzo funk iconico e riadattalo in chiave boyband: sorprendentemente il risultato non è male. E il merito va anche a Pino D'Angiò che non ha più voce (in conseguenza di un tumore alla gola) ma ci mette la presenza. E che presenza!
Irama e Riccardo Cocciante: 5
Visti gli applausi del pubblico dell'Ariston forse sarà un giudizio impopolare, ma la pesantezza di questo duetto ha rischiato di farci perdere il resto della gara. Irama non è mai il più fortunato nella serata cover. E se adesso il pubblico vuole fischiare e andar via, faccia pure.
Fiorella Mannoia e Francesco Gabbani: 7,5
L'idea di far rivivere la finale del 2017, in cui alla fine lui, appresa la vittoria, si inchinò a lei in segno di rispetto, ha del genio. E in più si divertono come matti. La citazione di un bel momento che diventa un altro bel ricordo.
Santi Francesi e Skin: 8
La scelta di Halleluja di Leonard Cohen è ardita e Alessandro De Santis sembra sempre in bilico sul filo dell'errore. A rassicurarlo c'è però l'esperienza e la bravura di Skin. Ne nasce una delle cover più riuscite della serata, di raro equilibrio e delicatezza.
Ricchi e Poveri con Paola e Chiara: 6
Il momento karaoke all'Ariston è quasi necessario, ma non chiedeteci più del 6 politico.
Ghali e Ratchopper: 8
Ghali si racconta attraverso un medley che chiama Italiano vero (con tanto di tributo a Toto Cutugno). Ci sono le sue radici (apre cantando Bayna, in arabo), c'è la sua vita, c'è tutta la sua anima. E c'è un messaggio culturale, sociale, politico necessario. Bravo.
Clara e Ivana Spagna: 5
Se c'è sempre il momento karaoke, non può neppure mancare quello Disney e dintorni. Nel 2024 appartiene di diritto a Clara, che, nell'intera discografia di Ivana Spagna, sceglie proprio il brano del Re Leone, Il cerchio della vita, che è poi la versione italiana della canzone scritta da Elton John. Si poteva fare di più.
Loredana Bertè e Venerus: 7,5
Venerus suona soltanto ma Loredana Bertè è in splendida forma. La stessa che dà a questa versione rock di Luigi Tenco.
Geolier con Guè, Luchè e Gigi D'Alessio: 7
Alla luce di quanto accaduto dopo il voto, la performance più divisiva della serata. Sicuramente la più contestata. Possono non piacere i generi, rap e canzone napoletana (ma questo allora vale per tutti), ma è indubbio l'impegno profuso da Geolier e i suoi ospiti in questa performance. Così come è indubbio che tutta quella cura abbia ripagato, non solo con il primo posto in classifica, ma anche con un'esibizione riuscita.
Angelina Mango e il quartetto d'archi dell'Orchestra di Roma: 9
Portare su quel palco un pezzo del padre (il grande Pino Mango, scomparso prematuramente nel 2014) deve esserle costato parecchio. Per l'occasione si libera di tutto, movenze feline e perline colorate comprese. E si fa emozione pura, per sè e per gli altri, sul quel "Dove sei? Dove sei?" che non troverà mai risposta. Standing ovation (e "solo" secondo posto in classifica).
Alessandra Amoroso e Boombadash: 5
Il Salento è una terra bellissima e suggestiva, non si capisce perchè debba essere maltrattata così.
Dargen D'Amico e BabelNova Orchestra: non si sa
No, Dargen in questo Festival non riusciamo a capirlo. Prende le sue Modigliani e Dove si balla ma le mette sulle note di Morricone. Non capiamo nè perchè nè se il risultato sia buono o no.
Mahmood e i Tenores di Bitti: 10
La cover di Lucio Dalla è pura poesia, maestria, suggestione, bellezza. Uno dei momenti musicali migliori di tutto Sanremo 2024.
Mr. Rain e i Gemelli Diversi: 5
Questo duetto ci ha finalmente permesso di mettere insieme tutti i puntini: Mr. Rain è l'erede dei Gemelli Diversi. Eppure era facile.
Emma con Bresh: 6
Per essere nato come trapper, Bresh è uno che sa cantare e Emma, si dica quel che si dica, ha una gran voce. Nonostante ciò, portano a casa l'esibizione senza brillare.
Il Volo e Stef Burns: 6
C'è Stef Burns a suonare la parte di Brian May e i tre de Il Volo a cantare le strofe di Freddie Mercury. Non saranno gli originali ma cosa potrebbe andare storto? Niente. Il 6 è politico per una questione di gusto.
Diodato e Jack Savoretti: 7
A sorpresa apre l'esibizione Filippo Timi, che recita una strofa di Amore che vieni, amore che vai. C'è molto mestiere da parte di entrambi in questo omaggio a De Andrè, e che mestiere! Mantengono le aspettative, ma non le superano.
La Sad con Donatella Rettore: 6,5
Donatella Rettore appare quasi spaesata ma è un attimo, poi viene subito trascinata in questo omaggio punk educato, per dirla tutta. Meriterebbero meno? Forse, ma vista l'ora tarda, e visto che mancano ancora 5 esibizioni, sono meglio di un caffè.
Il Tre e Fabrizio Moro: 5
I medley sono un modo come un altro per non prendere decisioni.
BigMama con Gaia, La Niña e Sissi: 7,5
Quest'anno il napoletano, non solo al Festival, va proprio di moda. BigMama e le sue ospiti propongono addirittura delle strofe in dialetto rileggendo Voulez Vous Coucher Avec Moi Ce Soir?. E funziona.
Maninni con Ermal Meta: 6
A differenza de Il Tre, Maninni sceglie saggiamente una sola canzone del suo ospite, che lo accompagna con generosità. Non entrerà negli annali ma il risultato finale è buono.
Fred De Palma e gli Eiffel 65: 6
Dopo il ritorno di Gigi D'Agostino, sono loro a regalare il secondo momento nostalgia della serata. E la nostalgia è sempre almeno sufficiente.
Renga Nek con... Renga e Nek: 7
Leggere alla voce Fred De Palma. Con in più i grandi successi della loro carriera. Ed è impossibile non cogliere una scintilla diversa nei loro sguardi.