Oltre a Dragon Ball e Dottor Slump c'è più Akira Toriyama di quanto possiate immaginare. In realtà la storia di Goku e quella di Arale rappresentano insieme l'opus mugnum del compianto mangaka giapponese (tenendo anche conto del crossover tra i due), ma al di là di questi fumetti che abbiamo amato e con cui siamo cresciuti ci sono racconti più brevi ma ugualmente ispirati e a loro modo intensi rimasti purtroppo più in sordina. È questo il caso di Sand Land, un manga pubblicato nel 2000 in 14 episodi e divenuto velocemente un cult in patria. Lo scorso anno è stata distribuita nei cinema giapponesi la trasposizione cinematografica della storia ideata da Toriyama, da noi ancora oggi poco nota.
Con l'arrivo del videogioco ufficiale sviluppato da Bandai Namco e la volontà di far conoscere in modo più capillare la storia a livello internazionale, Star ha acquisito i diritti di distribuzione del film di Sand Land, ristrutturandola in una serie streaming d'animazione per Disney+ divisa in due macro-archi narrativi. Il primo, Sand Land - La storia del principe dei demoni, è il film spalmato in sei episodi, mentre dal settimo si entra in Sand Land - La storia dell'angelo salvatore, un racconto nuovo e inedito pensato da Akira Toriyama che va oltre le vicende dal manga e quindi del lungometraggio. Gli episodi che compongono quest'ultimo usciranno a cadenza settimanale per sei settimane, per cui questa recensione avrà in oggetto solo La storia del principe dei demoni.
Il piccolo grande universo di Sand Land
Un mondo assetato, quello di Sand Land, dove l'acqua è un bene raro e costoso. Delle wasteland più cartoonesche e meno apocalittiche, quelle disegnate da Toriyama, comunque ispirato dai suoi precedenti lavori ma anche da tanto cinema e da tanta letteratura, da M_ad Max_ a Dune. In un panorama desertico afflitto da una costante siccità vivono ma non co-esistono Umani e Demoni: i primi guidati da un Re tronfio, egoista, sciocco e pasciuto, i secondi da Lucifer e dal Principe Beelzebub, piccolo sovrano dal cuore gentile. Le uniche riserve d'acqua disponibili sono in mano al Re, che imbottiglia l'Oro Blu e lo vende a prezzi esorbitanti ai villaggi di Sand Land, impedendo agli abitati di accedere facilmente a un bene vitale. Stanco della situazione, lo Sceriffo Rao chiede aiuto a Beelzebub e al suo fido consigliere Thief - ladro di nome e di fatto - per formare un'alleanza tra demoni e umani alla ricerca della Sorgente Leggendaria in un periglioso viaggio verso sud. Contro di loro l'esercito guidato dal perfido Generale Supremo Zeu (un po' un Barone Harkonnen), le insidie faunistiche del deserto e gli Swimmers, dei banditi delle sabbie assolutamente sopra le righe.
Una storia semplice ma efficace, che sfrutta le tematiche del pregiudizio e della redenzione come motore portante della narrazione, riuscendo a dare grande credibilità ai protagonisti, alle loro relazioni, alle diverse trasformazioni o prese di coscienza, nonostante il poco tempo a disposizione. È un chiaro sintomo di un racconto che funziona e che non spreca risorse, come d'altronde fanno i personaggi che lo popolano. I demoni, per quanto strambi e ferini, sono in realtà "un popolo di pigri e scansafatiche" amante dei videogiochi, mentre gli umani sono i veri mostri, assetati di potere e persino capaci di uccidere.
È soprattutto Rao a far ricredere Beelzebub e Thief, per i suoi modi onesti e gentili, per una missione che vuole salvare tutti e non soltanto lui, perché "è un libro aperto" e uno dei più bei personaggi ideati da Toriyama al di fuori di Dragon Ball, con un passato da rifuggire e vendicare e una capacità strategico-militare fuori parametro. È lui, forse, il vero protagonista di Sand Land, mentre il Principe dei Demoni è l'arma segreta, l'eroe affabile che viene dalle tenebre e capace di grande devastazione. Ma tutti i demoni sono buoni e tanti umani sono cattivi. È proprio come dice Rao: "I pregiudizi possono sviare il buon senso", soprattutto in una landa desertica dove i miraggi sono all'ordine del giorno.
Il nostro ricordo di Akira Toriyama: arrivederci alla fine del Serpentone, sensei
Schiaffi e carri armati
Sand Land - La storia del principe dei demoni adatta fedelmente l'opera di Toriyama, arrivando in occidente in un momento di grande affezione per il mangaka, di ricordo e curiosità. È bello vedere l'iconico tratto del sensei in un character design energico ed efficace, pieno di stile e inventiva, di anima e personalità. È bello rintracciare in questi personaggi l'eredità di un autore indimenticabile, ma è soprattutto soddisfacente notare l'ottimo lavoro in termini d'animazione, che rende importante giustizia a un lavoro "minore", nobilitandolo tanto nell'estetica quanto nei contenuti. Non infastidisce l'utilizzo della CGI unito al tratto tradizionale, perché l'ibridazione risulta piacevole e ben realizzata, sorretta da una regia in grado di valorizzare in particolar modo l'espressività di Rao e l'azione. Per lo più ci si sposta in un carro armato blindatissimo, ma è anche con lo stesso che si combatte e che si pianifica contro i nemici, mettendo in scena delle sequenze convincenti che sfruttano bene l'intuizione alla base dell'opera.
Bene anche la fluidità dei movimenti, mai ingessati e a volte persino realistici, così come le sequenze di combattimento con protagonista Beelzebub, che ha un suo stile molto particolare, dotato di una forza e di una velocità sovrumana che dosa con significativa parsimonia. Per quanto facile e summa di tante ispirazioni differenti, San Land è un prodotto prima di tutto figlio del suo autore (il demone di Toriyama era la pigrizia, e la pigrizia è il tratto caratterizzante dei demoni), della sua esplosiva creatività, delle sue critiche anti-autoritarie, delle sue passioni e del suo unico modo d'interpretare il diverso. Un titolo che è insieme un ottimo anime e un'ottima trasposizione, un bellissimo ricordo, in attesa dell'arco narrativo postumo di cui si ha un assaggio nel settimo episodio.
Conclusioni
Sand Land ci ricorda che Akira Toriyama era molto più del solo Dragon Ball. Forte di una scrittura divertita e matura costruita attorno al tema del pregiudizio, della redenzione e della ribellione anti-capitalista, l'anime tratto dal manga breve del compianto sensei si dimostra un prodotto valido e vincente, adattando con fedeltà il materiale originale e sfruttando l'iconico e inconfondibile stile del fumettista in un prodotto dalle animazioni fluide, pulite e avvincenti che appassiona e convince. Non vediamo l'ora di scoprire come sarà il secondo arco inedito della serie.
Perché ci piace
- Il mondo di Sand Land, bello e accattivante.
- La semplicità della storia, mai banale e anzi ficcante.
- Rao e Beelzebub sono dei protagonisti formidabili.
- C'è tutto lo stile di Akira Toriyama.
Cosa non va
- Alcuni personaggi secondari hanno poco sviluppo, ma è un difetto insito nella brevità del racconto originale.