Lunghi capelli biondi, divisa alla marinara e l'inseparabile gatta parlante Luna: in venticinque anni di vita Sailor Moon, la bella guerriera che veste alla marinara, è diventata un'icona pop, amata in tutto il mondo, ha dato vita a un franchise miliardario, scrivendo la storia dell'animazione. Non stiamo esagerando: prima che l'adolescente piagnucolona Usagi Tsukino (letteralmente "coniglio della Luna", tradotto nella versione italiana con Bunny, parola inglese che significa appunto coniglio) incontrasse il felino alieno e scegliesse, suo malgrado, di diventare una guerriera dai poteri planetari, le eroine nell'animazione erano una rarità.
Se si escludono le super eroine americane, come Wonder Woman, le ragazze avevano ben poco modo di dimostrare il proprio valore: quasi tutte erano giovani innocenti da proteggere, come Candy Candy o Georgie, e quelle dotate di abilità speciali erano del tutto innocue, come Magica Emi o L'incantevole Creamy. Soltanto Lady Oscar sapeva il fatto suo, ma si tratta di una donna che cela il suo lato femminile, nascosto in abiti e attitudini maschili. A inizio anni '90 invece, l'arrivo delle guerriere Sailor ha rivoluzionato il concetto di eroina: finalmente il pubblico ha potuto apprezzare delle ragazze normalissime che prendono in mano il proprio destino e scelgono di combattere per amore della giustizia.
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Creato e disegnato dall'allora 24enne Naoko Takeuchi, laureata in chimica con specializzazione in farmacia, l'universo di Sailor Moon è molto più complesso e strutturato di quanto non si creda: a causa dell'equivoco, oggi molto meno diffuso, che fumetti e cartoni animati siano destinati soprattutto a un pubblico di giovanissimi, cosa che in Giappone così non è, in Italia l'anime di Sailor Moon fu pesantemente alterato, perché tratta temi complessi come la maternità, l'amore tra persone dello stesso sesso, la sete di potere e sonda aspetti oscuri dell'animo umano, come il desiderio di autodistruzione e la vendetta cieca. Argomenti giudicati allora scabrosi per un pubblico di bambini e che fece calare la mannaia della censura sulle guerriere Sailor.
Oggi, a venticinque anni di distanza dalla prima pubblicazione del manga (il cui titolo originale è Bishōjo senshi Sērā Mūn, in italiano La bella guerriera Sailor Moon), che risale a febbraio 1992 in Giappone, e alla messa in onda originale dell'anime (composto da cinque stagioni, per un totale di 200 episodi), trasmesso sugli schermi nipponici a marzo dello stesso anno, molto è cambiato: Sailor Moon è stata rivalutata, la sua complessità riconosciuta, addirittura l'aspetto scientifico è stato messo in evidenza (oltre alle continue citazioni alla geologia e all'astronomia, ci sono molti riferimenti alla tecnologia, alcuni anche avveniristici, come il mini computer portatile di Sailor Mercury, che per allora era quasi fantascienza).
Per non parlare poi della sua rilevanza sociale: oltre all'apertura alla tecnologia, Sailor Moon è stata pionieristica anche per quanto riguarda valori come la tolleranza, mostrando, soprattutto nel fumetto, con assoluta normalità baci tra donne, uomini che amano travestirsi da donna, rispetto per l'ambiente e per gli animali, l'idea che ogni vita umana è importante e bisogna cercare di salvarla a tutti i costi, anche quando sarebbe più facile sacrificarla in vista di un bene più grande. Idee rivoluzionare allora e non così scontate oggi, in un momento storico in cui il mondo sembra fare passi indietro per quanto riguarda i diritti umani.
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Dal 2014, inoltre, Sailor Moon, dopo il fumetto e l'anime anni '90, sta vivendo una nuova vita grazie a Sailor Moon Crystal, reboot della serie animata originale che si rifà al fumetto, sia come stile di disegno, più spigoloso, che come evoluzione della storia, con un numero ridotto di episodi (anche se il disegno morbido anni '90, forse anche per valore affettivo, rimane insuperabile). La nuova serie può anche contare su effetti speciali digitali e sul formato 16/9 (invece che 4/3). Giunta in Giappone alla terza stagione, Sailor Moon Crystal è arrivata in Italia lo scorso 18 dicembre su Rai Gulp. Per celebrare i 25 anni di queste eroine rivoluzionarie, scopriamo altrettante curiosità sull'universo delle guerriere Sailor.
