"La Terra è la culla dell'umanità, ma non si resta nella culla per sempre."
Con questa idea suggerita da Elon Musk in mente ci immergiamo nella recensione di Ritorno allo spazio, consapevoli del fascino che il cielo sopra le nostre teste ha sempre avuto per gli esseri umani. Fascino, ma anche mistero e sogno, un sogno che ha portato ad anni di sforzi e sacrifici culminati nel 1969 con il primo uomo sulla Luna. Un traguardo che è stato però quasi un punto di arrivo, piuttosto che punto di partenza per ulteriori avventure al di là dei confini della nostra orbita, almeno per quanto riguarda le missioni con personale umano a bordo: abbiamo mandato sonde nello spazio profondo, esplorato porzioni del cielo che ci erano ancora sconosciute con i più moderni telescopi, portato robot sulla superficie di Marte... ma l'uomo è rimasto relegato alla stazione spaziale internazionale.
Le risorse private
Il motivo è semplice: costi insostenibili una volta venuta meno l'esigenza di vincere la corsa alla Luna che aveva caratterizzato il periodo della guerra fredda. Un ostacolo che appariva insormontabile prima dell'iniziativa privata messa in piedi da Elon Musk con la sua SpaceX, che ha reso possibile far risorgere le ambizioni spaziali americane e mettere in piedi la prima missione con personale a bordo a decollare dal territorio americano dal ritiro dello Shuttle nel 2011. Ritorno allo spazio racconta questa nuova era spaziale e il nuovo storico traguardo della missione che ha portato Bob Behnken e Doug Hurley nello spazio, ma non si limita a questo.
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Elon Musk e Space X
Il documentario diretto da Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin parte da lontano, illustrando nella prima parte di Ritorno allo spazio quali siano stati i grandi sacrifici, economici e non solo, impiegati affinché questo traguardo fosse raggiunto: due decenni di lavoro, iniziati con i film per tre lanci e tre fallimenti, tra sforzi e delusioni, ma anche gioie e successi che hanno rivoluzionato questo difficile campo, andando in direzioni mai esplorate in precedenza dalla tecnologia aerospaziale, con la consapevolezza di dover fare qualcosa che fosse riutilizzabile per rendere gestibili i costi di lancio. Elon Musk e SpaceX ci sono riusciti con caparbietà e abilità, rendendo possibile arrivare nello spazio con un decimo della spesa precedente.
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Ridar vita al sogno
Ritorno allo spazio racconta il percorso che ha permesso di ridar vita al sogno spaziale, partendo da Musk tratteggiandone la complessa e carismatica figura di pioniere, ma approdando ai veterani della NASA protagonisti della spedizione: ci si concentra sulle fasi precedenti il lancio, trasmettendo allo spettatore la tensione di una missione i cui pericoli era chiari a tutti, pur nella comoda consapevolezza di conoscerne l'esito. Sono abili Vasarhelyi e Chin a non scivolare troppo in quello che sarebbe potuto diventare un video promozionale di SpaceX: questo aspetto emerge a tratti, ma è bilanciato in modo adeguato dalla passione e i metodi di lavoro delle persone coinvolte, che rendono il racconto autentico e istruttivo riguardo le difficoltà affrontate, gli ostacoli superati e le prospettive future per il progresso scientifico e il ritorno dell'uomo nello spazio verso nuovi traguardi.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Ritorno allo spazio con lo sguardo verso il cielo, verso quei traguardi futuri che il documentario di Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin ci fanno sognare raccontando le difficoltà e gli ostacoli superati per ridar vita al programma spaziale. Ritorno allo spazio riesce a farlo senza eccedere nell'aspetto promozionale di Elon Musk e SpaceX, riuscendo a trasmettere la passione e il metodo di lavoro che hanno portato agli importanti risultati che abbiamo avuto modo di conoscere. E che ci permettono di sognare per quello che ci aspetta.
Perché ci piace
- Il racconto del contesto in cui gli sviluppi recenti si innestano, tra difficoltà dell'industria spaziale e dell'esigenza di interventi privati.
- I fallimenti iniziali di SpaceX, fondamentali per arrivare ai traguardi raggiunti in seguito.
- L'emozione e la tensione che accompagnano le fasi precedenti la missione.
Cosa non va
- A tratti emerge un'enfasi eccessiva su Elon Musk e SpaceX, ma mai tanto insistita da rendere il documentario un'operazione promozionale.