E anche Rocky III è uno splendido quarantenne. Sì. Anche Rocky III è arrivato nel suo cammin di mezza vita (si fa per dire, visto che i film sono immortali). Rocky III usciva negli Stati Uniti il 28 maggio del 1982, e il suo essere anni Ottanta è evidente in ogni fotogramma. Rocky III vede il Rocky Balboa di Sylvester Stallone alle prese con un avversario violento come Clubber Lang, interpretato da Mr. T: è un Rocky imborghesito, civilizzato, senza rabbia, che all'inizio viene travolto dal suo nuovo avversario, che ha più fame di lui. Per avere la sua rivincita dovrà trovare in sé "gli occhi della tigre". Rocky III è il più bistrattato tra film della saga di Rocky (escludendo Rocky V, che in fondo non è un film di Rocky). Perché Rocky è un classico del cinema, Rocky II è il suo degno seguito, e ne continua l'ascesa. Rocky IV è epico, iconico e anche politico, Rocky Balboa è il capitolo malinconico e crepuscolare, E allora Rocky III rischia di venire schiacciato tra questi grandi film. È vero: visto alla stregua di questi classici è forse un film minore, ma è un film che scorre veloce (dura solo 90 minuti) e piacevole. Ma soprattutto, è un film pienamente calato negli anni Ottanta, un'epoca inconfondibile. È in quest'ottica che va visto. Ma non solo: ci sono tanti elementi che hanno contribuito a creare il mito di Rocky che arrivano proprio da qui.
1. L'amicizia tra Rocky e Apollo
Rocky III è il film in cui cambia tutto. Avevamo lasciato Rocky e Apollo alla fine di quell'incontro in cui tutti e due erano caduti, e Rocky si era rialzato prima. Rocky III, come abbiamo visto, comincia da qui. Ma è dal primo incontro di Rocky con Clubber Lang che cominciamo a vedere Apollo sotto un'altra luce. È sorridente, non è più vanesio, e nei suoi sguardi cominciamo a intravvedere un po' di complicità con Rocky. Nel momento in cui comincia a fargli da allenatore, cominciamo a cambiare il punto di vista. Apollo Creed (Carl Weathers) è un gran bravo ragazzo. E allora ci godiamo la complicità e l'amicizia tra questi due campioni. Il ritorno alle origini, l'allenamento nella vecchia palestra di Apollo a Downtown Los Angeles, quelle corse sulla spiaggia (anche queste terribilmente anni Ottanta) entrate così nell'immaginario collettivo da essere citate in Cars 3. E poi, dopo la rivincita con Clubber Lang, quella rivincita tra Rocky e Apollo, da soli, senza arbitro e senza pubblico. Che si chiude con un fermo immagine al primo pugno sferrato. Un gran finale. Che è un nuovo inizio: Rocky IV, Creed - Nato per combattere e Creed II che racconteranno il figlio di Apollo, Adonis Creed) nascono proprio da qui. È qui che ad Apollo abbiamo cominciato a voler bene.
Creed e Rocky: 10 personaggi cult della saga
2. Clubber Lang, cioè Mr. T
Lo abbiamo visto sin dall'inizio. Silenzioso e ingrugnito, Clubber Lang osserva le vittorie di Rocky, e intanto scala la classifica mondiale di boxe. Clubber Lang è uno dei segni del tempo, il segno che siamo negli anni Ottanta. Lo scontroso e spietato pugile, infatti, è interpretato da Mr. T, che in quegli anni era famoso anche per il telefilm (o serie tv, ma allora li chiamavamo così) A-Team, dove interpretava P.E. Baracus. P.E., nell'edizione italiana, stava per "pessimo elemento". Ma se in A-Team era uno dei buoni, qui è un villain. Pettinatura da mohicano, anelli di tutti i tipi, orecchini con le piume che sembrano prese da un copricapo indiano, Mr. T è forse il più "camp" tra gli avversari di Rocky. L'approfondimento psicologico del personaggio è molto semplice, per non dire nullo, ma va bene così. "Nella vita sono un numero uno. Ma lui sceglie gli avversari facili. non si batte con un uomo vero, si batte con le mezze calzette". È quello che dice a Rocky Clubber Lang, quando irrompe nel momento in cui Balboa sta per annunciare il ritiro, all'inaugurazione della sua statua, e lo sfida apertamente.
