Nel suo podcast, Films To Be Buried With (ovvero film con cui farsi seppellire), Brett Goldstein, sceneggiatore, comico e ora attore sempre più in ascesa grazie al ruolo di Roy Kent nella serie Ted Lasso (sarà anche Hercules nel Marvel Cinematic Universe), ai suoi ospiti fa domande sui film che hanno segnato le loro vite. Quello che li ha spaventati di più, quello che tutti amano ma loro non riescono proprio ad apprezzare e viceversa. Fino alla domanda fatidica: qual è il film che più amano, che porterebbero nella tomba, e quale invece quello che, oggettivamente, è il miglior film della storia del cinema? Potrebbe sembrare la stessa cosa, ma non lo è. Premesso che l'oggettività quando si parla di arte molto probabilmente non esiste, diciamo che titoli come Il padrino e 2001: Odissea nello spazio sono tra quelli considerati dei capolavori in modo praticamente univoco dalla critica. E infatti saltano fuori in quasi tutte le puntate. Quando si arriva però al film del cuore, le risposte cambiano sempre. Tutto questo preambolo per dire che Ritorno al Futuro è, soprattutto per chi ha vissuto gli anni '80 e i cresciuti nei '90, una pellicola a cui si vuole sinceramente bene. Michael J. Fox e Christopher Lloyd, interpreti di Marty e Doc, sono due di famiglia. Ecco perché il loro abbraccio al New York Comic Con 2022 ha commosso mezzo mondo.
Magari per molti (folli!) non sarà un capolavoro, ma Ritorno al Futuro è il film di intrattenimento perfetto. Viaggi nel tempo, design futuristico ma non troppo, in modo da sembrare familiare, oggetti di scena inconfondibili diventati presto di culto, ritmo incessante, la magnifica colonna sonora di Alan Silvestri. E sopratutto loro, Doc e Marty, due protagonisti che portano alle estreme conseguenze l'idea di "strana coppia". Scienziato geniale e isolato dalla società il primo, adolescente pieno di vita il secondo. Un duo perfetto per viaggiare nel tempo. Questo grazie alla scrittura e alla direzione di Bob Gale e Robert Zemeckis, ma soprattutto a due attori che sono diventati un tutt'uno con quei ruoli. Non potremmo mai immaginarci qualcun altro in quelle parti. Anche se all'inizio per quello di Marty era stato scelto un altro interprete, Eric Stoltz. Ma poi il continuum spazio-temporale è stato alterato. Lo hanno raccontato anche i diretti interessati al New York Comic Con. Di fronte a una platea che, compreso chi scrive, si è stretta in un abbraccio di fronte a quelli che sono molto più di due attori: icone cinematografiche, amici inconsapevoli, eroi della cultura pop.
Di fronte a una platea variegata, genitori con figli, ragazzi, signori anziani, a dimostrazione di quanto Ritorno al Futuro sappia farsi amare, Christopher Lloyd e Michael J. Fox hanno cavalcato da subito la forte onda emotiva presente nella stanza. Hanno infatti cominciato ad abbracciarsi da subito, fin da quando si sono seduti sul divano bianco della sala Main Stage. Il primo colpo al cuore. Hanno ricordato come, a sei settimane dall'inizio delle riprese, tutto è cambiato: Fox ha sostituito Stolz. E il resto è storia.
Michael J. Fox: "Mia madre non voleva che girassi Ritorno al Futuro!"
Il film era già in produzione da sei settimane. Un duro lavoro. A quel punto stavano girando la scena al Twin Pines Mall, quando Doc rivela di aver trovato il segreto del viaggio nel tempo. Sei settimane di riprese di notte. All'improvviso, il regista Robet Zemeckis e il produttore Steven Spielberg hanno annunciato che Eric Stoltz, interprete fino a quel momento di Marty McFly, sarebbe stato sostituito da Michael J. Fox.
Ritorno al futuro: 10 cose che (forse) non sapete sulla trilogia
Christopher Lloyd lo ha ricordato: "Ero a malapena riuscito a superare quelle sei settimane. Poi, all'una del mattino, arriva questa notizia. Dovevo ricominciare tutto da capo! Però tra a me e Michael è scattata subito la scintilla: c'è stata immediatamente chimica, fin dalla prima scena insieme. C'è sempre stata per tre film e c'è ancora oggi".
Di contro la mamma di Fox, Phyllis Piper, morta pochi giorni fa, lo scorso 24 settembre, a 92 anni (l'attore lo ha fatto sapere proprio al New York Comic Con), non voleva che il figlio girasse il film: era impegnato con la serie tv Casa Keaton e per fare Ritorno al Futuro avrebbe dovuto lavorare di notte. Aveva paura che si sarebbe stancato troppo. Ma Fox voleva fortemente partecipare al progetto: "Avevo 23 anni: l'ho chiamata, era in Canada, e ho detto: mi vogliono per questo film prodotto da Steven Spielberg, ma per farlo devo girarlo di notte. Di giorno ho _Casa Keaton. Ancora fino a due settimane fa, prima di morire, mia mamma pensava che sia stata una pessima idea girare Ritorno al Futuro. Alla fine ha adorato il film, ma aveva ragione: mi sono stancato_".
La prima scena insieme di Marty e Doc: quella con la DeLorean
La prima scena girata insieme è stata proprio quella in cui Doc mostra a Marty la DeLorean: "Tutto quello che ho dovuto fare è stato semplicemente reagire all'interpretazione di Chris. Io sono un buffone, mentre lui è un genio" ha detto Fox, continuando: "mi sono semplicemente fatto contagiare dal suo talento. È stato bellissimo: ogni volta che sul set avevo una scena con lui sapevo che sarebbe stata un'ottima giornata".
