Un altro cult del cinema italiano arriva in versione integrale restaurata e con tanti extra, grazie al Crownfunding lanciato da CG Entertainment: come vedremo nella recensione del blu-ray di Salò o le 120 giornate di Sodoma, stavolta tocca al disturbante, controverso e sconvolgente capolavoro di Pier Paolo Pasolini, che ebbe la grande intuizione di calare il romanzo di De Sade nell'Italia settentrionale durante l'occupazione nazi-fascista, per raffigurare le devianze del Potere in tutte le sue forme. Quattro uomini della Repubblica di Salò rinchiudono un gruppo di ragazzi e ragazze in una villa per soddisfare le loro perversioni e le depravazioni più abiette, tra violenza, stupri e degradanti umiliazioni, in una sorta di inferno dantesco. Distribuito subito dopo l'assassinio del regista, Salò o le 120 giornate di Sodoma fu sequestrato e successivamente dissequestrato dopo l'imposizione di tagli da parte della censura.
Il cult finalmente in HD, con versione integrale e restaurata
Ed eccoci dunque a questa edizione in blu-ray di Salò o le 120 giornate di Sodoma, presentato in versione integrale, che ci ha lasciati assolutamente soddisfatti sia sul piano tecnico che su quello degli extra. Questa appena uscita è la versione in edizione normale, dopo che a suo tempo gli aderenti alla campagna crownfunding hanno avuto la copia numerata con il proprio nome, il package esclusivo in slipcase di cartone con nuovo artwork e un booklet testuale fotografico. Noi andiamo ad analizzare questa edizione in semplice amaray e senza booklet, ma che dal punto di vista tecnico è assolutamente identica, e beneficia del restauro realizzato a partire dal negativo camera, scansionato alla risoluzione di 4k, e dal mix magnetico italiano. Il grading digitale, su cui torneremo in seguito, è stato supervisionato da Carlo Tafani, operatore di macchina nel film. Il restauro è stato eseguito presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata nel 2015.
Video ottimo col nuovo master. Ci sono cenni di compressione
Il video beneficia di un nuovo ottimo master, decisamente superiore alle edizioni precedenti, che regala una bella sensazione cinematografica ed è privo di fastidiosi filtri. Il risultato è che si può godere di un quadro pulito e di un buonissimo dettaglio, con una grana in gran parte naturale e solo qualche scena un po' più impastata, anche se la compressione non è esattamente trasparente e in qualche frangente tende a emergere. Il contrasto lascia un po' perplessi e tende ad appiattire un po' il quadro, soprattutto a causa di un nero che appare un po' alto, ma in generale la visione è davvero piacevole. Un discorso a parte merita la parte cromatica, che segna una netta dominante verde, con colori dalle tonalità acide.
Il color grading virato al verde nel rispetto dei colori originari
Il color grading in effetti appare decisamente virato al verde, e qualcuno può sollevare qualche perplessità a riguardo. Ma qui viene in soccorso una nota proprio del laboratorio "L'Immagine Ritrovata" della Cineteca di Bologna che ha curato il restauro, che nel raccontare la complessità del lavoro di color correction, sottolinea che questo si è svolto con la supervisione di Carlo Tafani, operatore camera del film, collaboratore di Tonino Delli Colli, direttore della fotografia di quasi tutti i film di Pasolini.
E spiega in questo modo le immagini: "La fotografia del film utilizzava una luce diffusa per togliere alle diverse scene zone d'ombra e mostrare tutto, con la stessa crudeltà che permea il film. Una fotografia senza tagli di luce, poco cinematografica, con una predominanza di colori acidi, verdi, cyan, che contribuiscono a dare un tono raggelato ed asettico alle scenografie di Dante Ferretti. Anche se la fotografia è neutrale rispetto alla narrazione, ogni ambiente ha una propria caratteristica coloristica, dove il salone è lo spazio meno freddo, mentre il campo delle torture è quello dove i colori quasi annulla, perdendo densità e contrasto". Insomma, il lavoro di color correction si mosso nel pieno rispetto delle scelte originarie cercando il tono neutro e freddo dei colori originali.
Audio pulito, dialoghi dal timbro soddisfacente
L'audio, presentato in DTS HD Master Audio 2.0, sfodera una traccia molto pulita, priva di fruscii dovuti agli anni, segno anche qui di un ottimo restauro. Ovviamente la spazialità latita, la scena sonora è piuttosto chiusa, ma il timbro dei dialoghi, pur un po' secco e limitato in frequenza, è soddisfacente. In generale tutti gli effetti, comunque molto pochi vista la tipologia del film, escono con un suono netto e pulito, senza sbavature, mentre la colonna sonora di Ennio Morricone esce dai diffusori con un discreto impatto.
Gli extra: 90 minuti con Pasolini, tra lavoro sul set e interviste
E veniamo al reparto extra, altro gioiello dell'edizione. Innanzitutto troviamo un Backstage (Gideon Bachmann Archive, ©Cinemazero, Pordenone) di ben 58 minuti, nel quale si vede Pier Paolo Pasolini dirigere una delle ultime crudissime scene del film, con il regista al lavoro con gli attori, i collaboratori e durante le riprese. La seconda parte, come avvertito nei titoli di testa, è però senza audio. Il secondo contributo è Pier Paolo Pasolini: l'intervista sotto l'albero (Gideon Bachmann Archive, © Cinemazero, Pordenone), un colloquio col regista di 21 minuti nel quale Pasolini spiega la sua visione del film e controbatte a critiche e osservazioni. A chiudere Salò, l'ultimo film di Pier Paolo Pasolini (Vox Humana Archive - Gideon Bachmann © Cinemazero, Pordenone). In pratica una galleria fotografica di 10 minuti con le foto di Deborah Beer e audio di repertorio dal set.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella recensione del blu-ray di Salò e le 120 giornate di Sodoma, il controverso e disturbante capolavoro di Pier Paolo Pasolini che viene proposto nella versione integrale e restaurata, si può apprezzare come mai è stato possibile prima. Il film ha infatti ricevuto un ottimo trattamento sul piano audio-video, con in aggiunta un ottimo pacchetto di contenuti speciali.
Perché ci piace
- Un’ora e mezza di extra con il lavoro di Pasolini sul set in primo piano.
- La versione integrale e restaurata offre un ottimo video.
- Il viraggio cromatico è ben spiegato da chi ha curato il restauro.
- La soddisfacente resa dell’audio.
Cosa non va
- La compressione del video non è proprio invisibile e il nero sembra un po’ alto.
- L’audio, comprensibilmente, è privo di spazialità.