Ammettiamo una nostra mancanza nell'affrontare la recensione di Rise - La vera storia di Antetokounmpo: non conoscevamo la storia che racconta il film diretto da Akin Omotoso, disponibile su Disney+ dal 24 giugno 2022, se non a livello superficiale. Ma l'abbiamo approfondita dopo la visione e non possiamo che considerare questa curiosità che ci è stata instillata come uno dei meriti di questa produzione, che si rivela capace di coinvolgere nella storia, vera come ci dice il titolo, della famiglia Antetokounmpo. Una storia che parte dalla Nigeria, passa per la Grecia e approda con successo oltre oceano, dove i tre figli sono arrivati a essere il primo trio di fratelli a diventare campioni NBA.
Destinazione America
La storia della famiglia Antetokounmpo parte dalla Nigeria, da Vera e Charles che da quel paese emigrano verso la Grecia, con tutte le difficoltà che ne conseguono: l'integrazione così difficile, l'impossibilità di avere permessi di lavoro e la difficoltà di crescere i cinque figli, che con il loro arrivo rendono ancora più complessa la loro situazione. Ma Vera e Charles sono riusciti, lottando quotidianamente, ad andare avanti e permettere ai loro bambini di avere tutto ciò di cui avevano bisogno, crescendoli sani, onesti e uniti, con quell'idea così forte e ammirevole che "il successo di uno di loro è il successo di tutti".
Un successo che i ragazzi, a cominciare dai più grandi Giannis e Thanasis hanno trovato nel basket, sport che hanno iniziato a praticare presso una squadra giovanile locale e che ha permesso di tener vivi i loro sogni, portandoli molto lontano, fino ai draft dell'NBA. Tutto è partito da Giannis che, nel 2013, è stato selezionato dai Milwaukee Bucks e ha permesso a tutta la famiglia di trasferirsi in America,. Al suo successo ha fatto seguito quello del fratello Thanasis e poi ancora di Kostas, che ha giovato con i Los Angeles Lakers. La dimostrazione che quella frase così importante per loro padre Charles non si è limitata a un buon proposito, ma è potuta diventare realtà: un successo per tutti.
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L'epopea di una famiglia
È un riuscito ibrido il film diretto da Akin Omotoso perché, pur raccontando una storia che sfocia nel basket con le sue dinamiche di successo sportivo, e pur presentando importanti dettagli di natura socio-politica sulle problematiche dell'immigrazione, è in definitiva una grande storia familiare, l'epopea degli Antetokounmpo nel loro percorso dalla Nigeria all'America, passando per il lungo periodo di difficoltà in Grecia. E se Rise - La vera storia di Antetokounmpo si può considerare un film riuscito è perché questa storia vera che ci è anticipata già dal titolo riesce a mantenere le promesse ed emozionare.
Una famiglia su schermo
L'emozione, seguendo le situazioni vissute dagli Antetokounmpo, è veicolata da un cast in parte, a cominciare da Yetide Badaki e Dayo Okeniyi che danno vita ai due genitori fino a Uche e Ral Agada, che, fratelli anche nella realtà, riescono a rendere credibile, umano e toccante il rapporto tra i due fratelli Giannis e Thanasis nel loro percorso che li porterà fino al campionato di basket più importante al mondo. Ma l'emozione è data anche da una storia che, pur nelle difficoltà e con qualche inevitabile semplificazione nella sua rappresentazione filmica, arriva a un liete fine. Un finale positivo che accogliamo con gioia e che per una volta non può essere forzato, perché rappresenta quello reale che stanno vivendo i membri della famiglia Antetokounmpo. Il successo di tutti loro_".
Conclusioni
Arriviamo alla fine della recensione di Rise - La vera storia di Antetokounmpo ancora emozionati per l'epopea familiare a cui abbiamo assistito, che parte dalla Nigeria e arriva a un traguardo di successo in USA. Pur con qualche semplificazione inevitabile, il regista Akin Omotoso riesce a veicolare l'emozione che accompagna la storia di questa famiglia, coadiuvato da un cast in parte che riesce a rendere credibili e autentici gli eventi che ci vengono raccontati.
Perché ci piace
- Il cast per lo più in parte, che mette in scena con credibilità le situazioni vissute dagli Antetokounmpo.
- L'equilibrio tra la componente sportiva, i doverosi accenni ai problemi dell'immigrazione, e l'anima da dramma familiare.
- Le emozioni che il film riesce a evocare.
Cosa non va
- Alcune inevitabili semplificazione nel raccontare una storia che si sviluppa su un tempo così lungo e su diversi paesi.