Taron Egerton, il protagonista del nuovo Robin Hood - L'origine della leggenda diretto da Otto Bathurst, in sala dal 22 novembre, da piccolo aveva due costumi: uno era quello di Robin Hood, l'altro era quello di Superman. Il nuovo, audace adattamento delle gesta del famoso arciere di Sherwood, sembra aver letto nel suo cuore da bambino, e aver fatto un mix tra i due idoli dell'attore gallese. Il nuovo Robin di Loxley è un po' il personaggio storico che abbiamo visto in decine di film, un po' un moderno supereroe. L'intento del film è dichiarato: attirare una nuova generazione di spettatori, i ragazzi cresciuti con i film di supereroi e i videogame. Robin è un giovane nobile inglese che si trova costretto a partire per le Crociate: al suo ritorno trova la sua terra, la contea di Nottingham, in preda alla corruzione. Decide di battersi contro l'ingiustizia. Accanto a lui c'è un guerriero saraceno con cui aveva duellato durante le Crociate, che diventa il suo mentore: il suo nome arabo, in inglese, corrisponde a John. Sì, è Little John, e a interpretarlo è Jamie Foxx.
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Scene di guerra come in Black Hawk Down
Il Robin Hood di Otto Bathurst è un'origin story, un Robin Begins. Ancor di più di quello che era stato il Robin Hood di Ridley Scott con Russell Crowe. È un tentativo di rileggere la storia cercando di attualizzarla in due sensi: allineando l'azione ai canoni degli action movie di oggi, e caricando la storia di significati legati al nostro presente. Così entrano in campo le sequenze che vedono Robin durante le Crociate, solitamente soltanto evocate nelle storie dell'arciere che ci hanno raccontato finora. I creatori del film si sono ispirati a film come Black Hawk Down e The Hurt Locker. Così gli scenari della Siria di un tempo sembrano quelli di un film di guerra di oggi: balestre che sparano frecce a raffica come fossero mitragliatrici, catapulte che lanciano pietre che deflagrano come fossero bombe. Sono i primi quindici minuti del film. Ma la cifra stilistica sarà questa, anche una volta spostatici in Inghilterra. I combattimenti saranno estremamente dinamici, caotici, come in una moderna guerriglia urbana. Le armi saranno rese il più possibile simili a quelle moderne. Le frecce volano a velocità vertiginosa. E tutto è davvero lontano dalla modalità di combattimento che siamo abituati ad associare all'epoca di Robin Hood.
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Robin Hood vs. Trump?
Tra le armi che vediamo volare in aria in una delle scene chiave del film c'è anche qualcosa di molto simile a una bottiglia molotov. Sì, la scena in questione è un esplicito riferimento a una manifestazione di piazza, dove il popolo, la banda di Robin Hood, indossa cappucci e fazzoletti sul volto, e l'esercito dello sceriffo di Nottingham elmi a coprire il viso e scudi grandi e rettangolari come quelli dei celerini. È questo l'altro modo in cui Robin Hood - L'origine della leggenda prova ad essere attuale. C'è un continuo senso di rivolta contro il potere quando è ingiusto che pervade tutto il film. E ci sono anche dei discorsi più precisi, come il monologo dello sceriffo di Nottingham che afferma come lo straniero vada combattuto nel suo paese prima che invada il nostro, chiaramente un messaggio inviato all'attuale amministrazione americana (difficile che gli sceneggiatori conoscano la situazione italiana, ma sembra un messaggio confezionato ad hoc anche per il nostro governo...)
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Che cast: Jamie Foxx, Ben Mendelson, Eve Hewson
In questo discorso c'è la scelta di fare di Little John un personaggio di colore, un saraceno proveniente da quella che allora era la Terra Santa, e che oggi chiamiamo Medio Oriente. Il messaggio è esplicito: lo scontro non è tra arabi e occidentali, tra neri e bianchi, tra musulmani e cristiani, ma tra poveri e ricchi, tra il popolo e chi abusa del potere. Il rapporto tra John e Robin è molto particolare, amore e odio, ammirazione e rivalità, a tratti quasi un po' da buddy movie. Il John di Jamie Foxx è quasi un supereroe che schiva i colpi come se fosse in Matrix, e un mentore che allena Robin come se fossimo in Rocky IV. È il vero colpo ad effetto di un cast che annovera il lanciatissimo Taron Egerton, che rinnova Robin Hood dopo aver reinventato James Bond (in fondo Kingsman: Secret Service era questo) e presto vedremo nei panni di Elton John: ha la faccia da schiaffi giusta per un personaggio moderno e irriverente, ma ancora uno spettro limitato di espressioni. Il riferimento per il suo Robin Hood è Batman. Anche Robin di Loxley è un ricco che sceglie di battersi contro le ingiustizie, anche lui per battersi assume un'identità segreta, notturna, è un eroe mascherato. Accanto a loro il villain perfetto è Ben Mendelson, che dopo aver portato inquietudine e tenebra in Rogue One: A Star Wars Story e nella serie Bloodline, colora lo sceriffo di Nottingham di sfumature inedite. Lady Marian è la bella e tosta Eve Hewson, figlia di Bono, il leader degli U2, al suo primo vero ruolo da protagonista.
Tra punk e mainstream
È qualcosa di strano assistere a un film come questo Robin Hood - L'origine della leggenda. Perché ha un'anima continuamente combattuta tra il suo spirito punk, libertario, rivoluzionario, e una confezione chiaramente mainstream e commerciale. Il messaggio c'è, ma resta in superficie e scorre via piuttosto in fretta. E Robin Hood è un action puro, un film con scene d'azione talmente lunghe che finiscono con lo stancare. A un film di questo tipo non si chiede certo di essere storicamente accurato, né plausibile, perché tutto avviene in nome dello spettacolo. Ma alcune scelte ci sembrano davvero poco credibili: che un saraceno decida di imbarcarsi di nascosto su una nave crociata, per raggiungere l'Inghilterra e vendicare il figlio, e battersi contro le ingiustizie e le iniquità, in un paese non suo, lontanissimo, addirittura nemico, suona davvero improbabile. Così come l'improvvisa svolta finale di uno dei personaggi, che non vi raccontiamo, ma che minaccia un sequel.
Robin Hood è un film che lascia un po' interdetti. Perché da un lato ci sembra che l'unico modo per cui riportare questo personaggio leggendario - che abbiamo visto con il volto di Erroll Flynn, Sean Connery, Kevin Costner, Russell Crowe - abbia senso sia quello di farne qualcosa di nuovo e diverso dal solito. Ma dall'altro pensiamo che la nuova versione abbia osato troppo, sia andata troppo oltre. Perché se per rinnovare un personaggio lo si spoglia troppo delle sue caratteristiche, finisce per non essere più lui. Per tornare all'Edgerton bambino, è come se avesse lasciato il costume di Robin Hood da parte un po' troppo, per indossare più spesso quello di Superman.
Movieplayer.it
2.5/5