1. In principio fu Sailor V
La prima guerriera Sailor a combattere per la salvezza della Terra non è stata Sailor Moon, ma Sailor Venus: Naoko Takeuchi ha creato il personaggio a inizio anni '90, pubblicando poi il fumetto Codename Sailor V (nome in codice Sailor V) nel 1991. Aiutata dal gatto parlante Artemis, la studentessa liceale Minako Aino (Marta nella versione italiana) scopre di possedere dei poteri che derivano dal pianeta Venere, grazie a cui combatte gli invasori alieni, e ha come missione quella di ritrovare la Principessa della Luna. Incoraggiata dal successo del fumetto, l'autrice ha ampliato la mitologia della sua storia, creando Sailor Moon, che assomiglia molto, nei colori e nel carattere, a Sailor V, che in Bishōjo senshi Sailor Moon si fa chiamare Sailor Venus.
2. I capelli rosa di Sailor Moon
Una delle caratteristiche distintive di Sailor Moon è la sua pettinatura: raccolti in dei codini alla cui sommità ci sono degli chignon a forma di "odango", ovvero polpette di riso tipiche della cucina giapponese, i capelli della guerriera che veste alla marinara sono inconfondibili. Eppure inizialmente non avrebbero dovuto essere biondi: l'autrice in un primo momento aveva pensato a una Usagi dai capelli rosa (idea che si è concretizzata al momento di creare Chibiusa), passando poi per una fase dai capelli argentati, fino ad arrivare al biondo che tutti conoscono.
3. Le uniformi delle guerriere Sailor in origine erano diverse
I costumi delle guerriere Sailor sono ispirati alle uniformi scolastiche dei licei giapponesi. Guardando i primi bozzetti dell'autrice si può apprezzare come ogni eroina avesse un suo costume distintivo: nella versione finale, invece, le protagoniste hanno uniformi molto simili, che si differenziano soltanto per l'assortimento dei colori e per qualche accessorio.
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4. I nomi della famiglia Tsukino sono quelli dei parenti di Naoko Takeuchi
Naoko Takeuchi ha dato i nomi dei suoi parenti alla famiglia di Usagi: il padre si chiama infatti Kenji, la madre Ikuko e il fratello Shingo. Nella versione italiana sono diventati Kenji, Ilenia e Sam.
5. Ami doveva essere un cyborg
Nelle intenzioni originali dell'autrice, Ami Mizuno, ovvero Sailor Mercury, avrebbe dovuto essere un cyborg in grado di distorcere e alterare le dimensioni, inoltre doveva morire alla fine della prima stagione. È stato l'editor della Takeuchi, Fumio Osano, a consigliarle di rendere Ami umana e farla vivere. La scelta si è rivelata vincente: a causa del suo comportamento diligente e dell'attitudine allo studio, Ami è diventata la guerriera Sailor più popolare in Giappone.
6. Il perché del lato religioso di Rei
Rei Hino (Rea nella versione italiana), ovvero Sailor Mars, oltre a essere una studentessa e una guerriera Sailor è anche una miko, una sacerdotessa shintoista. Naoko Takeuchi ha introdotto questo elemento perché, durante gli anni dell'università, ha conosciuto un uomo che l'ha spinta a seguire questa strada.
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7. Makoto in origine era una teppista
Makoto Kino (Morea nella versione italiana), ovvero Sailor Jupiter, avrebbe dovuto essere il capo di una gang di teppisti e avere il vizio del fumo. Questa idea è stata poi accantonata, trasformando il personaggio in una ragazza dalla forza prodigiosa. Inoltre il nome pensato all'inizio per lei è stato Mamoru, assegnato poi a Milord.
8. Milord avrebbe dovuto chiamarsi Mysterious 2098 Face
Mamoru Chiba (Marzio nella versione italiana) è l'incarnazione del principe Endymion, amore della principessa Serenity (Sailor Moon), che possiede i poteri legati al pianeta Terra. Per combattere gli invasori alieni che tentano di conquistare il mondo, Mamoru assume un'identità alternativa, quella di Tuxedo Kamen (Milord in Italia), uomo mascherato il cui simbolo è una rosa rossa. Inizialmente il nome dell'alter ego di Mamoru era Mysterious 2098 Face, ovvero "l'uomo dai 2098 volti".
9. L'origine regale dei talismani di Sailor Uranus, Neptune e Pluto
I cognomi di Sailor Uranus, Sailor Neptune e Sailor Pluto sono Tenou, Kaiou e Meiou e significano rispettivamente: Imperatore del Cielo, Imperatore del Mare e Imperatore Oscuro, rispecchiando i loro poteri. I talismani delle guerriere, la Spada, lo Specchio e la Sfera, fanno invece riferimento a tre oggetti sacri della tradizione nipponica, che appartengono all'Imperatore del Giappone, donati alla famiglia reale dalla dea Amaterasu. La spada simboleggia il valore, lo specchio la saggezza e la sfera la benevolenza.