3. Eye Of The Tiger
Eye Of The Tiger, cantata dai Survivor, arriva subito, dopo che abbiamo visto la vittoria su Apollo di Rocky II. L'azione inizia con una serie di vittorie di Rocky nelle varie difese del titolo mondiale. E così scorrono i viaggi intorno al mondo, le copertine di quotidiani e riviste, in dissolvenza incrociata. E, in montaggio alternato, arriva l'ascesa del suo rivale Clubber Lang. Eye Of The Tiger ha quel ritmo incalzante, ruggente, che è perfetta per l'epica del film sportivo e per sostenere il montaggio di quella che è una lunga ellissi narrativa. Tipico esempio di rock fm americano degli anni Ottanta, Eye Of The Tiger è diventato un inno, il simbolo del mondo di Rocky. La potete ascoltare in ogni palestra, in ogni allenamento, che sia boxe, kickboxing o anche aerobica. Eppure non doveva esserci nel film: Sylvester Stallone chiese questa canzone ai Survivor dopo che non riuscì a ottenere Another One Bites The Dust dei Queen. Eye Of The Tiger tornerà anche in Rocky IV, dove i Survivor interpreteranno anche la nuova Burning Heart. Ma è stata inserita in decine di film e serie, tra cui, cantata da Chiara Mastroianni, in Persepolis.
Rocky IV: il guilty pleasure compie 30 anni
4. Gli anni Ottanta
Come dicevamo, l'anima di Rocky III è piantata negli anni Ottanta. Lo sarà anche Rocky IV, ma in tutt'altro modo. Lì c'è un discorso culturale, politico, lo scontro tra le superpotenze Usa e Urss e un percorso che stava portando al disgelo. Qui c'è tutto il resto degli anni Ottanta: l'edonismo il trash, lo show business e la spettacolarizzazione di ogni cosa. Non è un caso che, in un'esibizione, Rocky si scontri con Hulk Hogan, star del wrestling, uno sport dove, come sappiamo, è tutto finto, tutto uno spettacolo. È il punto più basso della carriera di Rocky, e ci mostra come si possa perdere la faccia ad avere troppo successo. Rocky III è ricco di estetica anni Ottanta. Se le sequenze al ralenti sono un marchio di fabbrica della saga di Rocky, Rocky III è anni Ottanta all'ennesima potenza. Rispetto ai primi due film, i colori sono più accesi, più brillanti, tutto sembra più lucido, più luminoso. Guardate alla luce bianca che illumina la villa di Rocky. Oppure quelle scritte al neon, i palloncini, il ritratto in stile pop art che corredano l'allenamento pubblico di Rocky in un hotel di lusso. In montaggio alternato ovviamente Clubber Lang si allena, da solo, in una palestra fatiscente.
5. Mickey
È vero che è presente anche nei primi due film, ma Rocky III è l'ultima volta che vediamo Mickey, il bellissimo volto di Burgess Meredith, in un film di Rocky. È lui, il suo vecchio coach, che prova a tenerlo a contatto con quello che era, con il suo mondo di origine, con la boxe. "Hai fatto quello che fanno tutti. Ti sei civilizzato" gli dice, anche se è una verità amare. Lui non vuole allenarlo, sa che Clubber Lang è destinato a batterlo. Poi accetta, ma poco può fare con quell'allenamento glamour scelto dall'entourage di Rocky. I momenti chiave di Mickey, in Rocky III, sono commoventi e struggenti.