Si chiama Rosanero, ma non si parla dei colori sociali del Palermo. Nel film che vi raccontiamo nella recensione di Rosanero, la nuova commedia Sky Original, in esclusiva il 9 settembre su Sky Cinema Uno alle 21.15, disponibile on demand e in streaming solo su NOW, quella parola sta a rappresentare l'unione di due colori antitetici. Il rosa e il nero sono due persone diverse, due modi di vivere agli antipodi, due mondi apparentemente incompatibili. Eppure, può avvenire che si incontrino. E che un temibile boss della Camorra si trovi nel corpo di una ragazzina, mentre questa si risveglia nei panni del criminale. Se a dare corpo e anima a questa storia sono Salvatore Esposito e la piccola, sorprendente Fabiana Martucci, al suo debutto al cinema, le sorprese sono assicurate. Rosanero è diretto da Andrea Porporati, che ha scritto il soggetto e l'ha sceneggiato insieme allo stesso Salvatore Esposito, è prodotto da 11 Marzo Film, Sky e Vision Distribution e distribuito da Vision Distribution. Rosanero, tratto dal libro omonimo di Maria Tronca (Baldini+Castoldi) è un esempio di commedia degli equivoci con un tocco di fantastico, genere che da noi si pratica poco. Già pensarci è un'ottima idea. Ma sono la regia e soprattutto gli attori a rendere possibile un film molto divertente.
O'Nero e Rosetta
Totò (Salvatore Esposito), detto O'Nero, ha quarant'anni ed è uno spietato boss della criminalità organizzata del napoletano. Rosetta (Fabiana Martucci) è una bambina di dieci anni, ama il rosa e la danza, e frequenta la quinta elementare. Quando Totò viene colpito da un proiettile, Rosetta cade dall'altalena e batte la testa. Così i due si trovano nello stesso ospedale, dove vengono operati e rimangono in vita. Ma quando riprendono conoscenza, Totò si risveglia nel corpo di Rosetta, e viceversa.
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Salvatore Esposito, ancora contro ruolo
Salvatore Esposito, attore iconico per il suo ruolo di Genny Savastano in Gomorra - La Serie, ci ha preso gusto. Ci ha preso gusto a spiazzarci, continuando a scegliere dei film dove è utilizzato contro ruolo. Anzi, in film dove il suo ruolo ormai classico viene ripreso per poi essere ribaltato ed essere portato da altre parti. Lo aveva già fatto ne La cena perfetta, dove era sì un camorrista, ma imbranato e dal cuore tenero, e con un notevole senso della giustizia. Qui il cambiamento avviene con un escamotage narrativo, dopo che l'attore era entrato in scena secondo i consueti cliché del film di mafia per creare al meglio il personaggio di partenza.
Una commedia degli equivoci
Rosanero è una commedia degli equivoci che segue lo schema di tante commedie americane sullo scambio di persona, dove adolescenti diventano i propri genitori, o bambini diventano immediatamente i se stessi adulti. Così Andrea Porporati dà vita a una favola con un tocco di fantastico, o, se vogliamo, di realismo magico. È una strada poco battuta in Italia, e che si sia pensato di provare a fare un prodotto del genere. Riletto all'italiana, per il film e la serialità sulla mafia sono un classico della nostra produzione, conosciuto anche all'estero. Se la scelta di Salvatore Esposito, volto cult di Gomorra, è azzeccata, lo è anche quella di Andrea Porporati, regista e scrittore che quel mondo lo ha raccontato spesso (è stato lo sceneggiatore di alcune stagioni de La piovra e ha diretto Il dolce e l'amaro) e sa bene come creare alcune atmosfere per poi sconfessarle. Al film giova anche la presenza di alcuni volti che siamo soliti associare al film di mafia, come quello di Salvatore Striano e quello di Aniello Arena.
Il sentimento del contrario
Rosanero è un film che vive di un divertimento leggero, sottile, gradevole. Un film per tutti, dove la comicità nasce da quello che Pirandello definiva il "sentimento del contrario". Il personaggio nel posto sbagliato al momento sbagliato, poi, è un classico del cinema, e qui siamo in una variante ancora più estrema, quella del personaggio nel corpo sbagliato. Tutto questo dà vita a una serie di paradossi che, partendo come a una serie di gag, portano poi il film verso un racconto ben definito, con un senso preciso e con una struttura narrativa non banale, che comprende un colpo di scena notevole, prima di un doppio finale a sorpresa.
La piccola Fabiana Martucci è bravissima
Tutto questo è merito di uno script intelligente e di una regia misurata. Ma è possibile soprattutto grazie all'interpretazione dei due attori protagonisti. Salvatore Esposito è bravissimo a impersonare la vita e il carattere di una bambina di dieci anni, aiutato, al di là dell'immagine iconica del suo personaggio storico, da un volto estremamente dolce e versatile. Ma anche la piccola Fabiana Martucci è bravissima a fornire cattiveria e inquietudine al suo volto pulito e dolce. Ma il lavoro di entrambi non si limita al volto e alla voce, ma continua su tutto il corpo, sulla postura, sulle movenze.
Quella parte di noi che teniamo nascosta
La morale della favola è l'idea che ognuno, per comprendere il mondo che ha attorno e non fermarsi al proprio ombelico, deve mettersi nei panni degli altri. Ma anche il fatto che, ogni tanto, nella vita serve tirare fuori una parte di noi che teniamo nascosta. Il fatto che questa parte, qui, arrivi da fuori, è solo una metafora che rinforza il concetto. Ma è così per tutti noi.
Conclusioni
Nella recensione di Rosanero vi abbiamo parlato di un esempio di commedia degli equivoci con un tocco di fantastico, genere che da noi si pratica poco. Già pensarci è un'ottima idea. Ma sono la regia e soprattutto gli attori a rendere possibile un film molto divertente.
Perché ci piace
- L'idea di fare una commedia fantastica, sullo scambio di persone, che in Italia si usa poco.
- Salvatore Esposito è bravissimo a giocare con la sua immagine, e anche la giovane protagonista funziona.
- Il film ha un colpo di scena notevole, e un doppio finale a sorpresa.
Cosa non va
- Qualcuno potrebbe non apprezzare la atmosfere criminali, ma questo è un film di tutt'altro tipo.