Era da quasi un decennio che Jake Gyllenhaal pensava a una nuova visione de Il Duro del Road House, il mitico cult del 1989 con protagonista il compianto Patrick Swayze. Dopo Southpaw (leggi la recensione) di Antoine Fuqua nel 2015, infatti, l'attore desiderava continuare il suo percorso cinematografico più fisico e muscolare, guardando ovviamente alla nostalgia anni '80 a un film che fosse capace di unire insieme commedia e azione.
Dopo la prima ondata pandemica, nel 2021, la MGM mette in contatto Doug Liman con Jake Gyllenhaal, che ascoltando l'idea del regista di The Bourne Identity ed Edge of Tomorrow si convince: "Ho accettato subito", rivela la star nel corso della conferenza stampa di presentazione di Road House - dal 21 marzo su Amazon Prime Video -, visibilmente soddisfatto del risultato ottenuto del progetto così come il resto del cast, in cui troviamo Daniela Melchior, Billy Magnussen e soprattutto il debutto cinematografico di Conor "Notorious" McGregor, controverso campione UFC qui alla sua prima esperienza come attore. Ecco cosa ci hanno rivelato.
Un'iterazione moderna del cult
Nonostante nasca come remake e porti lo stesso titolo (almeno in lingua originale), Road House ha poco da spartire con il film di Rowdy Herrington, se non l'utilizzo fondamentale dello stesso high concept e la riproposizione di alcune sequenze più incisive. In merito, Jake Gyllenhaal ha spiegato: "Non abbiamo cercato un confronto diretto con il film originale e con il personaggio di Patrick Swayze. Lui era davvero carismatico e aveva una presenza scenica impressionante". Lo dice con cognizione di causa, Gyllenhaal, avendo condiviso proprio con Swayze il set di Donnie Darko e ricordandolo proprio per questo: "Personalmente volevo onorare il film e onorare la sua memoria. I personaggi condividono anche per questo tratti di personalità molto simili. La continuità sta poi nel mantenimento dei cognomi, nella rilettura più attuale di situazioni e personaggi, ma anche in Joel Silver, che ha prodotto entrambi i film a distanza di 25 anni".
Per dare una fisicità molto più elevata al progetto e anche una certa dose di realismo combattivo, come villain dell'Elwood Dalton di Jake Gyllenhaal è stato chiamato McGregor, che interpreta Knox, un badass completamente fuori di testa: "Mi hanno detto di swithcare al massimo la follia e di dare gas, e così ho fatto, senza trattenermi", rivela Notorious: "Ragazzi, mi sono divertito davvero tantissimo, è stata una prima volta incredibile. Il cast mi ha aiutato molto, così come la regia di Doug Liman, che considero un genio". Oltre alla sua considerevole e inaspettata presenza scenica, McGregor ha saputo portare nel film il suo know how da artista marziale e pugile, aiutando in concreto anche gli sunt coordinator nelle scene di combattimento con idee e consigli per rendere tutto più realistico: "E devo dire che erano già concepite in modo più che fantastico".
Gyllenhaal vs McGregor
Nonostante il big villain sia di fatto interpretato da Billy Magnussen (che descrive il suo personaggio "come una persona orribile che non pensa nemmeno di essere il cattivo della sua storia"), McGregor è un cosiddetto show steeler, un po' perché al suo esordio, un po' perché in effetti il suo personaggio è volutamente esagerato e sopra le righe. Dice Gyllenhaal: "Quando ho saputo che Conor aveva firmato per la parte ho capito che il film stava prendendo una china estremamente più muscolare e marcata, e devo dire che ha portato tantissime idee nel ramake. Poi sì, quando dovevamo girare la scena in cui mi tira una testata e me lo sono ritrovato a un centimetro dalla faccia ho pensato 'ma cosa cazzo sto facendo?!'".
Gli fa eco McGregor: "Jake è un professionista encomiabile, e nelle scene di combattimento ho sfoggiato mosse pazzesche e anche complicate. Ha reso davvero onore all'UFC, e i fan non avrebbero risposto bene se gli scontri fossero sembrati finti, e invece quando stavano girando la sequenza a Las Vegas sul ring, circondati da migliaia di appassionati reali, la gente urlava e sbracciava". In merito a questa sequenza che fa parte del passato del personaggio di Gyllnehaal, un ex-lottatore UFC ritiratosi dalle scene, l'attore spiega: "Ho girato la mia coreografia davanti a tutti questi fan. È stato folle. Credo che entrare nell'octagon sia come entrare sul set, in uno spazio sacro da rispettare, e per me è stato incredibile".
Un ruolo, quello di Elwood Dalton, che ha richiesto all'interprete una preparazione fisica importante: "Devo dire di tenere molto alla mia forma fisica, per questo dietro a un aspetto così tonico c'è tanta dieta e un allenamento costante. In contesto, comunque, serviva arrivare a un'ottima flessibilità e una perfetta mobilità, senza contare il dispendio energetico, ma anche dare un aspetto estetico ragionato al personaggio. Per la maggior parte abbiamo girato in Repubblica Dominicana, dove ho sudato tantissimo e consumato molta acqua, e questo ha contribuito, in parte, ad asciugare il fisico e tonificarlo". Tornando infine a Conor McGregor, Notorious spiega: "Mi piacerebbe molto continuare la mia carriera anche nel mondo del cinema. Sapete, prendo le cose molto seriamente, voglio imparare, ho mille domande, e tutto questo mi diverte e mi affascina. Mai dire mai, quindi. Le porte sono sicuramente aperte a questa industria".