Era praticamente inevitabile tornare a immergersi nel mondo di Romulus. Lo ha confermato Matteo Rovere durante la conferenza stampa di Romulus II - La guerra per Roma, la seconda stagione della serie Sky Original presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e in arrivo dal 21 ottobre su Sky Atlantic e NOW: "Dal mio punto di vista è stato come portare avanti una città da un mondo già fondato e usarlo come blocco di partenza. Volevo che fosse un'avventura che avesse relazioni umane, una natura arcaica e complessa ma inserita nei sistemi di relazione attuali. Senza dimenticarci che stavamo sempre facendo intrattenimento popolare e trattando una materia che si presta all'azione e alle dinamiche emotive, all'epica. Questa seconda stagione l'ho vissuta come una 'nuova prima' con tante new entry e con un orizzonte nuovo ma ugualmente accattivante".
Chi è Romulus?
La prima parola è andata agli sceneggiatori della serie, Filippo Gravino e Guido Iuculano, a cui si sono aggiunti nella writers room Flaminia Gressi e Federico Gnesini per i nuovi 8 episodi. Nel ringraziare i reparti editoriali e chi lavora dietro le quinte, Gravino ha raccontato come quest'anno il Male, l'antagonista dei protagonisti, non sia più la stirpe - e quindi il passato e la tradizione - ma lo straniero che viene da fuori - e quindi l'ambiguità e il mistero - riportandolo al mito con una riscrittura del Ratto delle Sabine. Iuculano ha aggiunto che il Male nella prima stagione era rappresentato dal sistema malato e in crisi che viene definitivamente superato dalla forza e l'energia di tre persone giovani che vogliono fondare un nuovo ordine. Un nuovo ordine che si trova nuovamente in crisi all'inizio di questo secondo ciclo. Un Male che viene da fuori che porta alla guerra: gli autori non avrebbero potuto immaginare che se ne sarebbe parlato sui giornali in breve tempo nella vita reale.
In questa seconda stagione di Romulus ci sarà anche un'importante rivelazione, come conferma Matteo Rovere, regista e anche co-produttore del serial con la sua Groenlandia: "All'interno di una società si crea una crisi e una frattura tra Romolo e Remo, è questo che ci racconta la storia. Uno dei nostri personaggi diventerà un giorno Romulus e in questa stagione sarà rivelato chi. Raccontiamo insomma come nasce il primo re e come nasce un leader politico". A quel punto Riccardo Tozzi di Cattleya ha tenuto a precisare come Romulus sia figlia della nuova serialità italiana: "Ci avviciniamo ancora di più alla leggenda nelle nuove puntate, credo che siamo riusciti a fare un ulteriore salto in avanti in termini di spettacolarità". Ci saranno sentimenti e relazioni che andranno ad esplodere con conseguenze per tutti i protagonisti.
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La scelta del protolatino
La scelta di utilizzare il protolatino è stata coraggiosa e avanguardistica fin dalla prima stagione e continua a sorprendere. D'altronde "Cattleya è un posto dove le idee matte piacciono" - dice Tozzi - "e quando Matteo ce lo propose, capii che saremmo andati d'accordo. Poi però mi disse anche che voleva fare prima un film nello stesso modo (Il primo re, ndr) e allora mi incazzai un po' (ride)". Tozzi era convinto che a quel punto del progetto Romulus non se ne sarebbe fatto più niente e invece eccoci alla presentazione della nuova stagione. Rovere ha voluto curare il doppiaggio in prima persona con grande attenzione ma la versione girata è quella in protolatino, per entrare nel mood dello show, e contro ogni previsione la produzione è stata presto rassicurata dai provini degli attori: "Avevano una memoria spettacolare e un'immedesimazione nel linguaggio molto forte. Siamo una cultura che ha una lingua che non ci mette molto a nostro agio, compreso questo proto-dialetto (ride)". Il protolatino è anche un biglietto da visita per il mercato internazionale, una lingua neutra e neutrale. La serie è stata venduta in 40 Paesi, che si sono comportati come in Italia, cioè sottotitolando e doppiando nelle varie lingue: "Il protolatino ha una musicalità incredibile, ci entri e poi non ne esci più. A volte basta la musicalità e l'interpretazione per capire l'assetto della scena anche se ci si perde qualche dialogo. In fondo l'uso dei sottotitoli nella serialità durante la visione sta avendo sempre più spazio negli spettatori rispetto a 10-20 anni fa".
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Tito Tazio
La new entry presente in conferenza della seconda stagione di Romulus è Tito Tazio, Re dei Sabini e figlio di un Dio, interpretato da Emanuele Maria Di Stefano. Il giovane attore presenta così il suo personaggio: "Ho lasciato tutti i sentimenti del personaggio aperti, è eccentrico, ha sbalzi d'umore e desideri perversi, dopo un primo colloquio con Matteo in cui mi ha spiegato tutte le sfaccettature del personaggio". Anche Andrea Arcangeli, che torna nei panni di Yemos, dice che si è un po' immedesimato nella prima volta sul set di Emanuele, come era stata per lui, anche se aveva Marianna Fontana (Ilia) e Francesco Di Napoli (Wiros), mentre Di Stefano era solo. Arcangeli dice: "Io tendo a fare molto poco nelle prove per darmi tutto in scena, invece Emanuele sperimentava un sacco anche durante le prove". Per la Fontana è stato bello poter creare nuovi rapporti dopo quanto accaduto nella prima stagione al suo personaggio, invece Di Napoli ha fatto un percorso inverso rispetto al ciclo inaugurale. "Prima Wiros era uno schiavo pauroso e vessato, ora invece è co-re, ho cercato di dargli un'autorevolezza con l'aiuto di Matteo e dei registi. Come Michele Alhaique con la postura".