Il potere persuasivo di Antonio Monda (e la concomitanza della Festa di Roma col suo compleanno) hanno portato nella Capitale la coppia più intellettuale del cinema americano. Frances McDormand e Joel Coen si sono concessi al pubblico capitolino in un vivace incontro in cui hanno parlato sia delle loro carriere che del ménage familiare in casa Coen. Spigliata e disinvolta Frances, più sostenuto Joel. Due temperamenti forti che hanno trovato un incredibile punto di incontro quando la mitica carriera dei Coen era ancora agli albori. "Ci siamo conosciuti mentre io ed Ethan eravamo impegnati nei provini per Blood Simple" racconta il regista. "Frances è arrivata quando avevamo iniziato il casting da tempo. A convincerla a partecipare alle selezioni è stata la sua coinquilina dell'epoca, Holly Hunter". Frances McDormand conferma: "Holly Hunter viveva con me. Mi ha parlato del provino, lei non poteva partecipare perché era impegnata a Broadway e allora ho deciso di presentarmi io. Quando sono entrata Joel ed Ethan avevano già visionato tantissime attrici e stavano fumando seduti su un divano. Ho iniziato a chiacchierare con Joel e lui, incuriosito, mi ha chiesto di tornare alle due, ma gli ho detto che non potevo perché il mio fidanzato dell'epoca aveva ottenuto un ruolo in una soap opera e io dovevo guardarlo in tv. Joel mi dice sempre che mi ha dato il lavoro perché gli ho detto di no". Coen puntualizza: "Questa è parte del motivo. L'altra parte è che al provino sei stata bravissima".
Trentadue anni di amore e creatività
Il modo in cui si guardano, le battute ironiche che si scambiano nel corso della conversazione e la tenerezza che traspare nel tono con cui si rivolgono l'un l'altra sono indice di una complicità profonda, consolidata in 32 anni di matrimonio e in tante collaborazioni lavorative (la McDormand è comparsa in sette film del marito), tanto che Coen ammette: "Dopo Blood Simple, tutti gli altri film li ho scritti con Frances in mente". Eppure a cementare un rapporto così duraturo, un'eccezione nell'ambiente cinematografico e non solo, vi è l'indipendenza reciproca che Frances McDormand ci tiene a ribadire. Se pensiamo all'immagine pubblica di Joel Coen, non lo visualizziamo insieme alla moglie, ma col fratello Ethan, altra metà della coppia creativa che ha sfornato tante opere di culto. Ma che rapporto intercorre tra Frances McDormand e il celebre cognato? "Quello che c'è normalmente tra cognati. Ho conosciuto Joel e Ethan nello stesso momento, ma non frequento molto Ethan. Joel passa tutto il tempo con lui perché lavorano insieme, ma io di solito lo incontro solo alle riunioni di famiglia o ai festival". Ma quale è il segreto del loro matrimonio? A questa domanda Joel Coen si avvale della facoltà di non rispondere ed è la moglie ad assumersi il compito di condividere uno spiraglio di intimità: "Il segreto sta nell'avere sempre storie da raccontarci e questo avviene perché, dal punto di vista professionale, abbiamo condotto esistenze autonome. Nostro figlio è stato l'aspetto più esaltante del nostro matrimonio. Abbiamo attraversato tre decenni molto diversi. Nei primi dieci anni ci siamo concentrati sul lavoro, poi è arrivato nostro figlio e ci siamo occupati di lui e adesso che non vive più con noi stiamo tornando a pensare al nostro lavoro in modo diverso".
Il mestiere dell'attrice
L'incontro romano, scandito dalle clip delle più celebri opere dei Coen interpretate da Frances McDormand, è un'occasione per ripercorrere le origini di due carriere eccezionali. La McDormand ammette che all'epoca di Blood Simple "non sapevo niente di cinema. Conoscevo solo il teatro classico. Ho un master in belle arti, anche se nessuno ne parla mai. Blood Simple era il mio secondo lavoro, il primo era stato in teatro. Non sapevo niente di cinema perciò non sapevo cosa fare. Non capivo la sceneggiatura che era molto tecnica, con pochissimi dialoghi. Anche se mi riprendevano la mano, io ero lì che mi disperavo e ce la mettevo tutta per risultare credibile. Ma la cosa che mi metteva davvero in crisi era la presenza nello script di una scena in cui dovevo fare sesso. Allora ho chiamato Joel e gli ho detto che non me la sentivo, non credevo di essere in grado di farlo, ma lui mi ha risposto: 'Non stiamo vendendo questo film per il sesso, ma per la violenza'". La scuola Coen ha permesso alla McDormand di maturare come attrice arrivando a interpretare con enorme successo l'iconica poliziotta di Fargo che le ha regalato l'Oscar. L'attrice ricorda l'esperienza come "un film familiare, non solo perché è ambientato in Minnesota. E' legato alla nostra vita privata. Prima di iniziare a girare abbiamo appreso che la nostra richiesta d'adozione era stata accolta ed eravamo in attesa di conoscere nostro figlio perciò mi sentivo un po' come la mia Marge. Fargo mi ha insegnato che ci si può approcciare a una commedia recitando come in un dramma. Poi ho avuto la fortuna d interpretare un altro personaggio altrettanto importante che è Olive Kitteridge".
La tv che divide
Il successo di Fargo ha portato, quasi dieci anni dopo, allo sviluppo di una serie tv altrettanto popolare. Felicissima è anche l'esperienza televisiva di Frances McDormand con Olive Kitteridge, ma mentre lei loda le possibilità che si sono aperte per le attrici con le produzioni tv di qualità, Joel ribadisce di non essere particolarmente interessato alla tv come mezzo. "Io non guardo la tv, adesso non vado neanche tanto al cinema. Io ed Ethan amiamo esprimerci in un formato più breve. Anche i nostri film sono corti. Non ho niente contro la tv, ma trovo il formato breve più stimolante. Forse siamo viziati, ma noi siamo abituati al grande schermo e non siamo troppo interessati alle nuove tecnologie. Se ci penso, però, è vero che quando ero piccolo la prima fascinazione per il cinema è arrivata grazie a una tv in bianco e nero con la pubblicità". Trovandosi in Italia, Frances McDormand coglie l'occasione per dichiarare pubblicamente la sua ammirazione nei confronti di Anna Magnani: "Domani voglio cercare dei dvd dei suoi lavori, visto che in America sono molto rari" spiega. "Il suo lavoro mi ha catturato. All'inizio la conoscevo poco, ma avevo visto delle foto del suo viso ed ero rimasta affascinata perché rappresentava la vita, si presentava in un modo diverso da ogni attrice americana. Era un'attrice straordinaria e la sento molto vicina a me sia perché come me proveniva dal teatro sia perché era identificata con Roma. Per tutta la mia carriera sono stata identificata nel prototipo della donna americana della working class".
Dopo aver ribadito che né Frances né altri attori hanno mai partecipato alla scrittura dei film, appanaggio esclusivo dei fratelli Coen, Joel dedica un pensiero ai suoi famosi "idioti", che compaiono spesso nei suoi lavori: Dopo Burn After Reading - A prova di spia, Brad Pitt ha raccontato che quando gli abbiamo offerto la parte, lui era dubbioso perché non si sentiva in grado di interpretare un idiota totale come il suo personaggio. Brad dice che dopo una lunga pausa gli ho detto: 'Ce la farai'. Anche George Clooney aveva dichiarato che non avrebbe più interpretato un idiota. Poi ha avuto un ripensamento, ma questo lo verificherete al cinema a febbraio con Hail Caesar"