Romulus, nuova serie Sky Original prodotta insieme a Cattleya e Grøelandia, è in onda il venerdì alle 21:15 su Sky e in streaming su NOW TV. Ambientata nell'VIII secolo a.C., racconta le origini mitiche di Roma, rielaborando la leggenda in modo nuovo, mai visto prima. Creata da Matteo Rovere, anche showrunner e regista, Romulus vede come protagonisti Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli e Marianna Fontana. A dirigere insieme a Rovere sono invece Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale.
Abbiamo visto i primi due episodi di Romulus (dieci in tutto) proprio insieme a Matteo Rovere e ai suoi tre attori principali: Andrea Arcangeli è Yemos, destinato a diventare re di Alba Longa, Francesco Di Napoli è lo schiavo Wiros, mentre Marianna Fontana è la vestale Ilia. Rivedersi fa un effetto diverso a ognuno di loro: Arcangeli è stato il più sofferente di tutti: "Io mi odio sempre quando mi rivedo!" ci ha detto, a differenza dei colleghi, per Di Napoli è sempre un'emozione e per Fontana è divertente. Per Rovere invece: "La fatica non si dimentica mai: quindi è bellissimo, ma è come riportare in vita una grande esperienza ma anche un grande impegno".
Messi alla prova su due fronti, ovvero recitare in protolatino e mantenersi a dieta costante, Francesco Di Napoli ci ha spiegato come ha lavorato al personaggio di Wiros: "La difficoltà maggiore per me è stata trovare una verità e una naturalezza in questa lingua a tutti noi sconosciuta. La domanda che mi facevo era: come faccio a emozionare gli spettatori tramite questa lingua ormai inesistente? Ho saputo trovare la giusta chiave per il personaggio grazie all'aiuto di Matteo, del dialogue coach e degli altri attori". L'attore non si è risparmiato nemmeno dal punto di vista fisico: durante il collegamento abbiamo scoperto che è caduto di faccia da un carro, ha mangiato ossi ricoperti di fango senza pensarci due volte, una cosa che ha impressionato Rovere, che lo ha definito "attore vero, metodo Strasberg al cubo".
I primi episodi di Romulus visti con il cast: ecco il video
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La cura per i dettagli e gli oggetti di scena portati a casa
In Romulus c'è grande cura per la ricostruzione storica, a cominciare da costumi e riturali. Una cosa su cui Rovere e il suo team (che comprende anche gli sceneggiatori Guido Iuculano e Filippo Gravino) hanno lavorato con particolare attenzione, come ci ha detto durante la visione degli episodi: "Noi registi e sceneggiatori ci siamo fatti aiutare molto da antropologi, archeologi e linguisti: ci hanno dato gli strumenti per mettere in scena quei rituali del mondo arcaico in modo, per quanto possibile, filologico. Si tratta di un mondo di cui le fonti che ci sono pervenute sono relative. I Lupercalia, guardare il volo degli uccelli, le viscere degli animali, la divinazione attraverso i sogni. Ilia, per esempio, all'inizio ha un sogno che effettivamente determinerà tutta una serie di accadimenti. C'è stata l'idea di avvicinarsi a una realtà storica utilizzando anche la chiave della fantasia, della reinterpretazione: questo con l'obiettivo di dare agli spettatori e alle spettatrici uno spettacolo a 360 gradi".
Romulus, sul set della serie che racconta la nascita del mito di Roma
Oltre a portare con sé il ricordo di questo set faticoso e ricchissimo, alcuni degli interpreti si sono accaparrati degli oggetti che hanno usato durante le riprese. Se Matteo Rovere, in collegamento dalla sede della sua casa di produzione, ci ha mostrato diverse armi (spade, asce, c'è un'intera armeria in Grøelandia), Marianna Fontana ci ha detto di avere la spada di Ilia, che da vestale intraprenderà poi una strada più combattiva. Di Napoli ci ha mostrato invece il braccialetto di Wiros, che ha un ruolo importante nei primi episodi di Romulus. A bocca asciutta invece Andrea Arcangeli, che ha ammesso candidamente di non avere niente: "La verità è che io non ho proprio nulla! Forse un po' perché non ho voluto io portare delle cose, forse avevo bisogno di staccare, dopo un anno intero di prove e riprese. Chi lo sa però: magari riprenderò in mano qualche oggetto tornado sul set".
In Romulus si parla molto di pace e giustizia: chiedendo agli attori se Rovere sia un regista giusto o tiranno, Marianna Fontana ha detto: "Matteo è giusto. È precisissimo, attentissimo. Mi ricordo che veniva sul set con tutte le correzioni appuntate per ogni scena. È bellissimo lavorare con lui perché ti fa sentire tranquillo. È stata una bellissima esperienza".