Gli attori hanno anche ricordato cosa hanno provato la prima volta che hanno visto la DeLorean. Più o meno: "Ho penato che avesse il giusto aspetto: sembrava proprio una macchina del tempo" ha detto Lloyd, facendo ridere Fox: "Capite?! Ci ho fatto tre film così!"
Com'è fatto il Flussocanalizzatore di Ritorno al Futuro
Ritorno al Futuro: il musical creato da Bob Gale
Ricordando gli inizi nei teatri off-Broadway, gli attori hanno poi parlato del musical di Ritorno al Futuro, creato da Bob Gale, con testi di Glen Ballard e musica di Alan Silvestri, autore anche della colonna sonora del film. Lo show ha debuttato al Manchester Opera House, in Inghilterra, a febbraio 2020. Secondo Lloyd: "Non avrebbero potuto farlo meglio". D'accordo Fox: "È fantastico. Sarei dovuto andare in Inghilterra a vederlo, ma è arrivata la pandemia e mi hanno mandato il video. Sarebbero potuti cadere nella trappola di imitarci, ma non l'hanno fatto. I personaggi hanno vita propria: penso che sia scritto molto bene, la musica è fantastica. Tornerò a vederlo quando arriverà a New York. Bob Gale l'ha fatto col cuore: ci ha messo la sua anima dentro!"
L'impegno di Michael J. Fox per la ricerca sul morbo di Parkinson
Un anno dopo l'uscita dell'ultimo film della trilogia di Ritorno al Futuro, nel 1991, a Michael J. Fox è stata diagnosticata una grave forma di malattia di Parkinson giovanile, che, nel 2000 lo ha portato a ritirarsi quasi definitivamente dalle scene. Se stare su un set per Fox oggi è molto difficile, non lo è impegnarsi il più possibile per raccontare la sua storia e impegnarsi per la ricerca. Proprio nel 2000 è nata la Fondazione Michael J.Fox per la ricerca sul Morbo di Parkinson, che, lo ha confermato al New York Comic Con, ha raccolto in 22 anni 450 milioni di dollari. Per questo contributo Michael J. Fox riceverà il premio umanitario Jean Hersholt agli Oscar 2023.
Ritorno al futuro: tra avventura e nostalgia, ecco come Marty e Doc sono entrati nelle nostre vite
L'impegno non finisce con la fondazione: Michael J. Fox ha scritto quattro libri e sono anni che cerca di trasmettere un messaggio positivo: "Mi chiedono spesso come faccio a essere ottimista. Negli ultimi tempi ho avuto problemi agli occhi, alla mano, al gomito... Ma cerco sempre di trovare qualcosa per cui essere grato. Se ci si riesce la vita diventa migliore. I fan mi hanno regalato la vita che ho. Non rinuncerei alla mia malattia: dico sempre che è un dono che continuo ad accettare. Aiutare gli altri ha dato alla mia esistenza un significato completamente diverso. Quando lo dico la gente mi prende per pazzo! Non si tratta di quello che ho, ma di quello che mi è stato dato".
Sul palco Fox ha scherzato in continuazione sui tremori che lo mettono in difficoltà. D'altra parte lo ha fatto anche in modo plateale e cinico in un episodio di Curb Your Enthusiasm, la sit-com di Larry David (già co-creatore di Seinfeld), in cui, nel ruolo di se stesso, scherza su come potersi approfittare della sua condizione. Se volete recuperarlo è la puntata numero 10 dell'ottava stagione, intitolata: Larry vs. Michael J. Fox.
L'abbraccio di Michael J. Fox e Christopher Lloyd al New York Comic Con 2022
E arriviamo ora al gran finale. Per chi ama Ritorno al Futuro (e lo rivede come minimo una volta l'anno, ripetendo tutte le battute a memoria), già trovarsi nella stessa stanza di Doc e Marty è praticamente un piccolo miracolo. In conclusione ai due attori è stata fatta la domanda sulla loro battuta preferita in tutta la storia del cinema. Christopher Lloyd ha voluto davvero mettere il carico da novanta citandone una di Doc: "Il vostro futuro è come ve lo creerete, perciò createvelo buono!": la stretta allo stomaco è venuta in automatico. Fox invece ha citato un altro film e un'altra battuta: Dr. Stranamore di Stanley Kubrick, quando Peter Sellers dice: "Non potete combattere qui! Questa è la stanza della guerra!".
Woody Harrelson si racconta: "Devo a Michael J. Fox il rilancio della mia carriera"
Però poi ha lasciato il pubblico con quella che, secondo lui, è la lezione di vita che gli hanno insegnato Doc e Marty: "Non importa quanto le cose possano diventare assurde: trattenete il fiato, fatevi coraggio e andate avanti". Applausi scroscianti. I due si alzano in piedi, il pubblico con loro e si abbracciano. Quelle immagini stanno facendo il giro del mondo. Non soltanto perché è la manifestazione dell'affetto tra due colleghi, di 83 e 61 anni, contenti di ritrovarsi ed essere ancora così amati dal pubblico. No, quell'abbraccio è a tutti noi: ragazzi di ogni età, che tutte le volte che vedono "il Flussocanalizzatore flussare" pensano ai loro ricordi felici, a un'epoca che non c'è più, a quanto è bello poter sognare e dimenticarsi di tutto per due ore andando indietro e avanti nel tempo con questi due che ci hanno insegnato ad amare il cinema e a perderci nelle storie.