Una delle storyline più intriganti di Romulus II - La guerra per Roma, la seconda stagione della serie Sky Original firmata da Matteo Rovere, in onda su Sky e in streaming su NOW (stasera andranno in onda il quinto e il sesto episodio), è quella che riguarda le sacerdotesse che Yemos e Wiros, i due re di Roma, portano via al re dei Sabini Tito Tazio. I due Re si erano recati da Tito Tazio per un rito di pace, che si era rivelato un'imboscata per sottometterli. Yemos e Wiros così si oppongono, se ne vanno, portando con sé le sacerdotesse Sabine. Che, nel prosieguo della storia, si rivelano importanti: è proprio una di loro, Ersilia, interpretata da Valentina Bellè, a comunicare a Yemos e Wiros che solo uno di loro rimarrà in vita e diventerà il vero re di Roma. Cioè Romulus. Ma Ersilia e le alte sacerdotesse non sono dei personaggi completamenti inventati. La storia, infatti, prende vita da un fatto storico dei primordi di Roma, noto a tutti come il ratto delle Sabine. Andiamo allora a capire cosa dicono la Storia e la leggenda a questo proposito, e come tutto questo è stato reinventato per vivere nel mondo della serie tv Romulus.
Dare una discendenza agli abitanti di Roma
Il ratto delle Sabine è un fatto storico. L'esigenza di rapire delle donne dalle città vicine nacque dalla necessità di dare una discendenza agli abitanti di Roma e quindi alla città stessa. Roma infatti era una città ormai grande, forte, potente. Era formata da guerrieri, cavalieri, da uomini che, arrivati da altre parti, avevano trovato nella città il loro riscatto e il loro posto. Ma a Roma c'erano poche donne. E quindi, poche famiglie e pochi bambini. Se non si fosse ovviato a questo problema, Roma non avrebbe avuto un'altra generazione e sarebbe morta con la prima generazione di romani. Così Romolo decise di inviare 50 giovani a cercare moglie e tornare a Roma per formare una famiglia. Le cose non andarono come previsto. Ci fu chi tornò senza una sposa, e chi, invece, trovò una compagna, ma si fermò nella città di origine delle donne. In generale, gli uomini delle città in questione non si fidavano a lasciare le loro figlie nelle mani dei romani, considerati un popolo di banditi, di violenti, di persone che avevano violato le leggi e ora avevano trovato una nuova vita.
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Rapire con la forza e con l'inganno
Così Romolo, d'accordo con i propri cavalieri, decise di fare in un altro modo. Disse che Roma non aveva bisogno di chiedere le donne, ma che poteva prenderle. E così ordì un piano per rapire le donne dalle città vicine, di strapparle ai loro popoli d'origine con la forza. E anche con l'inganno. Romolo decise di istituire dei solenni giochi detti Consualia (in onore al dio Conso) a cui invitò i popoli vicini, tra cui i Sabini. Al mio segnale, scatenate l'inferno. Fu proprio così: durante il gioco, al segnale prestabilito, i soldati romani estrassero le armi e presero in ostaggio le donne non sposate, lasciando fuggire il resto dei loro popoli. C'è incertezza sul numero delle donne rapite. Ci fu chi scrisse di 30 donne, ma sarebbero state addirittura 800, secondo Plutarco. Le fonti storiche raccontano il fatto, in sé brutale, come di un atto di necessità, per far vivere Roma e mescolare i romani con i popoli vicini. Che, ovviamente, reclamarono le proprie giovani donne. Al rifiuto di Romolo, scaturì una guerra. E la leggenda narra che proprio le donne sabine si frammisero tra i due eserciti per fermare le ostilità. Ersilia, il personaggio interpretato da Valentina Bellè, è realmente esistito e ha avuto un ruolo importante nella storia di Roma.
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Reinventare la Storia
È chiaro che, ai tempi in cui viviamo oggi, raccontare di un gruppo di donne rapite con la forza per farle sposare striderebbe molto con tutto il percorso che sta facendo la nostra società in tema di parità di diritti e di lotta alle molestie. E allora non solo Romulus ha reinventato la storia, ha praticamente ribaltato il messaggio in modo molto intelligente. Se la Storia narra che, una volta rapite, le donne sabine furono comunque trattate con tutti i diritti che spettavano loro, in Romulus II questo rapimento viene visto quasi come una liberazione, come un passo avanti nella vita delle donne. Si parla di un'eguaglianza che porti le donne sullo stesso piano degli uomini. E si vede Roma come un mondo nuovo in cui i due sessi possono fare le stesse cose. In questo modo gli sceneggiatori di Romulus non solo hanno evitato gli aspetti più scomodi della vicenda, ma hanno ribaltato completamente la Storia per far arrivare un messaggio forte e attuale. Quella ideata da è una storia che vive nel passato ma va in onda nel mondo di oggi. Ed è anche da questi particolari che si vede una grande serie.