Il luogo simbolo per ufologi e complottisti di tutto il mondo, Roswell non è soltanto una piccola cittadina del Nuovo Messico contante circa 50.000 abitanti, ma bensì l'(in)volontario palcoscenico di uno dei primi casi che hanno fatto pensare all'arrivo degli extraterrestri sul nostro pianeta. Bisogna tornare indietro di oltre settant'anni, precisamente proprio al 2 luglio del 1947, per ripercorrere quando tutto ebbe inizio.
La versione ufficiale sostiene che un pallone sonda, facente parte di un progetto militare segreto conosciuto con il nome in codice di Mogul, cadde al suolo, dando il via ad una sorta di vera e propria leggenda metropolitana relativa allo schianto di un'astronave aliena in pieno deserto. Una versione riportata anche da alcuni giornali locali e nazionali, la cui diffusione contribuì proprio alla fama fantastica, salvo essere poi stata smentita ufficialmente negli anni Novanta, quando due inchieste ufficiali esclusero definitivamente qualsiasi ipotesi che esulasse da quella più realistica, ovvero un test dell'esercito per l'allora nascente Guerra Fredda con l'Unione Sovietica.
La leggenda dell'Area 51
Questo naturalmente non ha messo fine alle voci e alle numerose teorie che ancor oggi serpeggiano tra appassionati e non, ulteriormente esasperate negli scorsi decenni soprattutto sul piccolo schermo, con due serie televisive a tema, molto diverse tra loro ma entrambe cult: stiamo parlando naturalmente di X-Files, con le indagini di Mulder e Scully che miravano proprio a svelare questo complotto ai più alti livelli per nascondere la verità, e di Roswell, sorta di ibrido romantico / sci-fi che prendeva per l'appunto il titolo stesso dall'evento.
A Roswell d'altronde si collega anche la leggenda dell'Area 51, che nasconderebbe - sempre secondo i sostenitori della suddetta versione - non soltanto i resti della navicella extraterrestre, ma anche i cadaveri dei presunti visitatori dell'altro mondo. In occasione di tale ricorrenza, abbiamo deciso di parlarvi di un film di metà anni Novanta, pensato per il piccolo schermo ma con un cast di prima grandezza capitanato da Kyle MacLachlan e Martin Sheen: andiamo alla scoperta di Roswell!
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Roswell al centro del mondo
La storia principale è ovviamente quella che tutti, anche chi poco appassionato dell'argomento, conoscono e che abbiamo rapidamente riassunto nel passaggio introduttivo. Nello specifico la sceneggiatura si concentra su una figura realmente esistita, ovvero il tenente dell'esercito americano Jesse Marcel, scomparso nel 1986 - otto anni prima che questo film su Roswell facesse la sua comparsa sulla televisione d'Oltreoceano. La vicenda ha inizio con una riunione per celebrare il trentennale da parte degli allora membri del 509th Operations Group, salvo poi accompagnarci nel passato di Marcel stesso, che sta cercando di scoprire la verità su alcuni strani detriti ritrovati nel campo di un allevatore locale nel luglio 1947, che sembrano essere composti da un materiale auto-rigenerante mai visto prima sulla Terra. I suoi superiori gli dicono che ciò che ha trovato non è altro che un pallone meteorologico abbattuto, ma il protagonista non crede alla versione ufficiale e la sua ricerca di risposte continuerà nel corso dei decenni.
Gli alieni? Questione di fede
Ovviamente com'è facile immaginare la pellicola propende per la teoria aliena, con tanto di famosa scena dell'autopsia - lasciata per gran parte fuori campo - nei confronti di uno degli extraterrestri e riferimenti in serie a quell'Area 51 che ancor oggi molti misteri si porta dietro. Certo ci troviamo di fronte a una pellicola dal budget limitato, che evita per ovvi motivi possibili sussulti spettacolari limitandosi a un comunque godibile approccio investigativo che si muove su due linee temporali, una nella quale Marcel è ormai anziano e l'altra che lo vede nel fior fiore degli anni, protagonista proprio in quei giorni convulsi dell'evento chiave.
Trasmesso sulle emittenti americane il 31 luglio del 1994, Roswell contiene una scena che sembrerebbe aver funzionato come ispirazione per una sequenza omonima di Independence Day (1996), arrivato nelle sale due anni dopo, ovvero quando il presidente di Bill Pullman ha una sorta di comunicazione telepatica con una delle creature aliene, che sembra ricalcare quanto visto proprio qui in uno dei passaggi più tensivi.
Kyle MacLachlan nel segno della verità e della bugia
Soliti filmati di repertorio, spezzoni in bianco e nero e sessioni ricostruite ad hoc caratterizzano l'ora e mezzo di visione, che sarà maggiormente interessante per quel tipo di spettatore più possibilista e appassionato di misteri e affini. E un altro motivo che potrebbe attirare l'attenzione di una buona fetta di pubblico è il cast, che vede non soltanto Martin Sheen in un fondamentale ruolo secondario ma soprattutto Kyle MacLachlan - allora reduce dal grande successo di I segreti di Twin Peaks - nelle vesti del tormentato Marcel, anche invecchiato da un corposo ma discreto make-up nelle fasi in cui interpreta la versione anziana del suo personaggio.
E poi ancora eventi di "secondo piano", come la controversa morte del politico James Vincent Forrestal o i riferimenti alla presunta organizzazione segreta Majestic-12, il cui compito sarebbe quello di nascondere agli occhi dell'opinione pubblica informazioni vitali: di carne al fuoco ve ne è parecchia, da fruire sia come semplice intrattenimento - modesto ma godibile, tanto da ottenere una candidatura ai Golden Globe come miglior miglior miniserie o film per la televisione - che con un approccio esplicitamente aperto, della serie "I want to believe".