"Fake news? Dove andiamo noi non ci servono fake news". Lo avremmo voluto così il nostro futuro. Abbiamo sognato volopattini, scarpe autoallaccianti e meravigliose DeLorean cromate capaci di viaggiare nel tempo, e invece eccoci qui, alle prese con le trappole del Web, a leccarci le ferite dopo essere stati ingannati dall'ennesimo burlone virtuale. Il 21 ottobre 2015, ovvero la meta fantasmagorica che stuzzicava la curiosità di Marty McFly e Doc in Ritorno al futuro parte II, è alle spalle. Il futuro è passato, vecchio di tre anni. Però, da quell'anno fatidico è riemerso qualcosa. Succede che qualche giorno fa sul profilo Facebook del mitico Michael J. Fox viene pubblicata una foto in cui appaiono lui, Christopher Lloyd (Doc) e Lea Thompson (Lorraine). Lo scatto è accompagnato da un messaggio pieno di entusiasmo che recita: "Ciao a tutti. Oggi è un giorno molto importante, oltre a essere il mio compleanno, vi annuncio Ritorno al Futuro IV. Ci abbiamo pensato per molti anni e abbiamo iniziato le riprese l'estate scorsa. Rivelerò la data di uscita fra qualche giorno. Vi adoro tutti". Peccato che l'account di Fox fosse falso, proprio come l'annuncio del sequel, e che quella fotografia davanti alla quale è impossibile non avvertire una fitta allo stomaco o al cuore, risalisse al Comic Con di Londra del 2015. Facile abboccare all'amo nell'era del facile entusiasmo da bacheche social, cascata di contenuti (foto, notizie, polemiche, critiche) in cui la soglia dell'attenzione è bassa e la fretta è tanta. Per quanto improbabile e inverosimile, infatti, la falsa notizia ha sollevato un polverone di reazioni, con i fan divisi tra fervente attesa e grido allo scandalo. Insomma, c'è chi un Ritorno al Futuro IV lo vorrebbe davvero.
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E sarebbe un ritorno in linea con questa testarda malinconia che ha colpito il cinema, le serie tv e noi tutti, avvinghiati con le unghie ai nostri beniamini, paladini dei ricordi più spensierati. Affamati di quella meraviglia perduta, scaveremmo ovunque pur di ritrovarle anche per altre due ore, soprattutto davanti alla prospettiva di un'altra folle avventura assieme a Marty e Doc. Altri, invece, ritengono quel mito intoccabile. La DeLorean sta bene lì dov'è: nel parcheggio del grande cinema. E guai a riattivare il flusso canalizzatore. A metà di questa strada infuocata, noi abbiamo deciso di immaginare davvero come potrebbe essere un ipotetico, amato, odiato, nuovo Ritorno al Futuro. Un sequel? Un reboot? Uno spin-off? Ovviamente, siete avvisati, si tratta di speculazioni semiserie, ipotesi assurde e vaneggiamenti veri e propri. Perché Ritorno al Futuro è stato, è e sarà sempre questo: carburante per la nostra immaginazione, macchina del tempo capace di farci giocare con il passato, il presente e il futuro. Per cui, armatevi di ironia e plutonio, e allacciate le cinture. E poi, non si sa mai. D'altronde persino Ronald Reagan è diventato presidente.
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Il solito viavai
Mettiamo subito le cose in chiaro. Quella di Ritorno al Futuro, per quanto spensierata possa essere, non è certo "fantascienza da bere". Robert Zemeckis e Bob Gale hanno dato vita a una storia scanzonata dalle grandi potenzialità narrative, in cui la semplicità cela un potere immaginifico pressoché infinito. Però in questo nostro folle viaggio delle ipotesi, partiamo coi piedi per terra, ovvero immaginando un sequel di una trilogia che, a dire il vero, va considerata (a detta dei suoi autori) come un unico film suddiviso in tre parti. Ritorno al Futuro - Parte IV avrebbe come protagonisti un Marty McFly più che maturo e un Doc ormai anziano. Sarebbe interessante capire che piega abbiano preso le loro vite nel corso degli ultimi decenni, magari con una prima parte del film senza troppi scossoni spazio-temporali, tutta dedicata ad approfondire i destini dei nostri beniamini. Però qualcosa dovrà andare storto. Una nipotina da salvare, un antenato fondamentale in pericolo, insomma un evento scatenante che faccia sgranchire le ruote arrugginite dell'amata DeLoran. Senza dimenticare, poi, lo stimolante segreto di Ritorno al futuro: poter cambiare genere a seconda dell'epoca trattata. Nel sequel potremmo retrocedere nei meandri di un giallo ottocentesco a tinte gotiche, con atmosfere oscure alla Sherlock Holmes, oppure fare un balzo in avanti nella fantascienza più pura. Una cosa è certa: se dobbiamo proprio immaginare un quarto capitolo, vorremmo soprattutto scoprire come se la passano Doc e Marty.