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10. Le Sailor Starlights e la mitologia indiana
Per quanto riguarda le Sailor Starlights, le tre guerriere che compaiono nella quinta stagione, Naoko Takeuchi si è ispirata alla mitologia indiana e in particolare alla divina Trimurti, che riunisce tre aspetti del dio Prajapati: Siva, ambivalente, detto il distruttore, che simboleggia anche la sensualità e la fertilità (a cui è ispirata Sailor Star Fighter), Brahma, creatore del mondo, sapiente, detto l'insegnante degli dei (Sailor Star Maker) e Visnù, protettore del mondo che ristabilisce l'ordine morale (Sailor Star Healer).
11. Luna e Artemis sono degli alieni
Luna e Artemis, i fedeli compagni di Sailor Moon e Sailor Venus, non sono dei semplici gatti parlanti, ma degli alieni: nella quinta stagione del manga, Sailor Tin Nyanko rivela che arrivano dal pianeta Mau e hanno la possibilità di assumere sembianze umane (come si vede nel film Sailor Moon S, in cui Luna diventa una ragazza).
12. La passione per la scienza e la tecnologia di Naoko Takeuchi
Prima di dedicarsi al fumetto, Naoko Takeuchi si è laureata in chimica, per questo Sailor Moon è pieno di riferimenti a gemme, elementi, metalli e minerali. Inoltre ci sono diversi omaggi all'astronomia e alla tecnologia: Ami possiede un avveniristico (per il 1992) mini computer e nella serie compaiono diversi congegni elettronici.
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13. La passione per la moda di Naoko Takeuchi
Naoko Takeuchi è una grande appassionata di moda e per molti degli abiti dei suoi personaggi si è ispirata a capi d'alta moda storici: il vestito bianco della principessa Serenity è il celebre Palladium di Christian Dior, pezzo da esposizione ispirato a una colonna di stile corinzio, la Lady Nera (la versione adulta e malvagia di Chibiusa) è vestita come la modella di una vecchia pubblicità del profumo Opium di Yves Saint Laurent, Chermesite, una delle Quattro Sorelle Persecutrici, sembra uscita da una sfilata di Thierry Mugler del 1992 e, in un'illustrazione presente in uno degli artbook di Sailor Moon, Setsuna Meiou (Sidia nella versione italiana), ovvero Sailor Pluto, indossa una creazione di Chanel del 1992, resa celebre da Naomi Campbell (e compare anche nel film di Pedro Almodóvar Gli abbracci spezzati, in cui a indossarla è Penelope Cruz).
14. La passione per le auto di lusso di Naoko Takeuchi
Oltre alla tecnologia, moda e cibo, un'altra passione dell'autrice di Sailor Moon sono le auto di lusso: la mangaka stessa ne possiede diverse e ha inserito molte macchine di prestigio anche nella sua opera. Nell'anime Mamoru guida un'Alfa Romeo SZ, mentre, in un'illustrazione di un artbook è a bordo, in veste di Milord, di una Porsche 962 LM. Haruka Tenou (Heles nella versione italiana), alias Sailor Uranus, in alcune illustrazioni è al volante di una Ferrari 512 M, l'auto preferita dell'autrice, invece nell'anime guida diverse auto e moto.
15. La gioielleria OSA-P
La gioielleria della madre di Naru (Nina nella versione italiana), la Osa-p, che viene presa di mira dai soldati del Regno delle Tenebre nel primo episodio della serie animata e del fumetto, è un omaggio all'editore di Naoko Takeuchi, Fumio Osano, il cui soprannome è proprio OSA-P.
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16. Le rovine del Moon Kingdom si ispirano alla città di Palmira
Il Regno della Luna, luogo d'origine della principessa Serenity, si basa sulle rovine della città di Palmira, che si trovano in Siria.
