Sushi vs amatriciana, SS Lazio vs AS Roma, camicia vs tuta, Top! vs Daje!: per chi è nato e cresciuto a Roma, l'epico scontro tra Roma Nord, più ricca ed elegante, e Roma Sud, più "de core" e chiassosa, è una realtà ben nota, tanto da rispecchiarsi anche in un accento leggermente diverso, chiarissimo a chi è immerso nella città, più difficile da distinguere per gli altri.
Intuendo il potenziale di questo scontro socioculturale, nel 2016 Michele Bertini Malgarini, Giulio Carrieri e Alessandro D'Ambrosi hanno realizzato un corto, premiato al Roma Web Fest, intitolato Romolo + Giuly, in cui riadattano in chiave moderna, e romana, il dramma di Shakespeare Romeo e Giulietta, con Romeo/Romolo trasformato in un coatto, rampollo della famiglia Montacchi, e Giulietta/Giuly in una pariolina figlia di palazzinari, i Copulati.
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Diventato un piccolo cult (soprattutto per i romani) su internet, il corto ha captato l'attenzione di Fox che, memore del successo di Boris, cercava un soggetto per poter tornare a produrre una serie comica di impronta italiana. Detto fatto: gli autori hanno richiamato alcuni membri del cast originale, tra cui lo stesso D'Ambrosi che interpreta Romolo, Massimo Ciavarro, ovvero Massimo Copulati, il padre di Giuly, e una serie infinita di volti noti della comicità nostrana, a partire proprio da Francesco Pannofino, icona di Boris, che segna il passaggio di testimone tra le due serie. Accanto a lui Beatrice Arnera nel ruolo di Giuly, Michela Andreozzi in quelli di sua madre Olimpia, più Federico Pacifici e Lidia Vitale, i Montacchi.
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Tra Roma Sud e Roma Nord arriva la longa manus di Milano e Napoli
Prodotta da Fox Italia e Wildside, divisa in 8 episodi da 30 minuti l'uno, in onda su Fox (canale 112 di Sky) dal 17 settembre (e con il primo episodio anche sul web, disponibile su tutti i canali social ufficiali Fox), Romolo + Giuly aveva solo un problema: riuscire a uscire dai confini del Grande Raccordo Anulare per poter raggiungere un pubblico più vasto. Non a caso il sottotitolo ora è "la guerra mondiale italiana": tra Roma Nord e Roma Sud si insinua infatti la pericolosa alleanza tra Milano e Napoli, la prima rappresentata da un mefistofelico (e sorprendente) Giorgio Mastrota, che interpreta se stesso in una versione di finzione, leader di una setta massonica il cui scopo è realizzare "una Roma milanese senza romani" (brividi), e la seconda da Don Alfonso, che ha il volto di Fortunato Cerlino, diventato celebre proprio grazie al ruolo di un boss, Don Pietro Savastano di Gomorra - La Serie, a cui qui fa più volte il verso, il cui scopo è ricostituire il Regno delle due Sicilie. Proprio come in una partita di Risiko, la capitale si trova quindi stretta tra due fuochi (destinati presto ad aumentare) e deve decidere se superare le differenze che la squarciano internamente per fare fronte comune, oppure se soccombere, diventando zona franca tra Nord e Sud Italia.
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Questa è Roma!
Sboccati e scorretti, i protagonisti di Romolo + Giuly incarnano tutte le distorsioni che il nostro paese vive in questo momento, dalla criminalità al potere all'odio razziale, fino alla spinta populista in grado di gettare fumo negli occhi ai più, scherzando su temi delicati con una certa disinvoltura, mettendo alla berlina il sentimento di disprezzo per tutto ciò che è diverso che è riemerso, con la violenza di un gaiser, in questi ultimi anni. Gli attori e gli autori si divertono come matti a dare vita a personaggi al limite della macchietta eppure così simili ai nostri vicini di autobus, alle persone che sentiamo urlare al bar o gettare veleno sui social, con un effetto divertente e allo stesso tempo inquietante.
Se alcuni picchi di comicità sono altissimi, le intenzioni sono più che buone e i numerosi camei a effetto (tra cui Giorgio Panariello, Umberto Smaila, Paolo Bonolis e Martina Dell'Ombra) molto gustosi, dopo la visione dei primi tre episodi non sappiamo però con certezza se la serie, nella sua interezza, riuscirà a sfuggire al meccanismo, proprio del suo DNA di prodotto per il web, di gag singole montate una di fila all'altra, diventando invece un organismo più strutturato e omogeneo.
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Come finirà dunque la guerra tra Montacchi e Copulati? Baz Luhrmann, autore di Romeo + Giulietta, probabilmente l'avrebbe portata sulla spiaggia di Ostia in modo da poter sfoggiare camicie hawaiane: da noi invece, per citare un altro grande personaggio di finzione partorito dalla capitale, ovvero Lo Zingaro di Lo chiamavano Jeeg Robot, potrebbe finire con "il botto più grande di tutti i botti", ovvero uno scontro durante un derby Roma-Lazio allo Stadio Olimpico.
Movieplayer.it
3.0/5