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Fantasmi nel passato
La tentazione del what if è fortissima, e noi non ce la faremo sfuggire. Perché non immaginare un quarto capitolo incentrato sulle realtà alternative? Marty e Doc, un po' Cupido un po' cowboy, si sono sempre fatti in quattro per salvaguardare il futuro, in modo che tutto andasse come doveva andare. E se invece avessero fallito? E se i due avventurieri non fossero mai esistiti? Un nuovo film, tutto all'insegna dell'immancabile nostalgia, potrebbe rievocare situazioni e atmosfere della saga classica facendo interagire Doc e Mary, ormai anziani, in un mondo dove loro non sono stati concepiti. Insomma, una sorta di Back to Another Future. Grande Giove, stiamo andando "sul pesante".
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Ready player Two
La nostra mascella è ancora lì, da qualche parte, dispersa sotto le poltrone di un cinema. Quando i protagonisti di Ready Player One sono letteralmente entrati dentro Shining, interagendo con gemelline, stanze maledette e fiumi di sangue, il desiderio perverso di ogni cinefilo è stato esaudito. E visto che Zemeckis e Steven Spielberg (produttore della saga) sono grandi amici, magari l'idea potrebbe essere contagiosa. Senza dimenticare l'incallito animo cinefilo e metatestuale di un franchise da sempre ricco di riferimenti cinematografici (da Star Wars a Star Trek, passando per Clint Eastwood). Dunque, perché non immaginare McFly e Doc letteralmente catapultati dentro grandi cult della settima arte, a interagire con Sarah Connor o Ellen Ripley, a fuggire con Indiana Jones o alle prese con E.T. Però, va detto, niente di farebbe commuovere più di un salto dentro la saga stessa con i grandi Michael J. Fox e Christopher Lloyd immersi nelle iconiche sequenze ormai entrate nelle nostre vite.
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Stranger Future
E se il futuro della saga non fosse sul grande schermo? E se la nuova strada asfaltata su cui far sgommare la DeLorean portasse nelle serie tv? Non vorremmo portarla troppo le lunghe, così immaginiamo una miniserie da 8-10 episodi in cui gli storici personaggi della saga sono accompagnati da nuovi, giovani protagonisti. Mettendoci nei panni di un furbo produttore con il fiuto per il buon marketing, una scelta ruffiana ma azzeccata potrebbe essere quella dedicare la serie di Ritorno al futuro ai nipoti di Marty o Doc, con i nostri nella parte di mentori-guest star. Alziamo l'asticella del nostro folle azzardo? Bene, allora perché non inserire nel cast qualche giovane attore già apprezzato in Stranger Things o It? Magari la meta potrebbe coincidere con gli ormai immancabili anni Ottanta. La nostalgia abita lì.
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Reset!
Guardare indietro per andare avanti. È come se i paradossi di Ritorno al Futuro siano stati presi alle lettera dal cinema odierno, così abile nel saccheggiare dal passato pur di garantirsi un futuro. Ci sono passati già Mad Max, Jurassic Park, Ghostbusters e (in parte) Star Wars, per cui anche Ritorno al futuro potrebbe essere rivitalizzato da un reboot. Anche in questo caso immaginiamo Fox e Doc relegati a piccoli ruoli da comprimari per dare spazio a nuove leve con l'arduo compito di mantenere intatto lo spirito e il tocco magico di Robert Zemeckis. Impresa ardua quando qualcosa di vecchio funziona ancora. "E pure troppo".
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A Match Made in Space
Idea malsana e molto nerd. Come tutti ricordiamo, nel finale del primo Ritorno al Futuro scopriamo che quell'inetto, imbranato di George McFly è diventato un affermato scrittore di successo. La sua opera, nata dalla fervida immaginazione di un uomo appassionato di fantascienza sin da quando era uno sfigato liceale, si intitola "A Match Made in Space". Dalla copertina si può solo intuire che si tratta di un romanzo fantascientifico con risvolti romantici. Sull'esempio di Animali fantastici e dove trovarli, saga ispirata a un libro di testo usato dagli studenti di Hogwarts nella saga di Harry Potter, anche il libro del papà di Marty Potrebbe essere l'ispirazione di un intrigante spin off. Come dite? Sì, forse abbiamo fatto indigestione di Pepsi Perfect.
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Niente di tutto questo
Adesso torniamo seri. Abbiamo giocato abbastanza. Siate sinceri con voi stessi, guardatevi allo specchio e fatevi questa domanda: "Abbiamo davvero bisogno di un altro Ritorno al futuro?". Abbiamo davvero voglia di intaccare il suo mito, di forzare una meraviglia bella proprio perché sincera nella sua ingenuità? Zemeckis e Gale si sono sempre detti contrari a qualsiasi nuova incarnazione del brand, Fox è notoriamente malato da tempo, e soltanto Lloyd si è mostrato possibilista per un eventuale nuovo capitolo. Chi scrive, ritiene che Ritorno al futuro stia bene lì dov'è: chiuso in un cassetto tutto nostro, da riaprire all'occorrenza. E chi si azzarda a toccare questa saga, merita soltanto uno schiaffo sulle mani con tanto di immancabile: "Ehi, porco, levale le mani di dosso". Quell'entusiasmo è magico proprio perché genuino, quella formula irripetibile proprio perché cullata da un tempo che non può, né deve tornare. E allora, facciamo come Doc. Guardiamo in faccia la nostra bella saga con un bel sorriso, lanciamole sguardi innamorati e poi voltiamo gli occhi altrove. Perché, in fondo, "chi se ne frega. Ci siamo già stati".