17. Nella versione originale alcuni personaggi sono di sesso differente
Negli anni '90 la messa in onda di Sailor Moon creò non pochi problemi: contrariamente a quanto accade in Giappone, dove manga e anime sono destinati a un pubblico più adulto, in Italia cartoni animati e fumetti sono spesso considerati materiale adatto sopratutto ai bambini, per questo motivo le relazioni omosessuali di alcuni personaggi, così come la loro identità sessuale, all'epoca fecero scalpore. Allora furono apportate diverse modifiche e censure al cartone originale: la relazione tra Sailor Uranus e Sailor Neptune è stata trasformata in una forte amicizia, mentre il sesso di alcuni personaggi è stato cambiato. Zoisite (Zachar nella versione italiana) è stato trasformato in una donna per non far capire la sua relazione con Kunzite (Lord Kaspar), così come Occhio di Pesce, uno dei villain della quarta stagione, trasformato in una ragazza per non rendere chiaro che si trattava in realtà di un uomo che ama vestirsi con abiti femminili. La controversia più difficile da affrontare è però quella delle Sailor Starlights, che, quando si trasformano, da uomini diventano donne: per spiegare il cambiamento, la trasformazione in Italia è stata censurata e la comparsa di guerriere donne giustificata con l'invocazione di fantomatiche "sorelle gemelle".
18. Sailor Moon è quasi diventata una principessa Disney
Incredibile ma vero, a fine anni '90 Sailor Moon è quasi diventata una principessa Disney: nel 1997 Variety ha pubblicato un articolo in cui si afferma che la The Walt Disney Company era interessata ad acquistare i diritti di Sailor Moon per realizzare un film in live action diretto da Stanley Tong. Tutto è sfumato perché Naoko Tacheuchi non ha voluto cedere la sua creatura alla Disney.
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19. Sailor Moon ha ispirato il nome di un fiore
Tra le migliaia di cose ispirate a Sailor Moon figura anche un fiore: l'Happy Valley Sailor Moon, fiore ibrido selezionato dallo scienziato Shigheru Makoto Kono, che, guardando il giallo carico dei petali ha notato una somiglianza con il colore dei capelli di Sailor Moon. Il fiore è sicuramente piaciuto a Naoko Takeuchi perché appare nella copertina del 18esimo volume del manga e in tre illustrazioni del quinto artbook.
20. Il film perduto su Sailor Uranus e Sailor Neptune
Il film della quarta stagione di Sailor Moon, Sailor Moon Super S, avrebbe dovuto essere dedicato a Sailor Uranus e Sailor Neptune: Kunihiko Ikuhara, che ha diretto i film della seconda e della terza stagione, Sailor Moon R e Sailor Moon S, ha lasciato la serie animata dopo la fine di Super S, ma aveva una sceneggiatura pronta per il film, in cui Uranus doveva rubare un talismano a Sailor Moon per salvare Sailor Neptune, finita in un luogo chiamato The End of the World (la fine del mondo). Il film prevedeva una scena in stile rodeo con due Pegasus.
#21. I musical e i live action
Non solo fumetti e animazione: nel 1993 Sailor Moon è stato trasformato in un musical, il primo di una lunga serie (a oggi si contano 31 titoli), con tanto di musiche ispirate all'anime originale, per un totale di 800 repliche. Inoltre, nel 2003, è stato realizzato anche un live action, in cui le guerriere Sailor sono interpretate da attrici in carne e ossa, mentre i gatti Luna e Artemis figurano non come veri animali, ma hanno le sembianze dei peluche ispirati al cartone.
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#22. Sailor Astarte: la guerriera che compare solo nel musical
In un curioso musical di Sailor Moon, intitolato Transylvania no Mori, c'è una particolare guerriera Sailor chiamata Sailor Astarte, che viene dalla Transylvania.
#23. Il remake americano che non ha mai visto la luce
Nel 1994 Sailor Moon ha rischiato di essere trasformato in un teen drama: la Toon Makers Inc., insieme a Bandai e Renaissance-Atlantic Entertainment, ha realizzato l'episodio pilota del remake americano di Sailor Moon, girato per metà in live action, quando le ragazze sono a scuola, e per metà in animazione, quando si trasformano in guerriere.
#24. Naoko Takeuchi è sposata con un altro mangaka
Naoko Takeuchi è sposata con un altro autore di manga: Yoshihiro Togashi, creatore di Hunter x Hunter e Yu degli spettri.
#25. Bruce Wayne legge i fumetti di Sailor Moon
Incredibile ma vero, Bruce Wayne legge i fumetti di Sailor Moon: la prova è nell'albo numero 27 di Justice League of America, pubblicato nel 1999, in cui Batman scopre la vera identità di Martian Manhunter (J'onn J'onzz). Martian Manhunter, un mutaforma, in questa storia assume le sembianze di una donna giapponese e si presenta a Wayne come Rei Hino: questo nome è lo stesso di Sailor Mars, fatto che fa capire all'uomo pipistrello che quella che ha davanti è in realtà Martian Manhunter.
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