Si è aperta con la proiezione di Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo la quarta giornata del Festival Internazionale del Film di Roma e con il commosso ricordo che il regista del film Terry Gilliam ha voluto tributare a Heath Ledger, l'attore scomparso a soli 28 anni proprio durante le riprese del suo film. Film evocativo, magico in tutte le accezioni del termine Parnassus è una fiaba moderna e visionaria ambientata nella Londra contamporanea che racconta la storia di una compagnia di attori di uno spettacolo itinerante che ha come protagonista il dottor Parnassus (Plummer), un uomo misterioso che ha nelle sue mani il dono straordinario di trasformare in realtà i sogni del suo pubblico attraverso le magie dell'Imaginarium, lo specchio dei desideri che giace sul palco del minuscolo teatrino. Un dono che il diavolo in persona gli ha fatto in cambio dell'anima di sua figlia che dovrà passare a lui al compimento del sedicesimo compleanno della ragazza. Sarà Tony, un giovane seducente e dal passato misterioso ad aiutare Parnassus per gratitudine e per amore della ragazza a vincere la nuova sfida che il diavolo (interpretato dal cantante-attore Tom Waits) gli ha lanciato raddoppiando la posta per dargli la possibilità di redimersi e salvare il destino di sua figlia. Una moderna avventura fantasy interpretata da un gruppo di attori straordinari tra cui Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell subentrati grazie ad una magia di Giliam che li ha scritturati dopo la morte di Ledger per interpretare i tre volti immaginari del suo personaggio e salvare così l'intero film e l'ultima interpretazione dell'adorato amico che sarebbe altrimenti andata persa. (Leggi l'intervista a Gilliam)
Dal mondo fantastico di Gilliam si è poi passati attraverso quello dei supereroi animati giapponesi con Astro Boy di David Bowers presentato coome anteprima Fuori Concorso nella sezione Alice nella città e tratto dall'omonimo leggendario manga di Osamu Tezuka nato dalla mano di quello che è considerato il padre putativo degli anime nel 1951. Divenuto un'icona grazie anche alla serie televisiva in bianco e nero prodotta nel 1963 in Giappone e subito dopo anche negli Usa dove ottiene subito un grandissimo successo, Astro Boy è la trasposizione cinematografica della nascita del piccolo supereroe mezzo robot e mezzo bambino in quel di Metro City, futuristica metropoli del cielo nella quale prende vita il progetto del dottor Tenma, scienziato che ad un certo punto della sua vita realizza il suo progetto di costruire meccanicamente una creatura il più possibile umana che possa sostituire il figlio tragicamente scomparso. Doppiatori d'eccezioni del cartone Silvio Muccino, Carolina Crescentini e il Trio Medusa, che vanno ad arricchire il folto gruppo di star presenti in questo quarto giorno sul tappeto rosso del Festival e che si sostituiscono alle voci della versione originale di Nicolas Cage, Samuel L. Jackson e Kristen Bell. Per quel che riguarda il Concorso oggi è il giorno di The Last Station di Michael Hoffman che racconta gli ultimi giorni di vita di Lev Tolstoj e di Alza la testa di Alessandro Angelini, dramma familiare interpretato da Sergio Castellitto e Giorgio Colangeli. Due storie assai diverse che stanno a testimoniare la grande varietà di generi che si contendono quest'anno il premio finale. Tratto dalla biografia omonima scritta da Jay Parini, il melodramma storico diretto da Hoffman si racconta della disputa tra Tolstoj e la moglie, la contessa Sofia magistralmente interpretata da Helen Mirren, sull'eredità del grande romanziere russo che ad un certo punto della sua vita decide di liberarsi di ogni suo possedimento (compresi i diritti sui suoi scritti) per ritirarsi in povertà, diventare vegetariano e di nuovo celibe. Il tutto in nome di una nuova religione utopica e delle sue idee anarco-cristiane. Con ogni mezzo a sua disposizione la donna lotterà contro la comunità libertaria che si è appropriata della sua casa e dei suoi averi in maniera del tutto ingiusta ma verrà allontanata dal marito fino al giorno in cui in punto di morte Tolstoj giungerà all'ultima stazione. Film corale, ironico ed a tratti doloroso che gli attori, su tutti una Helen Mirren deliziosamente spigolosa e a tratti isterica ormai avvezza a personaggi femminili sofisticatamente nobili, interpretano con dedizione e meticolosa attenzione facendo passare in secondo piano tutto il contorno scenografico che in un film di simile fattura assume di solito proporzioni gigantesche. (Leggi la recensione del film) Altro dramma ma di tutt'altra fattura quello al centro del nuovo film del regista Alessandro Angelini interpretato da Sergio Castellitto nel ruolo di un operaio nautico e di padre single di un ragazzo nato da una relazione con una ragazza albanese. Fare il padre è la sua unica ragione di vita per Mero che in fondo al suo cuore ha un sogno, quello di aiutare suo figlio Lorenzo a diventare un campione di boxe riscattando in questo modo la sua anonima carriera da dilettante. A sconvolgere l'equilibrio instauratosi tra padre e figlio il ritorno improvviso della madre del ragazzo e l'amore di quest'ultimo per la giovane Ana che costringeranno Mero a confrontarsi con il dolore e con i veri colpi bassi della vita. Angelini ci regala un'altra dolorosa storia tra padre e figlio dopo L'aria salata, il film che nella prima edizione del Festival valse il premi come migliore attore a Giorgio Colangeli, nel cast anche in questo Alza la testa in un ruolo secondario.A completare la giornata L'incredibile viaggio della tartaruga, il film presentato nella sezione Alice nella Città e narrato dalla voce di Paola Cortellesi che racconta la vera storia di una piccola tartaruga marina che segue la rotta dei suoi antenati in uno dei più straordinari e poetici viaggi nel mondo naturale iniziato più di 200 milioni di anni fa, e la commedia grottesca di Radu Mihaileanu Il concerto presentata come Anteprima Fuori Concorso. Il divertente film narra in chiave ironica la storia di un grande direttore d'orchestra sovietico a capo della celebre Orchestra del Bolchoi che all'apice della sua carriera viene licenziato per essersi rifiutato di separarsi dai componenti ebrei del suo gruppo di musicisti. La storia ritrova l'uomo venticinque anni dopo quando è diventato il custode di un piccolo teatro e per caso intercetta un invito diretto all'orchestra del Bolchoi a partecipare ad un concerto a Parigi. Sarà questa l'occasione di riscatto tanto attesa da lui e dai suoi amici di un tempo che si riuniscono e partono alla volta di Parigi spacciandosi neanche a dirlo per l'orchestra originale.