La prima apparizione di Saw Gerrera nell'universo di Star Wars è nella serie animata Star Wars: The Clone Wars: membro dei Ribelli di Onderon, Saw è un guerriero temuto e rispettato. In Rogue One: A Star Wars Story, a dare corpo al ribelle è il premio Oscar Forest Whitaker, che interpreta Gerrera sia al culmine della sua forza, intento a salvare e addestrare la protagonista Jyn Erso (Felicity Jones), sia nella versione più anziana e malandata, ormai schiacciato dal peso delle troppe battaglie.
Costretto a sopravvivere portando sempre con sé un respiratore, Gerrera non parla molto nel film, ma con la presenza e lo sguardo fa immaginare interi mondi. Abbiamo incontrato Whitaker a Londra, all'anteprima europea del film, e gli abbiamo chiesto se per lui il silenzio è un bene prezioso di cui dovremmo tenere maggiormente conto: "Credo che stare in silenzio a volte sia molto importante" ci ha detto, continuando: "Ti permette di trovare la calma, e la calma è un'esperienza importante nella vita". A proposito di parole, nel suo discorso di accettazione del premio Oscar come migliore attore protagonista nel 2007, Whitaker parlava dell'importanza di essere connessi: in questi dieci anni i social network sono esplosi, mettendo in contatto milioni di persone. Ma siamo veramente più vicini? "La connessione vera e profonda è riconoscere che siamo in questo mondo insieme, siamo una cosa sola" spiega l'attore, che poi ha proseguito: "_Siamo tutti lo stesso organismo: siamo noi che facciamo muovere il mondo, che lo facciamo reagire. La consapevolezza di questo da parte delle persone deve ancora maturare. Oggi siamo in questo strano mondo interconnesso, in cui abbiamo i social media e vari strumenti di comunicazione, grazie a cui possiamo raggiungere chiunque. La domanda è: come lo facciamo? Ci aiuta davvero a essere più vicini? Ci aiuta a spostare il mondo in uno spazio fisico che sia positivo per tutti noi?".
Nel film la protagonista è una donna in un ruolo decisionale, si dà spazio a personaggi di etnie e credo differenti, la diversità di ogni personaggio diventa la forza del gruppo: valori che ancora oggi fanno fatica a radicarsi nel quotidiano. Oltre a essere uno degli attori di spicco di Hollywood, Whitaker è anche regista e produttore, quindi conosce bene l'industria cinematografica. Come spiega il fatto che pellicole come Rogue One siano a volte più moderne della società che le crea? Secondo l'interprete: "Non tutto il cinema è così, ma questo film sicuramente sì, per le donne e per le culture diverse che vengono rappresentate. È abbastanza unico. Ci dà l'opportunità di dipingere il mondo come lo vediamo e il mondo è molto variagato. La domanda è: abbiamo tutti la stessa qualità della vita? Abbiamo tutti la stessa libertà? In questo film combattono tutti, ma per la libertà. Si tratta di un universo in cui tutti si preoccupano dell'oppressione, è un universo molto oppresso, oppresso da un intero impero. È interessante il parallelo che si può fare con certi aspetti del mondo di oggi".
Vista la sua calma quasi zen, abbiamo chiesto a Whitaker se, nella vita, sente di appartenere più al Lato Chiaro o al Lato Oscuro: "Sto cercando di muovermi verso la luce" ci ha detto, proseguendo: "Ho ancora i miei problemi, su cui sto lavorando, è il mio obiettivo. Credo che la volontà di vivere nell'oscurità, o l'esperienza di questa, possano essere una forza che, a un certo punto, ci spinge veso la luce. Tutti cerchiamo di evolverci grazie alla connessione, che è la luce".